Ore 10.30, Piazza del Duomo a Firenze, giorno di Pasqua. Il Brindellone, il carro che dall’epoca delle Crociate aspetta la Colombina per accendersi e scoppiare, è al suo posto. Dall’altare maggiore della Cattedrale, Santa Maria del Fiore, la Colombina parte, assistita ormai da un meccanismo ipertecnologico che ha sostituito la naturale casualità del volo di una colomba reale.
La colomba è simbolo di pace, simbolo della Pasqua. A Firenze è anche portatrice del presagio che, al pari del sangue di San Gennaro a Napoli, anticipa prosperità o sventura. Tutto dipende dal suo volo. Se dopo aver incendiato il carro ritorna verso l’altare, il prossimo sarà un anno propizio. Altrimenti, sarà un anno sventurato.
E’ il 1° aprile 2018. Parte la Colombina e fa il suo dovere. Il Carro scoppia, ma lei non ritorna al nido, si inceppa, gettando nella costernazione gli astanti, e tutti i fiorentini. Era successo soltanto due volte: nel 1940, e di lì a poco Firenze e l’Italia si ritrovarono coinvolte nella seconda guerra mondiale, e nel 1966, e di lì a poco Firenze diventò Venezia, l’Arno si riversò per le sue strade.
Si discute ancora sul mezzo flop del 2014. Quell’anno, il sindaco di Firenze Matteo Renzi si trasferì a Roma, al governo nazionale. I fiorentini, a dispetto del recentissimo risultato elettorale, si stanno convincendo che non si trattò proprio di un evento infausto.
E stavolta? Mentre l’Arcivescovo Betori continua a celebrare imperturbabile la Messa di Pasqua, la gente defluisce dalla piazza, probabilmente domandandosi che cosa la aspetta. Di cosa possa essere presagio negativo, funesto, il rituale non andato a buon fine.
Tra le autorità presenti, ride il sindaco Dario Nardella. E qualcuno, a vederlo, si interroga: nel destino di Firenze, disgraziata Firenze, ci sono altri cinque anni di governo PD, di amministrazione Nardella?
Signore, allontana dalla nostra città questo amaro calice!
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