Nel posticipo domenicale della ventisettesima giornata di campionato, la Fiorentina al Franchi, affronta la Lazio, sfida in ottica Europa. Buona l’affluenza di pubblico con 28.727 spettatori totali sugli spalti. Si parte con il modulo del 4-3-2-1, Terracciano tra i pali, l’ex Empoli sostituisce l’infortunato Lafont, in difesa Milenkovic, Pezzella (Cap.), Ceccherini, Biraghi, centrocampo con Benassi, Edimilson e Veretout, in avanti Chiesa, Gerson, Muriel. All’ingresso in campo delle squadre un lungo applauso per l’ex Milan Badelj.
Nei primi minuti di gioco si notano le prime difficoltà dei viola, l’unico tiro è di Muriel dalla distanza ma fuori dallo specchio della porta. Al minuto 13 tutto lo stadio tributa un lungo applauso in onore di Davide Astori. Gli ospiti provano a chiudere gli avversari nella propria area, la difesa e Terracciano evitano il peggio.
Al ventunesimo il primo intervento del portiere viola che respinge un tiro ravvicinato di Immobile, grande parata e pallone che si ferma sul palo. Dopo due minuti lo stesso attaccante biancoceleste realizza il goal del vantaggio, un gran destro e siamo sullo zero ad uno. Intanto si nota Chiesa che mostra qualche problema fisico, niente scatti, pochi dribbling e accellerazioni, scambi di sguardi verso la panchina, prova a rimanere in campo, ma al trentaseiesimo chiede il cambio. La disperazione di non poter dare il suo contributo è racchiusa nelle immagini in panchina, la sofferenza di un ragazzo con la maglia sul viso, di un campione costretto a fermarsi suo malgrado. A fine gara si parla di un problema muscolare al retto dell’addome già avvertito in settimana, da valutare i tempi di recupero. Entra al suo posto Simeone.
La prima frazione di gioco termina con poche iniziative dei viola che non trovano spazi in attacco, ma con altre due belle parate del portiere viola. Dopo l’intervallo riprende il gioco con il secondo cambio esce Edimilson per Mirallas. L’ingresso del belga vivacizza le azioni e la Fiorentina dopo quarantacinque minuti di difficoltà, in balia degli avversari, sembra trovare grinta e determinazione per evitare una pesante sconfitta.
Il pareggio arriva al sessantunesimo da una bella azione che parte da Mirallas sulla sinistra, Muriel in area trova l’angolo giusto per il gol. Due minuti e i viola ancora in area sprecano una bella azione iniziata con Simeone che Mirallas manda in alto sulla traversa.
I padroni di casa ancora in avanti, occasione di Gerson, ma è Simeone che dopo un aggancio sulla linea entra in area e viene fermato da Acerbi, episodio dubbio su cui il Var non evidenzia nessuna sanzione. L’ultimo cambio esce Ceccherini per Vitor Hugo.
Dopo tre minuti di recupero termina la gara. Mediana e difesa i reparti che hanno subito la maggiore brillantezza degli avversari, tra i migliori un plauso all’esordiente in maglia viola Terracciano, ma buone le prestazioni anche di Mirallas e Simeone che cambiano volto alla squadra spenta e abulica vista nel primo tempo.
Ancora decisivo e determinante, Luis Muriel, il colombiano dal suo arrivo a gennaio ha dato una svolta positiva al reparto d’attacco, numeri importanti per l’ex Siviglia (a breve il riscatto e il passaggio definitivo in viola) con 8 goal, sei in campionato e due in Coppa Italia, in 11 gare.
La Fiorentina come nella maggior parte della stagione, ha messo in scena il solito noioso copione, un tempo regalato agli avversari, per stanchezza, per inferiorità tecnica, per mancanza di ricambi. Il problema di Chiesa che non si è mai fermato, campione e simbolo della squadra, trascinatore e combattente fino all’ultimo secondo, ha evidenziato quanto sia stata necessaria la sua presenza in campo, senza avere un degno sostituto che lo portasse a rifiatare nelle gare meno importanti.
Per volontà, grinta, carattere e cuore hanno fatto di questa squadra una delle più forti del campionato, ma quando gli avversari sono superiori per doti tecniche e nei singoli, le lacune tornano a galla con una classifica mediocre che lo evidenzia. Un copione già visto, una rimonta per raggiungere il solito pari (tredicesimo della stagione) deludente e inutile, che allontana anche quel minimo obiettivo preposto, quello di migliorare la posizione dell’ultima stagione.
Le poche speranze per l’Europa, si riducono al ritorno della semifinale a Bergamo contro l’Atalanta, sfida complicata e ultima spiaggia per evitare un fallimento su tutti i fronti.
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