Diario Viola Fiorentina

Firenze vince sempre

(Nella foto, la spettacolare coreografia della Curva Fiesole)

Dopo la sosta per gli impegni delle Nazionali, riprende il campionato con la 30esima giornata, dove il calendario mette di fronte, la Fiorentina al Milan.

Per la società e la squadra viola, settimane difficili per la prematura scomparsa del direttore Joe Barone, che dopo il saluto ricevuto da migliaia di persone alla camera ardente del Viola Park, sarà omaggiato anche al Franchi.

Nei giorni precedenti la Curva Fiesole chiama a raccolta la tifoseria, per dare il massimo supporto e vicinanza alla società e alla squadra in un momento così complicato, con le modalità per organizzare al meglio la giornata della partita.

Il giorno della gara, la vigilia di Pasqua, nell’orario serale delle 20.45, due ore prima del fischio d’inizio, migliaia di tifosi aspettano il pullman della squadra all’angolo della Curva Fiesole per scortarlo in corteo, e così avviene un’ora prima della gara, un corteo con fumogeni e cori fino all’ingresso.

All’interno dell’impianto nel frattempo, tutto viene è pronto per la maxi coreografia, che coinvolge oltre il settore dell’intera Curva anche la Maratona.

La seconda parte della coreografia nella Maratona

Come previsto il popolo viola risponde presente al fianco della squadra, sold out di presenze con 34.263 spettatori totali, considerando la curva Ferrovia chiusa per restauro.

In memoria del direttore scomparso vengono realizzati tre striscioni, il primo viene mostrato prima dell’inizio, la frase recita: “Per abbracciare chi questo giglio ha amato, come una rondine vola alto il nostro pensiero: mai dimenticheremo chi troppo presto ci ha lasciato”, mentre sul tabellone scorrono le immagini del dirigente nei tanti momenti vissuti in viola, un semplice Ciao Joe, chiude il filmato tra la commozione generale.

All’ingresso delle due squadre, d’incanto la coreografia prende forma (foto in alto), una suggestiva immagine che rappresenta due rondini simbolo di libertà che aprono le ali e volano in cielo, nel becco due gigli, mentre in Maratona la scritta Vanto e Gloria, che riporta all’inno viola, a bordo campo ancora una lunga scritta: “Rondini di libertà nel becco i gigli…di Firenze ricordiamo i meglio figli.” Un’ autentica opera d’arte curata nei minimi particolari, come  la tifoseria gigliata ha già realizzato in altre occasioni, in questo caso in ricordo dei cuori viola scomparsi e del compianto direttore.

Una metafora del rapporto indissolubile (come ha spiegato la stessa curva Fiesole), che lega l’essere fiorentini all’eternità. Il bisogno di raffigurare gli amici che non ci sono più, dedicandogli un simbolo, in modo da sentirli sempre al fianco, non solo nei pensieri.

All’ingresso le due formazioni, con la Fiorentina che gioca con il lutto al braccio, si portano a metà campo per osservare un minuto di raccoglimento, le squadre una di fronte all’altra, i bambini che accompagnano i giocatori al termine del minuto di silenzio lasciano volare i palloncini, tanta commozione e ancora applausi, un unico abbraccio tra spalti e campo, in ricordo di una persona che ha mostrato passione e attaccamento alla maglia gigliata.

Squadre dopo il minuto di silenzio, foto di Paolo Giuliani

In tribuna autorità i due dirigenti Daniele Pradè e Alessandro Ferrari posizionano sulla sua poltrona, un mazzo di fiori,  una maglia con il suo nome Joe Barone ed il numero 1, che aveva mostrato in campo il capitano Biraghi nella foto di squadra.

Una serata particolare, brividi per tutti, anche se in un clima di caldo umido asfissiante, dove il calcio giocato sembra essere di secondo piano, ma che al fischio dell’arbitro Maresca torna prepotente a prendersi la scena, una canzone famosa dice the show must go on, lo spettacolo deve continuare.

La formazione parte con il modulo del 4-2-3-1, Terracciano tra i pali, in difesa Dodo a destra (titolare dopo l’infortunio subito a settembre e pochi scampoli nelle precedenti gare), Milenkovic, Quarta, Biraghi a sinistra. A centrocampo con Bonaventura squalificato e Arthur in panchina, Duncan e Mandragora, Ikonè e Kouame esterni, Beltran dietro a Belotti.

