Alla fine in piazza a far festa dietro al cencio di Massimo Stecchi rimangono due contrade: la Giraffa, che torna alla vittoria dopo due anni dall’ultima, e la Tartuca, che vede la nemica Chiocciola costretta a rimandare l’appuntamento con una vittoria ed un sorpasso che sembravano ormai cosa fatta, fino ad un metro dal mortaretto dell’arrivo.
La Giraffa ha rincorso per tutta la carriera, sembrava destinata al secondo posto, il più ignominioso di ogni ordine d’arrivo del Palio. Ma Tale e Quale, il cavallino assegnatole in sorte, girava più stretto di Violenta da Clodia, la cavallina della Chiocciola, lo si è visto fin dalla prima curva di San Martino. Le bastava un minimo varco per infilarsi, all’ultima del Casato, e così è stato. Giovanni Atzeni, sardo di Germania detto Tittia, ci ha creduto fino a quell’ultimo metro, ed ha beffato Scompiglio, al secolo Jonathan Bartoletti, che due anni fa in groppa a Sarbana aveva trionfato con i colori del rivale di oggi.
Tittia sale a sei pali vinti, a 34 anni, niente male. La Contrada Imperiale (così chiamata per aver vinto il Palio del 2 luglio 1936 successivo alla proclamazione dell’Impero coloniale italiano, ma poi anche Repubblicana per aver vinto l’altrettanto storico Palio del 16 agosto 1946 successivo alla proclamazione della Repubblica Italiana) sale a 42 Pali vinti a contare dal Bando di Violante di Baviera del 1730, da cui decorre la storia moderna della carriera senese. Dietro di lei nell’ordine d’arrivo, il Bruco – una volta contrada nemica della odierna vincitrice – e soprattutto l’Aquila che malgrado la vittoria nella provaccia alla fine si conferma nonna, poiché non vince il Palio dal 3 luglio 1992 (la corsa fu rimandata al giorno dopo quello canonico, causa pioggia, e vincitore fu il leggendario Andrea Degortes detto Aceto, in groppa a Galleggiante).
Ma la vera sconfitta è la Chiocciola, che si vede rintuzzare l’assalto al primato in quello speciale derby che è la rivalità paliesca, nel caso specifico quella con la Tartuca. Con la vittoria nel Palio straordinario dell’ottobre scorso dedicato al centenario della fine della Prima Guerra Mondiale, la Contrada di Sant’Agostino si era portata in vantaggio su quella di San Marco per 54 Pali e mezzo (quello del 1713 fu vinto dalla Tartuca ex equo con l’Oca) a 54. I chiocciolini non hanno ancora mai gioito nel 21° secolo, la loro ultima vittoria risalendo al Palio d’agosto del 1999.
A Provenzano, nella chiesa di contrada intitolata alla stessa Madonna nel cui onore si corre il Palio di luglio, sbandierano dunque la Giraffa e insieme a lei la Tartuca, la Contrada Imperiale e quella più antica di Siena, almeno in accordo con il Diario di Girolamo Gigli, commediografo e storico senese coetaneo di Violante. Un tripudio di colori, biancorosso e gialloblu.
Appuntamento ad agosto, possibilità di rivincita per Chiocciola ed Aquila che corrono di diritto e con la Tartuca che sconta l’ultimo Palio di squalifica dopo le sanzioni comminatele l’anno scorso. Il drappellone sarà disegnato – come consuetudine – da un artista di fama internazionale (essendo quello di luglio riservato agli artisti senesi): nientemeno che Milo Manara.
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