Diario Viola Fiorentina

La Fiorentina chiama, Firenze risponde

Una serata storica si appresta a vivere la città e la tifoseria viola, nella prima gara della semifinale di Conference League, appuntamento tra le mura di casa ore 21.00, contro la temibile formazione elvetica del Basilea.

La chiamata a raccolta del popolo viola, l’effetto Franchi, invocato da società, mister e giocatori, trova il consenso unanime dell’ambiente pronto a fare la propria parte, il dodicesimo uomo, con l’obiettivo di alzare un trofeo, che manca da decenni. In pochi giorni esauriti diversi settori, a poche ore dall’inizio del match, in coda davanti la biglietteria per acquistare gli ultimi tagliandi a disposizione.

Un’atmosfera particolare si respira dal primo pomeriggio, la zona adiacente lo stadio, si tinge di viola, il clima incerto, con scrosci di temporale, non impedisce alla maggior parte di arrivare con largo anticipo. Come nei comunicati social del tifo organizzato, fervono i preparativi per addobbare l’impianto, si distribuiscono bandierine (create per l’occasione) in tutti i settori, il ricavato per autofinanziare le successive coreografie.

Il Franchi delle grandi occasioni, una cornice di assoluta bellezza, che rende unico lo spettacolo del calcio. Anche la tifoseria ospite dal primo pomeriggio si nota rumorosa con canti e cori nel centro della città, qualche motivo di apprensione per il numero cospicuo che percorre le strade tra i monumenti, per fortuna nessun problema di ordine pubblico. Intorno alle 19.00, l’impianto inizia a riempirsi, l’aria che si respira è magica, una serata da sogno. I dati ufficiali indicano 34.276 tifosi, il settore ospiti sold out con oltre 2300 supporter elvetici.

Alla lettura delle formazioni con l’inno di Narciso Parigi che echeggia nell’impianto, partono i fuochi d’artificio rosso blu dalla curva svizzera ( colori sociali della squadra), ai quali rispondono quelli di curva Fiesole, uno spettacolo pirotecnico, tra cori assordanti e lo sventolio di bandierine in tutti i settori, uno striscione al centro della curva, “per chi non c’è più per chi non può venire le bandiere al cielo alzeremo”.

Le due squadre si posizionano in campo nella bolgia totale, uno straordinario colpo d’occhio accoglie l’ultima gara di questa entusiasmante cavalcata europea. Gli undici di partenza con il 4-3-2-1, Terracciano tra i pali, Dodo, Quarta, Ranieri, Biraghi, Mandragora, Amrabat, Ikonè, Bonaventura, Gonzalez, Cabral.

Prima fase di studio, i viola attaccano gli ospiti attendono. Al settimo primo allarme, distrazione difensiva dei gigliati che permette ad Augustin davanti Terracciano di mandare il pallone in rete, l’arbitro francese Letexier annulla per fuorigioco.

La Fiorentina continua a creare, ma è Terracciano provvidenziale che si oppone ad un tiro di Diouf . Al 24esimo Gonzalez conquista un calcio d’angolo dalla sinistra, si porta sul corner Biraghi che manda al centro area, sponda di Quarta e Cabral di testa manda in rete. Il brasiliano non esulta per il passato in maglia elvetica. La gara è piacevole, ritmo intenso, con i viola che dominano in possesso palla con diverse occasioni, gli avversari si difendono e chiudono gli spazi.

Nella ripresa solito copione, tiri di Mandragora e Ikonè con poca precisione. Gara corretta con la prima ammonizione al 68esimo per Adams per fallo su Bonaventura. Al 70esimo da una veloce ripartenza, l’attaccante francese Andy Diouf, (classe 2003, in evidenza dalle prime battute per corsa e qualità) approfitta di una disattenzione viola, con un rasoterra batte Terracciano, per la rete del pari.

Al 72esimo primi cambi per il tecnico Italiano, escono Amrabat e Gonzalez per Castrovilli e Brekalo. Un tiro di Cabral termina alto. Seconda doppia sostituzione all’80esimo in campo Kouamé e Jovic al posto di Ikonè e Cabral. Gli elvetici pericolosi in area, Adams salta ma non riesce a colpire, più veloci e reattivi dei viola. L’ultimo cambio Barak al posto di Bonaventura.

Nei cinque minuti concessi dall’arbitro, al 93esimo fallo di Mandragora su Ndoye al limite dell’area, dalla conseguente punizione, dopo due passaggi al centro arriva Amdouni che manda in rete, per il vantaggio in rimonta. Una doccia fredda per il Franchi, che assiste con amarezza alla beffa finale, grande la delusione per una sconfitta frutto di errori e demeriti della squadra viola, anche se l’avversario ben posizionato in campo mostra buone doti individuali e arriva in fondo alla gara con maggiore tenuta fisica.

La prestazione del primo tempo evidenzia volontà e carattere, buon approccio alla gara, dalla metà della seconda parte, dopo il pari un calo fisico e mentale, con cambi che non danno il supporto sperato. La difesa in chiaro scuro, alcuni buoni interventi, con Quarta che partecipa alla rete, ma incerto nell’azione del pari, Ranieri e Biraghi soffrono la fisicità e la velocità degli avversari, Dodo il migliore anche se non ai suoi standard.

A centrocampo Mandragora si nota a tratti, pesa l’intervento sul quale arriva il secondo goal, Amrabat distratto, Castrovilli non entra in partita, Bonaventura presente nella manovra di gioco lotta su ogni pallone. Dagli esterni ancora una prova incolore di Gonzalez e Ikoné, un top player come l’argentino dovrebbe fare la differenza, e dare maggiore qualità per chiudere le gare, il francese ha buone doti tecniche ma non riesce ad essere determinante.

In avanti solite difficoltà realizzative e poca concretezza, per il goal che illude, sul podio il centravanti Arthur Cabral, l’ex Basilea all’ottavo goal in Conference, si porta a 16 reti totali, un 2023 di ottimi numeri, anche se la sua ultima marcatura risale al 17 aprile. La squadra anche se dopo una sconfitta, esce dal terreno di gioco tra gli applausi, una notte di emozioni, in una stagione entusiasmante dove ancora si può centrare la seconda finale.

Tutto rinviato tra una settimana al St. Jacobs-Park di Basilea, dove i ragazzi di mister Italiano, in svantaggio, dovranno fare l’ennesima impresa calcistica, consapevoli di avere al fianco una tifoseria esemplare, perché se la Fiorentina chiama, da sempre Firenze risponde.

Autore

Patrizia Iannicelli

Lascia un commento