Nella squadra ospite ex di turno Stefano Pioli, giocatore viola e tecnico nel periodo del 2018 , quando un’ altra triste tragedia colpì la società gigliata, con la prematura scomparsa del capitano Davide Astori.

Primi quindici minuti di marca rossonera, più incisivi ma senza grandi pericoli. Intanto un altro striscione in Curva per il direttore: “Joe questa ti sarebbe piaciuta, sei uno dei tifosi che la curva saluta”. Gli ospiti continuano a creare occasioni, Quarta rischia molto per un intervento sul portoghese Leao, per il viola solo un cartellino giallo.

La Fiorentina si sveglia solo verso la mezz’ora, si porta in area avversaria con tre azioni a ripetizione, un tiro di Belotti parata dal portiere Maignan, poi Ikone sfiora la rete, ma dalla parte opposta si supera Terracciano in diverse occasioni su Leao, un tiro di Giroud fuori. Si va all’intervallo a reti inviolate.

Nella ripresa al 47esimo dalla sinistra Leao di tacco passa in mezzo all’area, Milenkovic scivola e Loftus-Cheek davanti la porta manda il pallone in rete, vantaggio fortunoso per gli ospiti.

Dopo 3 minuti Quarta serve Beltran che lancia Duncan, il centrocampista dal limite dell’area con un diagonale trova l’angolo della porta, batte Maignan per il pari dei viola, esplode il Franchi, che sostiene dall’inizio i ragazzi viola, con cori incessanti.

Alfred Duncan, autore della rete viola, foto di Paolo Giuliani

Pochi minuti per festeggiare e da un azione di contropiede Leao in velocità batte in velocità Milenkovic, scarta Terracciano e deposita il pallone in rete per il nuovo vantaggio.

Le azioni si ribaltano da un fronte all’altro, Dodo impegna Maignan, un gran tiro di Florenzi parato da Terracciano, ancora Belotti con il portiere rossonero ancora decisivo.

I primi cambi per mister Italiano al 69esimo, escono Dodo e Kouame per Kayode e Gonzalez. Al 75esimo gol annullato al Milan di Perisic per fuorigioco.

Al 78esimo esce Beltran per Nzola, e all’88esimo Quarta e Ikone lasciano il posto a Barak e Sottil. Dopo 5 minuti di recupero più un ulteriore minuto, il triplice fischio che decreta una sconfitta immeritata, dove i padroni riescono a controllare un forte avversario in un momento di forma strepitoso, secondo in classifica, dove i singoli fanno la differenza.

La squadra viola mette volontà, grinta e determinazione, a fine gara il tecnico elogia la squadra e parla di giocatori stremati, che hanno dato il massimo. Una buona prestazione, sfortunata in diverse occasioni, ma con i soliti errori difensivi, distrazioni che lasciano notevoli spazi agli avversari che in contropiede surclassano i viola.

Dal reparto difensivo le dolenti note, Dodo si nota in velocità ma il confronto con Leao è inclemente, i compagni di reparto fanno ancora peggio con Milenkovic artefice in negativo sul doppio vantaggio, Quarta meno incisivo, Biraghi in difficoltà sull’attaccante nigeriano Chukwueze, in fase offensiva mai pericoloso.

In mediana Mandragora una prova sufficiente, potrebbe trovare il pari, Duncan in mezzo al campo porta concretezza, il goal del pari lo colloca tra i migliori della serata.

In avanti Ikone prova con un paio di  occasioni da rete ma senza precisione, Beltran offre il pallone per il pari a Duncan, Gonzalez non al meglio della sua condizione fisica, Kouame titolare a sorpresa, mette impegno, ma poco lucido nel finalizzare.

Belotti ancora a secco di reti, crea movimento e in area avversaria prova da tutte le posizioni, un paio di tiri neutralizzati dal Magnain, un duello per tutta la gara tra attaccante e portiere francese che nella ripresa è insuperabile.

Il migliore della gara il portiere Terracciano, tiene aperta la gara, reattivo e determinate, evita un bilancio al passivo più pesante.

Si archivia la gara con una sconfitta che lascia l’amaro in bocca, per non aver potuto dedicare qualcosa di immediato al direttore, ma contornata di forti emozioni e grandi significati, un patto di compattezza e senso di appartenenza, di passione e cuore, dove oltre ogni risultato conta il bene della Fiorentina, ed in questo Firenze vince sempre.

Autore

Patrizia Iannicelli

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