Non potevamo chiudere la settimana celtica se non con il brano che conclude la saga aperta da Enya sulle note di May it be. L’irlandese Enya è l’ultima delle fate rimaste nella nostra Terra di Mezzo ad ammaliarci con la sua voce che ci riporta indietro ad un mondo in cui i druidi raccoglievano il muschio nelle noti di luna piena e parlavano agli Dei da posti come Stonehenge, illudendoci di poterlo riscoprire e rivivere nella nostra new age.
La scozzese di Aberdeen Annie Lennox è una musicista classica mancata, e per fortuna. Al suo posto ci godiamo oggi una rockstar che nella sua carriera si è meritata l’appellativo di risposta femminile a David Bowie, con il quale condivide il carisma scenico e musicale e la refrattarietà a qualsiasi catalogazione artistica. Con il Duca Bianco, la Grace Jones bianca, la Diva (dal nome del suo primo album solista) duettò sulle ali della leggenda nel 1992 al Freddy Mercury Tribute Concert. E chissà che alla voce dei Queen appena scomparsa il loro omaggio (Under pressure) non sia risultato alla fine quello più gradito.
Anche lei venuta alla ribalta come cantante di un gruppo, The tourists, e consacrata da un altro gruppo, gli Eurythmics, fondati assieme al’ex compagno Dave Stewart. E poi infine splendida, meravigliosa, eclettica solista. A lei fu commissionata questa ballata struggente le cui note iniziano sulle immagini delle bianche navi che portano Frodo e gli Elfi via dalla Terra di Mezzo, verso il paradiso di Valinor, alla fine del Ritorno del Re che chiude la saga.
A lei andò quel premio Oscar che ad Enya era stato negato due anni prima. A lei il nostro ringraziamento non solo per la sua intera carriera, ma anche per aver chiuso un cerchio fantastico finendo di struggere il cuore nostro e di tutti i seguaci dell’Anello.
Appoggia
la tua testa dolce e affaticata.
La notte sta calando.
Sei arrivato alla fine del viaggio.
Dormi adesso, e sogna
coloro che sono arrivati prima.
Stanno chiamando
da una costa lontana…
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