Da sinistra verso destra, Enrico De Nicola firma la Costituzione alla presenza del Presidente del Consiglio Alcide De Gasperi, del funzionario della Presidenza Francesco Cosentino, del Ministro Guardasigilli Giuseppe Grassi e del Presidente della Costituente Umberto Terracini
Umberto Terracini, presidente dell’Assemblea Costituente, proclamò approvata la nuova Costituzione della Repubblica Italiana la sera del 22 dicembre 1947, dopo un lavoro durato un anno e mezzo. L’Assemblea era stata eletta il 2 giugno 1946, contestualmente al referendum istituzionale per la forma monarchica o repubblicana.
Nell’Assemblea, le forze che si sarebbero contrapposte nel dopoguerra – quelle socialcomuniste e quelle che facevano capo alla Democrazia Cristiana – trovarono un compromesso che alla luce degli eventi successivi culminati nella Guerra Fredda ebbe quasi del miracoloso.
La concessione fatta dalle sinistre sull’art. 7, che recepiva nel nuovo ordinamento i Patti Lateranensi e manteneva alla religione cattolica il rango di religione di Stato (pur garantendo libertà di esercizio agli altri culti nell’articolo successivo) fu ricambiata dalle forze centriste con i riconoscimenti del valore sociale del lavoro e della proprietà privata (artt. 1 e 3) e con il chiaro riferimento al ripudio della guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali (artt. 10 e 11).
La prima parte, contenente i principi generali del nuovo ordinamento, è a parere unanime ancor oggi la forma statutaria più avanzata nel mondo occidentale e forse nel mondo intero. I primi 12 articoli costituiscono i Principi Fondamentali, i successivi 42 i diritti e doveri dei cittadini.
La seconda parte fu figlia dei tempi e del compromesso reso necessario dalla necessità di evitare il riformarsi a breve di un nuovo potere dittatoriale quale quello contro cui la Resistenza aveva da poco smesso di combattere. Fu stabilito un parlamento sovrano, un esecutivo tendenzialmente debole ed un potere giudiziario sostanzialmente privo di qualsiasi forma di controllo. E’ la parte che ad oggi mostra oggettivamente la maggior necessità di essere riformata.
Il Capo Provvisorio dello Stato, Enrico de Nicola, firmò e promulgò la nuova costituzione il giorno 27 dicembre. Lo stesso giorno la carta fu pubblicata sul numero n. 298 della Gazzetta Ufficiale della Repubblica, in edizione straordinaria. Entrò in vigore a tutti gli effetti il 1° gennaio 1948.
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