Nella trentasettesima giornata di campionato i viola sono di scena al Tardini contro il Parma. Con il completo rosso in onore del quartiere di Santa Maria Novella, la squadra di mister Montella parte con il modulo del 4-3-3, Lafont tra i pali, Milenkovic, Ceccherini, Vitor Hugo, Biraghi in difesa, centrocampo con Veretout, Gerson, Benassi, in avanti Mirallas, Simeone, Chiesa.
Match decisivo per i ducali in ottica salvezza, che colorano lo stadio interamente di gialloblù per i biglietti messi in vendita ad un prezzo simbolico di un euro, buona la presenza dei supporter della Fiorentina nel settore ospiti con quasi 800 tifosi.
I viola partono subito in avanti, un pallone di Chiesa esce di poco al lato, ma la risposta dei ducali non si fa attendere con Gervinho che viene fermato dal palo. L’arbitro di turno Giacomelli lascia proseguire su diversi falli. I viola nelle ripartenze ci provano ma non trovano l’ultimo passaggio risolutivo. Quasi alla mezz’ora primo cambio, infortunio di Mirallas costretto a lasciare il campo, al suo posto entra Dabo.
Un sinistro di Simeone di poco fuori, dalla parte opposta il centrale del Parma Gagliolo centra la traversa. Nei minuti finali Benassi passa in area un pallone a Simeone anticipato al momento del tiro. Dopo due minuti di recupero si va all’intervallo.
Al rientro in campo subito pericolosi gli ospiti, una bella giocata di Chiesa si ferma sulla traversa, ancora il numero 25 che recupera palla per Benassi ma il portiere Sepe manda in corner. I viola provano a portarsi in area avversaria, ma pochi gli spazi nella difesa ducale. Ancora un’occasione di Vitor Hugo, ma respinta. In campo la gara senza sussulti, fasi di confusione senza che le due squadre cercano di spingere in fase offensiva, anche se un tiro di Kucka viene fermato sulla linea da Benassi.
Il secondo cambio tra i gigliati esce Simeone per Muriel. I viola cercano di rallentare il ritmo, anche se in area Milenkovic colpisce il palo. Un minuto dopo da una palla inattiva per un fallo di Dabo, cross di Scozzarella viene toccato da Ceravolo e poi per una sfortunata deviazione di Gerson entra in rete.
Nei minuti finali il terzo cambio con Vlahovic al posto di Dabo. Attacca a testa bassa la Fiorentina che anche oggi ha sprecato tanto, ed è stata come nelle ultime gare sfortunata, almeno il pari ci stava. Nei quattro minuti di recupero viola stanchi e imprecisi, con il triplice fischio che porta alla matematica salvezza del Parma che manda in delirio tutto il Tardini. Termina la gara con il nervosismo di Montella che viene espulso dall’arbitro dopo aver dato un pugno ad un cartellone pubblicitario, e le lacrime di alcuni giocatori che evidenziano il momento triste e complicato.
La solita squadra, il solito copione, creare diverse occasioni, (quasi il 62% di possesso palla) senza concretizzare, il reparto offensivo ormai il principale responsabile, clamorosi gli errori di Simeone, ma anche l’ingresso di Muriel non ha portato soluzioni, ben lontano il colombiano dal suo arrivo a Firenze, la difesa come abitudine alla minima disattenzione regala il vantaggio agli avversari.
La sola volontà e la determinazione di un ragazzo di 21 anni, Chiesa, non in perfette condizioni, spesso non sono bastate, in quanto oltre la carenza tecnica dei singoli, in questa lunga scia di sconfitte dobbiamo rimarcare la mancanza di grinta, di carattere, di cuore, una squadra allo sbando che ha mollato mentalmente. Perché le ultime sconfitte sono arrivate con avversari inferiori (Frosinone, Empoli, Sassuolo, Parma neo promossa), ed è proprio questo la triste realtà, la fragilità e il limite di una squadra senza esperienza che alle prime difficoltà non ha saputo trovare la forza di reagire.
La Fiorentina come in un film dell’orrore sprofonda, nel peggiore degli incubi, quello di giocare gli ultimi novanta minuti per la salvezza. Una situazione paradossale e incredibile, contro il Genoa dell’ex mister tanto amato Prandelli, con una serie di combinazioni di risultati, la cosa fondamentale non perdere. Una domenica al cardiopalma che Firenze ha vissuto altre volte, dove il Franchi dovrà diventare il dodicesimo uomo, una bolgia per arrivare all’ obiettivo della permanenza della serie A.
Dopo il triplice fischio ognuno farà le proprie valutazioni, proprietà e dirigenti, dovranno spiegare e motivare una stagione incomprensibile e scellerata, assumendosi le proprie responsabilità, e quali prospettive per il futuro. La Fiorentina e Firenze aspettano risposte e ben altro rispetto.
Lascia un commento