Arriva la notte delle streghe e purtroppo sono le ragazze della Fiorentina a vederle. Al Franchi succede ciò che a Kingsmeadows si era solo intuito. Different class, dicono gli inglesi. Classe superiore, è quella messa in campo dal Chelsea in questa serata in cui la ricorrenza di Halloween coincide con il saluto di Firenze alla Uefa Women’s Champions League.
Come un anno fa contro il Wolfsburg, è più difficile per le ragazze di Antonio Cincotta fare la partita tra le mura di casa che non in trasferta. A Londra si erano difese in modo compatto, e Stephanie Ohrstrom aveva fatto la differenza mettendoci quel qualcosa in più che aveva limitato i danni e lasciato aperte le speranze per il ritorno. A Firenze, le campionesse gigliate sono scese in campo determinate, ma consapevoli che rovesciare la tattica dell’andata attaccando il fortino inglese all’arma bianca sarebbe stato assai più complicato.
Così è stato. Mentre Guagni & c. cercavano di costruire gioco con grande difficoltà per il pressing alto delle avversarie, queste ultime ripartivano regolarmente in contropiede tagliando l’erba del Franchi come fa un coltello affilato con il burro. Il 6-0 finale è un risultato che penalizza troppo le padrone di casa, esaltando i meriti del Chelsea ma andando troppo oltre i demeriti della Fiorentina. Il 2-0 con cui si conclude il primo tempo, corredato di due traverse ed un palo colpiti dalle inglesi a fronte di una occasione viola per Alia Guagni (sinistro di poco a lato) e una per Ilaria mauro (girata di poco fuori) è probabilmente assai più veritiero.
Il primo di Spence al 24’ è un goal di quelli a cui da tempo Ilaria Mauro ci ha abituato, tiro da fuori ad effetto telecomandato all’angolino. Anche il raddoppio di Kirby al 37’, frutto di una azione manovrata in velocità che mette l’attaccante inglese sola davanti alla Ohrstrom, è un goal che sembra preso dal repertorio della nostra Mauro, con il tocco di punta ad anticipare il portiere da grande centravanti opportunista dell’area di rigore. Abbiamo gioito tante volte per giocate simili, stasera tocca applaudire le nostre avversarie che sembrano saper fare tutto e con più velocità delle nostre giocatrici, che pure ci mettono l’anima.
Nella ripresa, il tentativo viola di raddrizzare la serata e salvare almeno l’onore finisce al 52’, quando la Philtjens stende la Bachmann in area viola. Proteste poco convinte delle fiorentine, poi la Kirby trasforma il penalty e chiude definitivamente i giochi. La partita finisce lì, e da quel punto in poi è accademia britannica. E che accademia, poco dopo la Cuthbert insacca al volo su traversone della Kirby, che poco dopo ancora fa tripletta in serpentina. Chiude la Bachmann a venti minuti dalla fine, quando ormai il morale delle ragazze viola è soltanto un ricordo.
La differenza con il calcio inglese c’è, e si avverte forse in modo più sensibile a livello femminile che non maschile. Il Chelsea è una squadra che gioca un gran bel calcio, oltre che dalle notevoli doti atletiche, e se non sarà lei ad alzare alla fine questo trofeo, come profetizzò mister Cincotta all’andata, ci andrà comunque molto ma molto vicino. Il mister anche stasera sportivamente ci mette la faccia, riconoscendo la bravura delle avversarie e nello stesso tempo sottolineando il margine di miglioramento che può avere questa Fiorentina se trae la giusta lezione anche da una notte delle streghe come questa.
Tre anni fa questa squadra non esisteva, e a ben guardare non esisteva nemmeno – o quasi – un campionato di calcio femminile italiano. Adesso la Fiorentina è stabilmente tra le prime sedici squadre di Europa. Perdere contro avversarie come queste non è un disonore. Ma non è detto che debba piacerci. All’anno prossimo.
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