(Nella foto, da sinistra il dg Alessandro Ferrari, mister Raffaele Palladino, il ds Daniele Pradè)
Dopo l’annuncio del nuovo tecnico Raffaele Palladino (Mugnano di Napoli, 17 aprile 1984, ndr), avvenuto il 4 giugno dopo la stipula di un contratto biennale con opzione per il terzo, nel Media Center del Viola Park l’allenatore ex Monza con la prima conferenza stampa ufficiale si presenta ai giornalisti, rispondendo alle loro domande.
Accanto al neo mister gigliato, il direttore sportivo Daniele Pradè, che sottolinea la giornata dedicata all’allenatore, senza aggiungere dettagli sul mercato in entrata ed uscita.
Nella sala, anche il Direttore Generale Alessandro Ferrari, che a fine conferenza si è unisce al ds e al tecnico, per le foto di rito.
Lo stesso allenatore apre la conferenza, con i ringraziamenti verso la società viola, «motivo d’orgoglio arrivare a Firenze», inizia. Ma nello stesso tempo ha parole di gratitudine per la società brianzola del Monza, che ha gli ha permesso di allenare nella massima serie (dopo due anni trascorsi nella Primavera, ndr), ricorda il presidente Berlusconi, per la fiducia concessa, elogia Galliani come un maestro. Ma la Fiorentina, grande società, aggiunge, porta grandi stimoli per dare il massimo e fare bene.
Iniziano le domande con diversi temi toccati, si parte dal percorso precedente, che reputa ottimo con il lavoro del suo predecessore Italiano e di una squadra forte, con l’intento di proseguire con una programmazione, in perfetta sintonia con la società.
Si sofferma sulla valutazione dei giocatori a disposizione, a tal proposito già contattato tutti in giro per il mondo, per le ferie del periodo, per comprendere prima l’uomo, creare una totale empatia, avere un confronto quotidiano, affinché si possa dare il meglio in campo. Da tutti massima disponibilità, e grande entusiasmo nel ripartire.
Sul Viola Park, afferma, dopo averni visti parecchi, di certo il più bello ed unico, rende l’idea dell’ambizione della società, un pensiero per Jo Barone che non ha avuto modo di conoscere personalmente ma, da quanto gli viene detto, fondamentale per il centro sportivo.
Sugli aggettivi per definire la squadra, ha risposto che ce ne possono essere tanti, ma la cosa importante è giocare a calcio, divertire ed essere ambiziosi.
Sul modulo non si ritiene un integralista, negli ultimi anni ha cambiato spesso, i giocatori devono sapersi adattare, si può partire con un 3-4-3, 3-4-2-1, oppure optare con un 4-2-3-1, durante l’anno.
Sull’attaccante stesso discorso, sintonia e confronto con la società, si cercherà di fare il meglio sul mercato, in questo ruolo determinante.
Su Beltran con il quale, come quasi tutti i componenti della sua squadra ha avuto un colloquio, con la massima disponibilità del giocatore, si sofferma sul ruolo tecnico, ritiene possa giocare come punta e sotto punta.
Non ci sono caratteristiche particolari di un attaccante, ribadisce, la bravura di un allenatore non è un’idea su un giocatore, ma capire chi ha a disposizione, per metterlo nelle condizioni di farlo rendere al massimo. Ha fatto l’esempio di Djuric che a Monza faceva un gioco, con un altro attaccante non potrebbe fare lo stesso.
Si sofferma sul presidente Rocco Commisso che ha sentito solo telefonicamente, anche se sempre presente nelle decisioni e nel quotidiano, che aspetta di conoscere personalmente, colpito dall’ambizione e dalla passione del patron verso la squadra viola, che si vede in pratica nella realizzazione del centro sportivo, ma soprattutto ne apprezza i valori umani, che reputa fondamentali.
Tra i ruoli la questione portieri, la società segue l’evolversi del mercato, prosegue, anche se Terracciano viene da una grande stagione, si punta ancora su di lui.
