свет востока (*). La luce dell’est. Non è una commemorazione di Lucio Battisti. No, vuol dire che finalmente si comincia. L’alba sta sorgendo sui Campionati del Mondo di Calcio 2018, allo Stadio Lužniki di Mosca è tutto pronto o quasi. Robbie Williams succede a Shakira per inaugurare la nuova edizione della manifestazione sportiva più importante del mondo, la ventunesima. Che per la prima volta si disputa nel più vasto stato del mondo, e quello che ha dovuto attenderla più a lungo.
La Russia ce l’ha fatta, superando non tanto problemi organizzativi quanto politici. Boicottaggi, squalifiche, sanzioni, e soprattutto cattivissima stampa, messasi in moto già all’indomani dell’assegnazione di questo torneo di cui ha beneficiato da parte di una FIFA in procinto di diventare altrettanto screditata, se non di più. Vladimir Putin ha stretto i denti, ed è sopravvissuto a quel Sepp Blatter ed a quel Michel Platini di cui ormai ognuno nega perfino il ricordo. La Russia si tiene i suoi mondiali, orgogliosamente, e da oggi li mostrerà al mondo, provando magari anche a vedere se è così difficile vincerli.
Si chiamava Unione Sovietica quandò trionfò a Parigi nella 1^ edizione del campionato europeo, Coppa Henri Delaunay. Da allora ha cambiato regime, ma non l’inno, che sentiremo risuonare stasera maestoso e suggestivo come sempre, a prescindere da come ognuno la pensi. La Russia aspettava questi mondiali, ed aspetta la sua prima stella mondiale. Chissà che proprio la squadra di casa non possa essere l’outsider di questa edizione, visto che è difficile stabilire chi sia stavolta il favorito.
Mai pronostico è stato tanto incerto, con un Brasile da rifondare, un’Argentina alle prese con troppa abbondanza e troppe prime donne (o donnette), una Germania alle prese con quattro anni di età media in più, una Francia alle prese con la sua consueta ed eccessiva presunzione, una Spagna con i suoi problemi gestionali anche quest’anno mascherati dai galacticos del Real Madrid. Con una Olanda ed una Italia rimaste a casa, a sfogliare l’album dei ricordi.
Già, che mondiali saranno, senza l’azzurro? Capace che ce li godremo più del solito, senza patemi, senza polemiche (già consumate abbondantemente nei lunghi mesi trascorsi tra il trionfo svedese a San Siro e la rifondazione di Mancini).
Saremo qui, su Bloogger, a raccontare di questa nuova luce che viene da est, ogni volta che ci sarà qualcosa da raccontare. Buon divertimento a tutti, e per ingannare le ultime ore di attesa, ecco qui l’inno ufficiale di questi Mondiali: Live it up.
До свидания (**). Arrivederci.
(*) pronuncia: svet vostoka
(**) pronuncia: dasvidania
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