Diario Viola Fiorentina

Giovanni Galli: quante volte si può rinascere?

(segue)

Agosto 2002. Giovanni Galli ha appena trascorso quel tempo forse sufficiente a trasformare un dolore atroce, insopportabile in un qualcosa di non meno intenso e difficilmente accettabile, ma più sordo, più latente, più invasivo se possibile. Qualcosa che non ti lascerà più, ma che se ce la fai ti permette di andare avanti, buttandoti magari sulla prima occasione che passa. Ed ecco l’occasione. A Firenze sta andando in onda uno psicodramma (senza mancare di rispetto a drammi – come si è visto – ben più reali). E’ appena fallita la Fiorentina di Vittorio Cecchi Gori, la cui società si è dissolta come neve al sole. Il Comune ha tirato fuori dal cappello la soluzione Della Valle, che il 3 agosto diventa il nuovo proprietario del titolo sportivo Fiorentina.

E’ il minimo per sopravvivere, quando sembrava tutto finito, ma un titolo sportivo comunque non va in campo, nel nuovo campionato di C2 a cui viene iscritta la neo-rinata società di calcio, che non si può oltretutto chiamare nemmeno Fiorentina per non ereditare i debiti di Cecchi Gori. La realtà è che manca tutto, dai dirigenti ai tecnici ai giocatori alle maglie agli uffici per la società e al posto per far allenare i calciatori stessi. Della Valle incarica Gino Salica, manager d’azienda estremamente capace, di provvedere a ricostruire una struttura societaria a Firenze. Per il settore tecnico, la sorpresa dal cappello la tirano fuori loro: il direttore sportivo sarà Giovanni Galli. Che risponde sì, salvando di nuovo la Fiorentina 25 anni dopo la prima volta. Allora con le mani, ora con la testa.

In 20 giorni o poco più, Giovanni porta a Firenze un allenatore, Pietro Vierchowod, suo ex compagno d’avventura nel 1982, e 33 giocatori, scelti al buio (ma neanche tanto) tra quelli cosiddetti di categoria. Il solo Angelo Di Livio, dei giocatori della vecchia Fiorentina, sceglie di restare a dare una mano a questi ragazzetti che a fine agosto sono già in campo ad affrontare un Pisa improvvisamente diventato di categoria superiore, e ai primi di settembre cominciano un campionato di C2 il cui esito sarebbe incerto, se non fosse che la gente che ha riempito lo stadio anche in quei giorni (dai 30 ai 40.000) si aspetta un risultato solo: la serie A prima possibile.

Cosa hanno fatto Gino Salica, Giovanni Galli e a partire dall’ottobre successivo anche Silvia Berti è storia recente, che conoscono tutti. Come tutti sanno che a Firenze si fanno monumenti solo per celebrare i martiri, mai per ringraziare i benefattori. Che anzi negli anni tra il 2004 e il 2009 vengono tutti mandati via con benserviti al limite dell’ingratitudine (se non fosse che nel calcio di gratitudine ce n’è ancor meno che nella vita di tutti i giorni). A Giovanni Galli tocca nella stagione 2004-2005, quando viene rilevato da Fabrizio Lucchesi in attesa dell’arrivo del Mago di Vernole, Pantaleo Corvino, Diesse del Lecce che ci ha appioppato il bidone Bojinov nell’anno dell’ennesima serie B rischiata e dei cattivi pensieri. Per giustificare l’avvicendamento, a Giovanni si imputa una mano poco felice nello scegliere giocatori per la serie C2 prima e la serie B poi, si noti bene in entrambi i casi con un preavviso di pochi giorni. Nel 2002 il 3 agosto a Firenze c’era una voragine e basta, il 23 dello stesso mese c’era una squadra in grado di scendere in campo, e vincere un campionato mai giocato prima. L’anno dopo, l’A.C.F. Fiorentina venne a sapere che avrebbe giocato in serie B meno di dieci giorni prima della fine del calciomercato. Com’é andata a finire, in quel di Perugia, lo ricordano tutti.

Ma Giovanni è robusto, vaccinato, la sua missione l’ha compiuta, si prende le sue responsabilità (soltanto di vittorie, peraltro) e si fa da parte. Da signore qual è. Tanto a Mediaset o a Sky lo aspettano a braccia aperte, per tornare a commentare il calcio come riesce a pochi. E nel frattempo può inventarsi qualcos’altro. Per esempio, una carriera politica, perché no? Nel 2009 a Firenze si tengono le elezioni del Sindaco e del Consiglio Comunale. Il centrodestra di Berlusconi non ha mai avuto storicamente un candidato minimamente decente da opporre alla sinistra che governa a tutti i livelli in Toscana da molti anni. Nel tentativo di trovare finalmente un candidato popolare, il calciofilo Berlusconi indovina la scelta al di là delle sue stesse previsioni (e forse intenzioni) e offre la candidatura a Giovanni Galli.

L’impresa è comunque difficile. Contro di lui il centrosinistra schiera l’enfant prodige della politica locale e nazionale, Matteo Renzi, che già dimostra una grande capacità politica partendo svantaggiato come programma di governo ma recuperando alla grande sostanzialmente facendo proprio quello di Giovanni. Che poi è un programma di buon senso, improntato alla conoscenza che Giovanni ha della gente fiorentina e di quello che ormai da tempo aspetta di sentirsi dire e promettere dai suoi amministratori.

Giovanni perde la corsa elettorale al cospetto di un avversario più politico di lui e che può beneficiare della macchina elettorale del Partito Democratico. 47,5% contro 40%, gli rimane un seggio in Consiglio Comunale, e l’uscita di scena a testa altissima, e se possibile ancora più amato dalla gente, che lo aveva già nel cuore come portierone viola e figura carismatica della rinascita di una squadra del cuore che sembrava morta per sempre. E poi, uno come lui, rinato così tante volte, volete che non si stia già preparando a qualche altra impresa?

E’ notizia di qualche tempo fa che ha iniziato il corso a Coverciano per allenatore professionista di prima categoria-Uefa Pro. Certo che sulla panchina viola, prima o poi, ci starebbe proprio bene.

Autore

Simone Borri

Simone Borri è nato a Firenze, è laureato in scienze politiche, indirizzo storico. Tra le sue passioni la Fiorentina, di cui è tifoso da sempre, la storia, la politica, la letteratura, il cinema.

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