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Il Canto di Natale di Topolino

Il 17 dicembre 1843 uscì a Londra pubblicato da Chapman & Hall A Christmas Carol: a ghost story of Christmas di Charles John Huffam Dickens. L’autore era un giornalista inglese che si stava affermando anche come scrittore specializzato in tematiche a sfondo sociale. La storia, Il Cantico di Natale, era la prima e la più importante di quelle che sarebbero state raccolte e conosciute come i Libri di Natale.

Dickens era un romanziere dell’Ottocento, e pertanto prediligeva per la sua narrazione il genere gotico, nella storia del Cantico i co-protagonisti erano infatti fantasmi: quelli del Natale passato, del Natale presente e del Natale futuro. Il protagonista principale era invece il reale e principale emblema di quel capitalismo sfrenato figlio della rivoluzione industriale le cui drammatiche ricadute sociali stavano particolarmente a cuore a Dickens e pervadevano tutta la sua opera.

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Charles Dickens e Walt Disney

Ebenezer Scrooge è l’avaro che antepone la ricchezza ai rapporti sociali, a qualunque forma di solidarietà umana. Spetterà al fantasma del defunto socio Jacob Marley toccargli il cuore mostrandogli le conseguenze della sua aridità e mancanza di sentimenti, accompagnandolo attraverso la Notte di Natale verso la sua redenzione. Lo sfondo del racconto è quello dell’epoca delle Poor Laws, lo strumento con cui il governo inglese cercava di alleviare le condizioni delle classi meno abbienti fino all’introduzione del Welfare State, finendo tuttavia spesso e volentieri per aggravarle.

L’alfiere della critica sociale britannica era destinato a trovare un inaspettato epigono e degno rappresentatore, in quel cinema che sarebbe stata la Decima Musa del secolo successivo, nel re dell’animazione americano Walt Disney, che avrebbe tratto ispirazione dall’avaro di Dickens per il suo Zio Paperone (nell’inglese originale, Uncle Scrooge).

ChristmasCarol171221-001La Walt Disney Productions avrebbe poi realizzato nel 1983, quasi vent’anni dopo la scomparsa del suo fondatore e 140 anni dopo la sua uscita, la più riuscita trasposizione cinematografica a tutt’oggi del racconto di Dickens: il Canto di Natale di Topolino (Mickey’s Christmas Carol).

Alcune curiosità: si trattava del primo cortometraggio avente per protagonista il celebre topo dal 1953, esattamente trent’anni prima, ed il primo in cui la voce non gli era prestata direttamente dal creatore, Walt Disney, scomparso ormai da diciassette anni. Fu l’ultima volta in cui Paperino ebbe la voce dello storico doppiatore Clarence Nash.

Il cortometraggio ebbe la nomination ai Premi Oscar del 1984, anno successivo alla sua uscita nelle sale, come miglior cortometraggio di animazione.

La carol di oggi non può essere dunque che la madre di tutte le carol natalizie.

Autore

Simone Borri

Simone Borri è nato a Firenze, è laureato in scienze politiche, indirizzo storico. Tra le sue passioni la Fiorentina, di cui è tifoso da sempre, la storia, la politica, la letteratura, il cinema.

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