Firenze Prato

La condanna de “Il Profeta”

Rodolfo Fiesoli all'uscita del Tribunale

Il fatto che un uomo di oltre 70 anni sia stato condotto in carcere, non può essere considerato un regalo di Natale. Rodolfo Fiesoli, anni 76, per chi non lo conoscesse era Il Profeta de Il Forteto. Fiesoli fu l’ideatore di una cooperativa sperduta nella campagna del Mugello, a cui il Tribunale dei minori di Firenze, dagli anni ’70, dette in affidamento dei minori. Difatti le teorie educative e pedagogiche de il Profeta erano ritenute innovative.

I minori vivevano, studiavano e lavoravano all’interno della cooperativa agricola de Il Forteto, dove risiedevano anche gli adulti formalmente affidatari dei minori, poiché in realtà tutti erano sotto il controllo ed alle direttive del Fiesoli che disponeva della vita e delle risorse economiche di tutti i residenti della fattoria.

Incredibilmente, negli anni quasi nessuno pare essersi accorto degli abusi sessuali, delle pratiche umilianti e dello sfruttamento del lavoro a cui i giovani ospiti della cooperativa venivano costretti. Le poche accuse che sono state sollevate nei confronti del sistema Forteto sono state per lungo tempo ridimensionate e dileggiate, mentre Fiesoli veniva inspiegabilmente sostenuto dalle istituzioni giudiziarie e politiche, nonostante il Profeta fosse stato condannato per reati simili.

Rodolfo Fiesoli

Rodolfo FiesoliL’ultimo atto di questa serie di coperture si è consumato nell’estate del 2015, quando è stata bocciata dal Governo Renzi e dal PD la mozione dell’onorevole toscana Bergamini per l’istituzione di una commissione parlamentare d’inchiesta sull’accaduto e per il commissariamento della cooperativa agricola de Il Forteto. Di episodi di questo tenore è piena la storia recente e purtroppo è lunga la lista di politici e magistrati che negli anni hanno visitato la struttura e non hanno sollevato alcun dubbio sulla sua gestione.

Per Fiesoli è arrivata la condanna definitiva della Corte di Cassazione alla detenzione di anni 14 e mesi otto per abusi sessuali e maltrattamenti su minori. Il regalo non è un uomo in galera in sé, ma il fatto che, seppur dopo troppi anni, sia stata fatta un po’ di giustizia, con l’augurio che emergano anche le responsabilità di tutti coloro che avrebbero dovuto vigilare sugli affidi e sulla struttura.

Autore

Redazione

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