La notizia è stata riportata nei giorni scorsi dal Corriere Fiorentino, e successivamente ripresa da tutte le testate cittadine.
Edoardo Semmola è un giornalista appunto del Corriere Fiorentino. La sera del 15 giugno 2022 alle ore 22 circa lascia in bicicletta la redazione del giornale per tornare a casa. Durante il tragitto all’altezza dell’incrocio tra Corso Tintori e Via de’ Benci la sua bicicletta scivola sull’asfalto e Semmola cade rovinosamente a terra.
Soccorso dai presenti, Semmola viene portato all’ospedale dove gli viene riscontrata una frattura scomposta dell’omero. Operato, deve affrontare due mesi di fisioterapia e – immaginiamo – le conseguenze psicologiche di ogni trauma del genere: risalire subito o non risalire affatto sulla infida bicicletta?
Basterebbe così, ma è a questo punto che entrano in gioco i vigili urbani di Firenze. Proprio loro, quelli che – diciamo le cose come stanno – è difficile trovare o che ti rispondano quando hai bisogno, ma che piombano come falchi quando a torto o a ragione c’é da estorcere balzelli ed elevare contravvenzioni.
Mentre rieduca l’arto offeso, Semmola si sente telefonare da un vigile, con il quale vien da pensare che evidentemente abbia una qualche dimestichezza dato il tono confidenziale: “Sono qui con alcuni colleghi e stiamo guardando il video del tuo incidente ripreso dalle telecamere di sorveglianza: lo abbiamo guardato diverse volte e ancora non riusciamo a capire come tu possa essere caduto a terra”.
Come detto, come qualunque cittadino può confermare, difficile trovarli dove e quando serve. Se li chiami sul luogo di qualche incidente o effrazione, te lo dicono loro stessi: a meno che non ci sia il morto o il ferito grave il più delle volte non intervengono. Quella volta sono invece in diversi a fare il sopralluogo. E perché? Semmola per qualche motivo merita qualche interesse particolare? Chissà, magari per qualche suo passato reportage? Come si dice a Firenze, ha forse rotto le scatole a qualcuno in passato? Qualcuno che adesso ha voglia di presentare il conto magari facendosi anche due risate? Come diceva Andreotti, a pensar male……
Sia come sia, da quel sopralluogo nasce un verbale, che affibbia al ciclista sfortunato una bella multa di 100 euro. Perché? Leggesi nell’estemporaneo suddetto verbale: “Non riusciva a conservava (sic!) il costante controllo del veicolo cadendo così a terra“.
Ora, Semmola avrà avuto anche scarsa padronanza del mezzo, ma il tutore dell’ordine cittadino che redige il verbale ha padronanza addirittura inferiore della lingua italiana. Invoca però l’art. articolo 141, commi 2 e 11, del codice della strada, che recita: “Il conducente deve sempre conservare il controllo del proprio veicolo ed essere in grado di compiere tutte le manovre necessarie in condizione di sicurezza“.
Messa così, Semmola é cornuto e mazziato: se non sai andare in bicicletta stai a casa. E’ la giustizia di Pinocchio. Nota bene, le strade di Firenze al 90% sono un Camel Trophy che metterebbe a dura prova i riflessi di Indiana Jones nei suoi anni migliori. Abbiamo fatto perdere il mondiale di ciclismo a Vincenzo Nibali nel 2013 dato il vergognoso stato del nostro asfalto.
Insomma, Semmola deve pagare Il conto che è salito a 100 euro perché nel frattempo l’ufficiale notificatore ha notificato ad un indirizzo a cui Semmola non risiede. Ergo, il giornalista può prendere atto di quanto contestatogli soltanto un anno circa dopo il fatto. Michele Strogoff o un qualunque corriere nella Russia degli Zar avrebbe saputo fare sicuramente di meglio.
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