Firenze

Il caso Nardella

I sindaci in rivolta contro Salvini vorrebbero essere considerati gli eroi degli ultimi giorni del PD, assediato a Fort Alamo. Ne parliamo in altra parte del giornale, ma qui vale la pena di approfondire un caso particolare, quello di Dario Nardella. Personaggio del tutto anonimo, che la sorte ed il voto della buona borghesia fiorentina hanno investito della fascia tricolore di una delle più importanti delle nostre città, Dario Nardella è un ex ragazzotto di Torre del Greco giunto a Firenze per suonare il violino e ritrovatosi con un destino scritto secondo cui un giorno si sarebbe spacciato per un redivivo La Pira, e avrebbe fatto gli stessi danni.

Egli segue a due personaggi assai più significativi, dei quali vorrebbe e dovrebbe portare a termine l’opera. Il primo fu Leonardo Domenici, un apparatchik comunista e postcomunista dalla gelida e fino ad un certo punto ben celata arroganza che si presentò alle elezioni del 1999 come il Dalai Lama, salutando tutti con un aiurvedico ed induista segno della pace che poi fece rimpiangere abbondantemente per i dieci anni successivi ai suoi concittadini, mandati apertamente a quel paese ogni qualvolta davano mostra di sindacare le insindacabili decisioni sue e del Partito. Poi fu la volta del guascone – diciamo così – Matteo Renzi, che adesso racconta la grande storia di Firenze, ma che ancora non ha chiarito la propria: come ha fatto soprattutto a scappare via da Rignano e a vincere le elezioni a sindaco nel 2009 con il programma dell’avversario, Giovanni Galli.

Infine è arrivato lui, Dario Nardella, il fondo di un barile ormai fin troppo raschiato, insediato a Palazzo Vecchio dal suo ex capo che nel frattempo si era insediato a Palazzo Chigi. E i fiorentini giù a votare, e poi a rimpiangere puntualmente quel voto.  Nardella è un uomo dalle poche idee (ereditate, peraltro, come la controversa tramvia che non vedrà mai la fine, o lo stadio nuovo, che non vedrà mai l’inizio) ma confuse. E’ un uomo che per avere qualche chance in primavera, quando anche per Palazzo Vecchio si rivoterà, deve aggrapparsi a qualcosa. Quel qualcosa è l’aria fritta del PD, i diritti dei non cittadini, l’antifascismo senza più fascisti, la solidarietà con chi fa affari sulla pelle di italiani e africani, la progettualità di chi sta portando a termine vecchie speculazioni ed aspetta l’avvio delle nuove.

Chiagnere e fottere, un vecchio detto napoletano che ormai conoscono in tutta Italia, soprattutto a Firenze. Dove il PD fotte da tanto e dove la gente comune (quella italiana, che paga il ticket ed anche caro se vuole accedere alla sanità, che si vede sempre messa fuori lista per le case popolari e i servizi sociali, che paga tasse sempre più salate senza poterne più seguire la destinazione e biglietti dell’autobus sempre più salati e riservati anche questi alla popolazione autoctona, Dio ne guardi, a pena altrimenti di essere considerati fascisti, senza cuore, o addirittura – come dice il prode Orlando – criminogeni) ha finalmente cominciato a chiagnere, e a domandarsi veramente perché chiagne. Perché alla seconda settimana di italiani ce ne arrivano sempre meno, mentre a giro si vede sempre più gente (lasciamo stare il colore della pelle, che non c’entra niente) che si riempie la bocca di diritto al lavoro e che nessuno vede mai e poi mai intenta a lavorare.

In attesa di sapere se i borghesi fiorentini che fanno affari grazie al partito dei buoni sono sempre tanti o sono in calo, e se Nardella dunque manterrà la prestigiosa e preziosa fascia (che permette di dire e fare tante cose negate agli altri comuni mortali, provate voi a sospendere o disapplicare una legge dello Stato) oppure tornerà a suonare il violino, ci permettiamo di suggerire una cosa. Un giro della Digos anche dalle nostre parti, a controllare cosa sta dietro a tante crisi politiche, a tante prese di posizione. E già che ci sono, a tanti lavori pubblici in appalto che non finiscono mai.

 

Autore

Simone Borri

Simone Borri è nato a Firenze, è laureato in scienze politiche, indirizzo storico. Tra le sue passioni la Fiorentina, di cui è tifoso da sempre, la storia, la politica, la letteratura, il cinema.

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