Parla Londra. Trasmissione destinata alle forze combattenti nelle zone occupate.
Alcuni messaggi in codice:
«L’Italia non è un paese povero, ma piuttosto un povero paese»
(Charles De Gaulle)
«Io ho creato il vaccino che ha eliminato la poliomielite come minaccia principale per la salute umana. Il resto è confusione di voi giornalisti.»
(Albert Bruce Sabin)
«Il solo scopo di questa propaganda [dei vaccini] non è quello di rendere sicura la salute e il benessere dei bambini, ma garantire il regolare flusso di profitti ai medici e alle case farmaceutiche.»
(Herbert Macgolfin Shelton, educatore igienista americano)
«Chi si proponga di diffondere la salute su ampia scala eliminando dal mondo tutte le “malattie dell’infanzia” attraverso le vaccinazioni, otterrà bambini malaticci e cagionevoli anziché sani.»
(Ruediger Dahlke, medico tedesco)
Un governo che ha dimostrato ampiamente di non avere niente di meglio da fare firma in nottata (che Dio non abbia mai a vedere alla luce del sole cosa fanno gli uomini su questa terra…..) il DPCM che introduce il Green Pass sul territorio nazionale, e – negli auspici – anche abroad, all’estero.
Siamo davvero quel povero paese di cui diceva Charles de Gaulle, se abbiamo fatto di un ottuso bancario uno statista di primo piano. Non da Premio Nobel, per quello bisogna avere anche la qualifica LGBT e #blacklivesmatter, ma insomma almeno un Grammy Awards delle boiate l’Unione Europea al Draghi prima o poi glielo recapita. A domicilio, magari, come i Tapiri di Striscia la notizia.
E niente, il bancario intanto va a dritto pertinace, anche se attorno a lui la verità ufficiale, di regime, sta crollando, ed il re è sempre più nudo. Luca Pani, ex presidente dell’AIFA Agenzia Italiana del Farmaco, dice senza mezzi termini che vaccinare con due marche diverse è – fantozzianamente parlando – una cagata pazzesca, ed anche pericolosa. E che la vicenda di ASTRA ZENECA è stata in sostanza mal gestita sia a livello italiano che europeo. Anche se poi, aggiungiamo noi, dati – anzi, danni – alla mano le altre marche fanno le stesse vittime, se non di più.
«Potremmo perdere la fiducia dei cittadini», chiosa Pani. Ma pensa un po’….. Il bollettino delle vittime della campagna vaccinale offusca quello della prima ondata del Covid, e va ad assomigliare sempre di più alla lapide commemorativa di Redipuglia: perso un occhio, persa la parola, emiparesi permanente, amputazione di uno o due arti, trombosi invalidante, caduto (letteralmente) per aver perso il senso dell’equilibrio. Morta a 18 anni, per aver avuto l’unica colpa di fidarsi dei grandi.
Sono sempre di più i medici che si discostano dalla versione rimaneggiata del giuramento di Ippocrate e seguono la vulgata del proprio Ordine, che continua ad ignorare la terapia domiciliare e quanti dei suoi iscritti la eserciterebbero convintamente (tanti da riempire grandi piazze nelle nostre maggiori città), e che come Deng Xiao Ping in Cina qualche anno fa ha lanciato la parola d’ordine “crescete ed arricchitevi”. Un medico ospedaliero intra moenia prende 90 euro aggiuntive l’ora per somministrare i vaccini, esentasse. Volete che sia lui a strozzare la gallina dalle uova d’oro dicendo al cittadino-paziente di non farne di nulla, perché come minimo di quella roba in corpo non v’é certezza, et eziandio probabilmente non serve a nulla? Più facile che, come è successo a chi scrive, ci si senta dire dal proprio medico curante che una pregressa trombosi non è da ritenersi causa ostativa al vaccino. A’ Ippo’, facce rìde……
Sono sempre di più i virologi, gli immunologi, gli infettivologi, insomma gli ologi da studio televisivo (varietà infestante della specie assai numerosa alle nostre latitudini) che sentono l’aria che tira e cominciano a divulgare verità vere per quanto a mezza bocca. Il prof. Grisanti se ne è uscito papale papale con un “questa non è una vaccinazione di massa, è una sperimentazione collettiva, con tutte le caratteristiche di approssimazione ed incertezza del caso. Abbiamo sbagliato, dovevamo dirlo alla popolazione, che aveva diritto ad essere informata”. Pochi studi più in là, dalla Falcetti ormai l’esimio prof. Cricelli risponde solo a monosillabi, e spesso stizzito. Poi c’é Burioni, che dà di cretino a Gianni Rivera senza accorgersi che come la Strega di Biancaneve sta parlando davanti ad uno specchio.
