Nella dodicesima giornata del campionato al Franchi il primo big match della stagione, arriva la Roma di mister Di Francesco. I viola devono riscattare la brutta prestazione di Crotone anche se l’avversario di turno è superiore sia nei singoli che come squadra.
Purtroppo le avverse condizioni metereologiche con pioggia battente già dalla metà della mattina non agevolano i tifosi, anche se il calo notevole ed evidente degli spettatori al Franchi, è costante in tutte le gare. Di certo in una gara così importante vedere i diversi settori vuoti fa un certo effetto e porta a riflessioni. Il numero ufficiale indica 25.026 spettatori, considerando anche il settore ospiti esaurito in ogni ordine.
Il modulo ormai adottato è quello del 4-3-3, confermate le defezioni per infortunio di Thereau, sostituito da Gil Dias, e di Laurini con Gaspar. Gli undici titolari sono Sportiello tra i pali, Gaspar, Astori (cap.), Pezzella, Biraghi, Benassi, Badelj, Veretout, Gil Dias, Chiesa, Simeone. Nei primi minuti la Curva Fiesole resta deserta e senza tifo, in segno di protesta e di solidarietà verso alcuni tifosi multati per aver esposto uno striscione contro un dirigente viola.
Dopo appena quattro minuti passano in vantaggio gli ospiti con Gerson su assist di El Shaarawy. All’ottavo i viola trovano il pari con Veretout che si porta in area e riceve un perfetto assist di Gil Dias. Gara vibrante e a ritmi elevati da parte delle due squadre con azioni che si alternano da una parte e dall’altra.
Al ventinovesimo raddoppio della Roma con Gerson, doppietta per il brasiliano che approfitta dell’ennesimo svarione della difesa viola. Ma i viola con Chiesa in un paio di occasioni e con Gil Dias impegnano gli avversari. Al trentottesimo meritato pareggio dei viola con un colpo di testa di Simeone su assist di Biraghi, gran goal del Cholito che riporta entusiasmo anche negli spettatori che fanno sentire il loro appoggio.
Prima del termine della gara clamoroso palo di Chiesa, sfortunato ancora una volta l’esterno gigliato, anche a Crotone la stessa sorte. Dopo l’intervallo si riparte con la stessa intensità di gioco, il portiere viola Sportiello rischia di lasciare il campo per un colpo al volto, ma prosegue la gara.
Un minuto dopo da un calcio d’angolo tocco fortunoso di Manolas che con la spalla riporta in vantaggio i giallorossi. I viola calano vistosamente, il ritmo della gara è meno intenso, il gioco è spesso interrotto da falli.
Al ventottesimo doppio cambio per i viola, Sanchez al posto di Badelj, infortunato, e Babacar al posto di Chiesa. Pochi minuti e mister Pioli inserisce Eysseric al posto di Gil Dias. Negli ultimi concitati minuti Defrel tira alto e occasione per Simeone che non riesce a centrare la porta. Le ultime speranze per i viola vengono frantumate con il quarto goal di Perotti, neoentrato, su cross di Nainggolan.
Prima del recupero bella parata di Sportiello che si oppone a Defrel evitando un passivo troppo pesante. Dopo quattro minuti di recupero termina la gara con la seconda sconfitta consecutiva dei viola, la sesta del campionato. La Fiorentina illude, gioca a viso aperto con volontà e massimo impegno dei singoli, e tiene testa ad una delle protagoniste della stagione, poi crolla nella ripresa, notevole il divario tecnico delle due squadre che ha fatto la differenza.
La sconfitta contro la Roma, quasi scontata, non può essere giustificata solo dal calo di attenzione che il mister viola ha sottolineato a fine gara, come già successo con il Chievo e il Crotone, ma soprattutto da una squadra che ha mostrato prestazioni altalenanti e tutti i suoi limiti nei diversi reparti. La squadra quasi completamente rinnovata, una delle rose più giovani del campionato, abbiamo scritto a più riprese che ha bisogno di tempo e pazienza per assimilare gli schemi e i meccanismi, ma quando gli errori arrivano dalla vecchia guardia, (Astori, Badelj, lo stesso Sportiello), diventa difficile trovare attenuanti.
La dimensione di questa Fiorentina purtroppo è questa, l’anno di transizione non vorremmo che diventasse un autentico fallimento, se il problema è la concentrazione e bene che fin dopo la sosta, a Ferrara contro la Spal, si cambi atteggiamento e non diventi un alibi ripetitivo. Alla ricerca di un’identità di squadra speriamo di invertire questo trend negativo che sta portando ad un campionato anonimo e senza reali obiettivi, prima che sia davvero troppo tardi.
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