Ombre Rosse

Il popolo italiano contro Sergio Mattarella

Con il discorso di ieri sera, Sergio Mattarella si è messo in stato d’accusa da solo. Ha ammesso di non essere più il capo di uno stato sovrano, di non essere più il garante di quella sovranità e della costituzione che ne regola l’esercizio. Si è schierato dalla parte dei cosiddetti poteri forti europei e nostrani, come il suo predecessore prima di lui e come l’intero partito che l’ha posto nell’ufficio che ora ricopre al di fuori del dettato costituzionale.

Come Oscar alla carriera di oscuro peone democristiano sempre pronto ai servizi più bassi, da quando con il suo Mattarellum redasse il primo affossamento della volontà popolare, stamattina ha conferito l’incarico ad un esponente del PD, il partito contro cui la nazione italiana si era pronunciato lo scorso 4 marzo decretandone la calmorosa sconfitta.

Non è un caso che quel partito si sia da ieri sera dichiarato pienamente solidale con Mattarella e «pronto a qualsiasi scenario», per bocca del suo reggente Martina. Non è un caso che l’informazione addomesticata ormai da anni dal PD stamattina sia quasi tutta schierata a sostegno di un capo che si è messo contro il suo stato e delle violenze da lui perpetrate nei confronti del nostro ordinamento giuridico. Con tanto di falsificazione della giurisprudenza.

Non si può fare a meno di ricordare i salti che facevano Renzi e Delrio il giorno che riuscirono a fare eleggere Sergio Mattarella al Quirinale. Sapevano loro perché, e la sensazione è che sia arrivato il momento di saperlo tutti.

P.S. è arrivato anche il momento che chi ha promesso il cambiamento si dia da fare concretamente per attuarlo. Passare le giornate a comiziare o a partecipare a trasmissioni televisive inutili e confusionarie serve a poco. Chi porta la gente in piazza deve sapere dove e come indirizzare i suoi sentimenti.

Autore

Simone Borri

Simone Borri è nato a Firenze, è laureato in scienze politiche, indirizzo storico. Tra le sue passioni la Fiorentina, di cui è tifoso da sempre, la storia, la politica, la letteratura, il cinema.

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