Cari Grisanti e Cricelli, non è il vostro campo, ma insomma bastava l’educazione civica delle vecchie Elementari per sapere che sì, era diritto dei cittadini italiani non essere considerati gregge da immunizzare a forza di discorsi, né cavie da laboratorio da osservare mentre corrono sulla ruzzola dopo l’iniezione potenzialmente letale. Ma piuttosto cittadini di un paese democratico, che avevano pieno diritto di sapere le cose come stanno realmente, senza la giaculatoria di RAI e mezzi di informazione tutti che ricordano loro che devono morire e che imperterriti aggiornano bollettini di guerra e inviti a mettersi in regola. Non più con il canone RAI, ma con i vaccini.
Il mantra italiota é: se vuoi andare ai Caraibi e alle Maldive, ti devi vaccinare. O, a seconda delle possibilità, anche solo se vuoi andare a Vada – Rosignano in campeggio. Non saprai mai cosa hai in corpo fino a quando Alien non si ridesterà nelle tue viscere, ma in compenso puoi prenotare le vacanze 2021. Contento?
Sarà un caso, si vedono molti rincoglioniti alla guida in questi giorni, più della media solita. E molti con la pupilla dilatata (absit iniuria verbis, ma c’é sembrato addirittura ieri sera che il sig. Presidente Mattarella avesse uno sguardo diverso dal consueto; che gli sia già stato inoculato il terzo richiamo?). A pensar male si fa peccato, ma hai visto mai che sia tutto un effetto collaterale del vaccino?
Intanto, chi vuole si può rimettere in fila dal primo luglio per fare il pass, anche se nella maggior parte del pianeta nessuno glielo chiederà. Perfino il governatore sardo Solinas, colui che voleva interdire sull’isola le seconde case ai vacanzieri soltanto pochi mesi fa, adesso dichiara la Sardegna città aperta. Se tiri fuori il pass all’estero, c’é caso addirittura ti ridano in faccia. Italiano, eh?
A Copenhagen e a Budapest si gioca l’Europeo di calcio a stadi esauriti e senza ostentar di mascherine. All’Olimpico di Roma siamo arrivati ad ammettere obtorto collo il 25% del pubblico pre-pandemia. E c’é inoltre bisogno che un membro del governo, Matteo Salvini, ricordi quotidianamente ai suoi colleghi che la mascherina all’aperto non serve a niente, ed è ora di toglierla insieme al coprifuoco. Non foss’altro per smetterla di sembrare ridicoli.
Per chi al pass ci crede, nonostante tutto, ricordiamo che siamo in attesa da oltre vent’anni della carta di identità elettronica che ottempera ad una direttiva comunitaria. La maggior parte dei Comuni italiani ancora non la rilascia, troppo costoso, troppo complicato. Adesso tocca alle ASL, che oltre alla caterva di attribuzioni ed adempimenti (un assembramento di competenze aggravato dalle vere o presunte necessità comportate dalla pandemia) adesso si ritrovano di fatto e di diritto in gestione questa nuova anagrafe sanitaria del cittadino. Un’altra tessera che si sovrappone, se mai esisterà veramente in concreto, alla tessera sanitaria dotata di quel bel cip color oro dentro cui ancora non si sa bene cosa sia custodito, dei nostri segreti clinici.
Avanziamo un pronostico. Se abbiamo annusato bene l’aria che tira e conosciamo un po’ i nostri polli italiani, tra due o tre mesi di questa campagna vaccinale e delle (costose) fregnacce ad essa connesse non parlerà più nessuno. E come dopo i Getsemani e l’arresto di Cristo, saranno molti che come Pietro negheranno di averne mai anche solo sentito parlare.
Se poi Roberto Mancini porta i suoi ragazzi a vincere l’Europeo, anche già tra quindici giorni.
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