Sono passati dieci anni, dunque, e per quanto mi riguarda un paio di migliaia circa di articoli. Nel frattempo Andrea Sarti, per più che meritati meriti pensionistici, mi aveva lasciato in eredità la sua creatura, e intanto non lo ringrazierò mai abbastanza, soprattutto per quello che mi ha insegnato sul mestiere più bello del mondo, quello del giornalista. Nel frattempo, quella sua creatura aveva cambiato nome, si chiamava Bloogger. Poi lo ha cambiato di nuovo, adesso  si chiama FlorencePlus.

Ma non è tutto, le sorprese in questa vita non finiscono mai, ed ecco dunque il vecchio direttore di nuovo in pista – o in campo, come andava di moda dire qualche anno fa -, perché alla fine alla passione ed al mestiere non si comanda, anche in pensione.

I nomi e le persone cambiano, questo giornale la direttrice Patrizia Iannicelli ed io speriamo di averlo mantenuto allo stesso livello a cui l’abbiamo ricevuto, con la soddisfazione di riconsegnarlo adesso al fondatore  senza aver fatto troppi danni ed aver dimenticato troppi dei suoi insegnamenti. Intanto, quella certa ricorrenza si è allontanata nel tempo di altri dieci anni,  sono più di 50 adesso, e soprattutto appare sempre più difficile che essa possa riverificarsi nell’arco delle nostre vite. Ma questo è un altro discorso.

Andrea

Spero, speriamo di non avervi tediati troppo in questo tempo, in tal caso vorremmo continuare. Sì, credo che continueremo a scrivere e a pubblicare. Avremo sempre meno lettori, perché quando si dicono cose scomode, in controcorrente, la gente tende a defilarsi. E poi, sulla nostra testata non campeggia uno dei nomi che vanno, o sono andati finora per la maggiore. E’ il principio di autorità. IPSE DIXIT. Noi non siamo quell’IPSE. Dalla nostra parte abbiamo solo una briscola, che dovrebbe valere tanto eppure in Italia vale pochissimo, perché paradossalmente toglie credito invece di darne: non prendiamo soldi da nessuno e non abbiamo tessere.

Patrizia

In questi anni nel nostro paese si è combattuta e forse si sta ancora combattendo una battaglia durissima, la nostra società si è spaccata in due. Chi segue la corrente, per interesse o per – diciamo così – pigrizia mentale, e chi cerca disperatamente di risalirla, come i salmoni, per ribellarsi ad un destino che sembrava già scritto. Con il coronavirus, vero o presunto pericolo per la nostra specie, è  diventato tutto più difficile.

Non possiamo rinunciare a dire la nostra. Non adesso. Non più. I nostri maestri con noi non hanno perso tempo. Per almeno altri dieci anni ci dovrete sopportare. E la Provvidenza sa che non le mettiamo limiti.