La Fiorentina per il neo tecnico, una tappa meravigliosa, due anni fa nella Primavera, oggi l’Europa a Firenze, un sogno per dare il massimo, nessuna promessa, ma lavoro e dedizione per la società, per la soddisfazione dei tifosi, il Franchi un punto di forza, aggiunge, faremo di tutto per averli sempre dalla nostra parte.
Una scommessa con la famiglia magari in chiave europea, non è stata fatta, con la squadra, dice il tecnico si potrebbero creare piccoli obiettivi, il percorso fatto in Europa negli anni precedenti, porta stimoli e responsabilità.
Sui giocatori in scadenza (Castrovilli, Bonaventura, ndr), il confronto già avvenuto, fino alla scadenza del 30 giugno ci saranno diverse valutazioni, con le relative decisioni da prendere.
Su Gonzalez, per il tecnico considerato top player, mette in difficoltà gli avversari, un giocatore che può giocare sia a destra ma anche in altre zone, contento di poterlo allenare.
L’impatto sui fiorentini che di natura sono in vena polemica, ottimo l’approccio dall’arrivo, dove tifosi e giornalisti, senza che la notizia fosse stata diffusa erano ad aspettarlo, racconta l’aneddoto del tassista che dopo averlo riconosciuto gli chiede una foto, conferma di passione e amore verso la Fiorentina, che porta ad ulteriore motivo di responsabilità.
Sui giovani, ha affermato che sono fondamentali nel calcio di oggi, già avuto contatti con il tecnico della primavera Daniele Galloppa, saranno aggregati al ritiro per una valutazione.
Inoltre afferma che non ha messo paletti per arrivi e cessioni, si parla di giocatori di qualità per poter alzare l’asticella, con la società che lavora in questa direzione, la stessa sintonia e condivisione per le uscite.
Sulla mole di partite da svolgere, con i diversi obiettivi (tra campionato e altre competizioni, ndr), continua, che il lavoro durate il ritiro e nell’anno è stato già programmato, le tante gare sono uno stimolo a dare il meglio anche per la gestione del gruppo, la settimana normale non ci sarà, con una gara ogni 3 /4 giorni, ma la squadra ha esperienza a tal proposito.
Inoltre ha aggiunto, non ha dato condizioni per la rosa, importante l’ossatura della squadra, nessuna richiesta da giocatori del Monza. Sui più stretti collaboratori confermati l’allenatore in seconda Stefano Citterio, collaboratore tecnico Federico Peluso.
Su Sottil si è espresso in maniera favorevole, come uno dei giocatori forti, sarà responsabilità del tecnico metterlo nelle migliori condizioni, ma il giocatore dovrà mostrare il suo valore.
Sui leader o da chi è rimasto colpito, ha risposto che tutti gli hanno comunicato qualcosa, un input per capire l’umore, ha annotato le sensazioni avute, il leader oltre il capitano in campo, o nello spogliatoio, deve essere il gruppo, con la mentalità di squadra, nel rispetto reciproco per essere una famiglia.
Viene formulata anche una domanda sulla possibile convivenza tra i due terzini sinistri Biraghi e Parisi, la risposta è che Parisi può essere utilizzato nel 3-4-3, ma anche come terzino, sarà difficile farli coesistere per le caratteristiche simili, ma come già successo nel Monza, si possono adattare in diversi ruoli.
Infine a quasi cent’anni dalla sua nascita, viene chiesto al neo mister cosa ricorda della gloriosa storia, risponde che da piccolo simpatizzava per la squadra viola, la sua generazione degli anni di Batistuta e Rui Costa, ma l’impegno preso sarà portare la Fiorentina più in alto possibile, per scrivere la storia futura.
Conclusa la presentazione del tecnico, inizia un nuovo ciclo della società viola, con un mister ambizioso e determinato con idee chiare, una squadra da rafforzare, un diverso modulo tattico, le date fissate con l’imminente ritiro dall’8 al 23 luglio al Viola Park, le amichevoli in casa, le tournee all’estero.
Tutto quasi pronto per ripartire, con una stagione da vivere e raccontare, sulla nostra Fiorentina che verrà…
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