Appena si conclusero gli scrutini delle ultime elezioni politiche a settembre scorso lo stadio di Napoli, adesso intitolato a Diego Armando Maradona, si interessò per fargli riavere subito il vecchio posto di bibitaro, per termine mandato politico.
Ce l’hanno mandato in molti, prima e dopo l’uscita dal Movimento Cinque Stelle. Era poco credibile quando movimentava un terzo buono dell’elettorato, quello che si era consegnato alle fandonie di Beppe Grillo ed alla speranza tutta di un certo meridione del reddito di cittadinanza dato a garganella. Figurarsi dopo, allorché dal gruppo misto continuava a sostenere che Mario Draghi era l’unica difesa nientemeno che dell’onore del’Italia.
Che uno come lui sia potuto diventare ministro giova decisamente poco all’onore della pubblica istruzione italiana. Apprendemmo durante il suo dicastero alal Farnesina infatti che Pinochet aveva fatto il suo golpe sanguinoso in Venezuela, che la Russia era un paese del Mediterraneo, che il presidente cinese si chiama Ping (senza Pong), che la Francia ha una tradizione democratica risalente a Vercingetorige; che i malati di cancro sono una lobby come quei petrolieri che probabilmente almeno in parte hanno contribuito a procurarglielo.
Dare il Ministero degli Esteri ad uno che parla inglese come lui significa prima o poi rischiare una guerra. J.J. of Majo in realtà non parla altra lingua che quella sconclusionata di un movimento che annovera tra le sue file la Taverna di nome e di fatto ed il Grillo che sarebbe stato sulle scatole anche a Collodi.
Non sapremmo che film fargli girare, di sicuro non il remake della Storia Infinita. Nei panni di Atreju non ce lo vediamo proprio, e non perché la Meloni non lo assumerebbe mai. Il fatto è che lui non può combattere il Nulla. Lui é il Nulla. E sapete che c’é? Che il Regno di Fantàsia scompaia, se la fantasìa al potere ci deve portare gente come lui.
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