Dopo la gara del quarto turno di Coppa Italia che nei supplementari ha portato la squadra viola agli ottavi, si riparte con la nona giornata di campionato. I ragazzi di Prandelli sono impegnati nella delicata quanto difficile sfida al Meazza contro la capolista Milan, dell’ex mister Stefano Pioli (nell’occasione non in panchina per la positività al Covid-19, al suo posto il secondo Daniele Bonera).
Il mister viola recupera giocatori importanti come Ribery e Callejon, i rossoneri costretti al forfait di Ibrahimovic e Bennacer. Dopo gli omaggi tributatigli in tutto il mondo, anche nelle gare del week end la Serie A ricorda il magico numero 10 Diego Armando Maratona, con diverse iniziative. Durante il riscaldamento delle squadre sui maxi schermi il video del prepartita dove palleggia con immagini che hanno fatto la storia del calcio.
I giocatori con il lutto al braccio osservano un minuto di silenzio, sugli spalti vuoti la scritta CIAO DIEGO, al decimo minuto ancora l’immagine del campione, con una breve interruzione di gioco. All’ingresso delle squadre, prima della gara, il capitano viola Pezzella, argentino come il campione scomparso, mostra una maglia con la scritta Maradona e il numero 10, l’ennesimo tributo per commemorare uno dei giocatori più forti al mondo.
La formazione dei viola parte con il modulo del 4-3-3, Dragowski, Milenkovic, Caceres, Pezzella (cap.), Biraghi, Castrovilli, Pulgar, Amrabat, Callejon, Vlahovic, Ribery. La prima azione è rossonera ma il portiere gigliato non si fa sorprendere, con i minuti la squadra ospite prova a portarsi in avanti e Donnarumma si salva in corner. Minuto dieci ancora applausi in campo e sulle panchine per il Pibe de Oro.
La Fiorentina tiene testa alla capolista e mostra di poter giocare alla pari. Al diciassettesimo corner dalla destra per i padroni di casa, in area Kessie fa da torre, mentre sopraggiunge indisturbato dalla parte opposta Romagnoli che non fa altro un tap in per realizzare il goal del vantaggio, nell’occasione Pulgar in area non contrasta in nessun modo il capitano rossonero.
I viola provano a reagire, e al ventunesimo su cross di Ribery, si inserisce Vlahovic che con un sinistro centra il palo dopo un tocco del portiere. Pochi minuti e l’arbitro Abisso fischia un fallo in area di Pezzella su Saelemaekers, sanzionato dopo la visione al Var con la massima punizione. Sul dischetto si porta Kessie che spiazza Dragowski e porta al raddoppio del Milan.
La Fiorentina perde lucidità e convinzione, rischia la terza rete con Calhanoglu. Al trentasettesimo ancora un fallo della difesa viola, dalla sinistra Caceres allarga un braccio su Hernandez che cade, l’arbitro ancora una volta indica il rigore (alquanto dubbio). Ancora Keissie dal dischetto, ma questa volta il portiere polacco respinge il tiro dell’ivoriano, mantenendo accesa qualche flebile speranza di rimontare il risultato. Dopo due minuti di recupero si va all’intervallo.
Nella ripresa primo cambio entra l’ex Bonaventura al posto di Callejon. Ma è ancora il Milan a sfiorare il terzo gol con Calhanoglu che si ferma sul palo, dalla parte opposta bel tiro di Ribery che Donnarumma respinge. Ancora un cambio tra i viola entra Lirola al posto di Caceres. I gigliati provano con possesso palla a ritmi bassi, anche se i padroni di casa sono pericolosi in avanti.
Mister Prandelli prova tutte le carte con i cambi, Cutrone al posto di Ribery, subito dopo Borja Valero e Kouame al posto di Castrovilli e Vlahovic. I minuti scorrono veloci e le possibili azioni di rimonta sono nulle, cosi anche dopo il recupero di tre minuti. Il triplice fischio finale decreta la seconda sconfitta consecutiva di campionato.
La formazione messa in campo sembrava di buon auspicio, cosi come il modulo tra il 4-4-2, davanti alla difesa Amarabat e Pulgar al 4-3-3 con Ribery accanto a Vlahovic. Qualche azione e spunti nel primo quarto d’ora, hanno messo in evidenza carattere e volontà nell’ affrontare l’avversario senza timori reverenziali, ma alla prima disattenzione (come avviene da tempo), la squadra si disunisce, inizia ad arretrare e soprattutto mostra i limiti anche nei singoli che dovrebbero fare la differenza.
Il francese che incantava e veniva applaudito alla Scala del Calcio solo un anno fa, sembra limitato nel costruire e nel velocizzare le azioni, ma si nota anche un calo fisico, ci chiediamo se é fuori condizione per non aver recuperato del tutto dagli infortuni, o é demotivato per l’attuale situazione della squadra?
Castrovilli altro talento, giovane fantasista, tale da meritare una maglia pesante, la numero 10, sembra un altro giocatore, non si riesce a comprendere la sua involuzione. In mediana Amrabat ancora con una prova deludente, Callejon inesistente in campo, giustificato in quanto fermo a causa del Covid, ma lontano dai suoi standard abituali, la difesa disattenta e incerta, lo stesso Biraghi, uno dei pochi in forma nelle prime gare, meno lucido anche nei cross. Si salva il portiere Dragowski, che evita una peggiore disfatta.
Nel reparto offensivo il palo di Vlahovic poteva avere altra fortuna, ma il serbo non è mai incisivo e determinante, il problema realizzativo resta di difficile soluzione, senza un attaccante di ruolo. La solita deludente Fiorentina che precipita in caduta libera in una posizione di classifica che diventa preoccupante, sedicesima con otto punti, che potrebbe peggiorare ulteriormente con le gare da disputare. Il calendario fino alla sosta delle festività natalizie non è certo favorevole, 5 gare in 16 giorni, con squadre anche di primo livello (Genoa, Atalanta, Sassuolo, Verona, Juventus,), due settimane per cercare di uscire da questa crisi di identità e di gioco, ed evitare per il terzo anno consecutivo una salvezza al cardiopalma.
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