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I tedeschi saranno padroni di un continente unito ma triste

Curzio Malaparte

“L’altra notte scendevo da Monaco, diretto a Francoforte: a un certo punto, spaventato, fermai la macchina su un lato dell’autostrada. Saliva incontro a me un fiume impetuoso di enormi autocarri, con un rombo non di fiume in piena, ma di tuono. E un altro fiume di macchine scendeva turbinoso alle mie spalle, mi passava accanto con un alto urlo di motori, con un acuto sibilo di ruote sull’asfalto umido.

Mi pareva di trovarmi nelle retrovie di immenso esercito, nei giorni di un’offensiva. E non era, quello, se non l’aspetto solito delle autostrade della Germania occidentale, il solito traffico che, di giorno e di notte, si svolge ininterrotto fra la Ruhr e la Baviera, tra il Reno e Amburgo, fra Basilea e Colonia, tra Mannheim e Kassel, fra Brema e Düsseldorf. Nulla, più di questo spettacolo straordinario, può dare un’idea dell’immane sforzo di ricostruzione della Germania di Bonn.

Non so se la potenza del lavoro tedesco costituisca un pericolo per l’Europa di domani. Ma so che non v’è, oggi, paese del mondo (compresa l’America) che possa tener testa alla Germania (in senso, naturalmente, relativo) in fatto di ritmo e qualità di produzione industriale. Gli americani ed Eisenhower per primo ne sono profondamente impressionati e, aggiungo, compiaciuti. Se Hitler non avesse scatenato la sua stupida, odiosa, guerra, oggi la Germania sarebbe, pacificamente, la padrona d’Europa.

C’è quasi (mi si consenta il paradosso) da «ringraziare» Hitler dell’enorme errore commesso. Ma questo «ringraziamento» si gela sulle labbra, quando si rifletta che, seguitando di questo passo, la Germania, fra una decina d’anni, sarà pacificamente la padrona di un’Europa divisa, stremata dalle lotte politiche e sociali, dalla cattiva amministrazione, e dalla fatale inerzia dei governi e dei popoli.

Parlavo l’altro giorno con un grosso industriale della Ruhr.

«Probabilmente», mi diceva, «la funzione della Germania nell’Europa di domani, sarà quella di ristabilire l’ordine, forse per conto dell’ONU, nei paesi europei disgregati dal comunismo, e in preda all’anarchia e al caos».

«Lei vuol dire che la Germania non avrà bisogno di far la guerra per occupare l’Europa. Occuperà l’Europa per garantire l’ordine sociale e la pace». «Esatto», disse.

«E il sogno dell’Europa unita?» gli domandai. «Non sarà più un sogno, sarà una triste realtà», mi rispose non senza ironia.”.

(Curzio Malaparte – Battibecco, 1953-1957, Vallecchi editore, 1967)

Autore

Redazione

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