Fiorentina

La Fiorentina in vendita?

Mentre la Fiorentina intesa come squadra naviga nelle acque limacciose del centro classifica in direzione più verosimile verso le zone basse piuttosto che quelle alte e la tifoseria riscopre una contestazione come non si vedeva più dai giorni finali della proprietà precedente, la Fiorentina intesa come società improvvisamente si trova nell’occhio di uno di quei cicloni che non si acquietano facilmente.

Dopo la sconfitta casalinga con il Torino e l’esplodere della rabbia dei tifosi («Meritiamo di più») una notizia bomba ha fatto il giro delle redazioni di tutti i giornali. La A.C.F. Fiorentina è in vendita. Gli acquirenti sarebbero gli arabi di Ethiad, per una cifra non inferiore ai 350 milioni di euro. Quasi il doppio di quello che Rocco Commisso aveva versato quattro anni fa nelle casse dei fratelli Della Valle.

Dato atto del tempestivo comunicato di smentita da parte della società, redatto peraltro in stile Commisso, cioè con rabbia malcelata nei confronti di tutte le voci critiche o comunque non accordate sulla nota aziendale preferita dello stiamo lavorando per voi, ci aspettiamo solo che ci sosteniate, sta di fatto che molti addetti ai lavori insistono a ritenere assolutamente fondata la notizia di una prossima cessione.

E’ vero che il gruppo Commisso è impegnato nella costruzione del Viola Park di Bagno a Ripoli, avviata dopo una faticosa gestazione che ha visto tra l’altro l’aborto di qualsiasi serio progetto riguardante il nuovo o comunque ristrutturato stadio di Firenze. La consegna dell’impianto è prevista per la fine dell’anno e, sempre secondo gli addetti ai lavori ed i bene informati, quello sarà il momento in cui la società passerà di mano.

Pare che Commisso sia ormai disamorato non solo del calcio fiorentino, ma di quello italiano in generale. Troppo diverso il mondo del soccer americano in cui l’imprenditore della Mediacom aveva mosso i primi passi nel settore sportivo, troppo paludosa la politica italiana che a suo dire gli ha messo e gli mette ogni tipo di bastone tra le ruote, troppo difficile affermarsi in un calcio italiano in cui – fatta salva l’ormai prevedibile eccezione del Napoli nella stagione in corso – vincono sempre le solite tre (la magra soddisfazione per i tifosi di una Juventus penalizzata e momentaneamente alle spalle dei viola è destinata a durare poco).

Ecco dunque che l’ultimazione del Viola Park consentirebbe a Commisso di alzare il prezzo di vendita a quei 350 milioni di euro che altrimenti sarebbero assolutamente inverosimili per una società che storicamente nel ventunesimo secolo non ha avuto alcun bene patrimoniale di proprietà.

Il campionato attuale del resto sta confermando la fondatezza della delusione che ormai serpeggia tra una tifoseria che al gruppo Commisso aveva accordato una luna di miele straordinaria, per reazione agli ultimi sofferti tempi della proprietà Della Valle.

Finché, a fronte di risultati che non arrivavano (unici trofei nel palmarès viola di questi anni sono state le Coppe Italia vinte in serie dalla Primavera), le voci di dissenso si sono levate apertamente. Commisso reagì in una occasione con pubblica rabbia, invitando sprezzantemente la città di Firenze ad esprimere un solo imprenditore in grado di comprargli la Fiorentina. La cosa sul momento finì lì, tra diversi malumori. I risultati hanno poi continuato a latitare, ed i cori di altrettanto pubblica rabbia levatisi allo stadio Franchi alla fine di Fiorentina – Torino sembrano proprio essere stati la goccia che fa traboccare il vaso.

Il Lecce dei tanto vilipesi Corvino e Mencucci è solo a quattro punti di distanza dai ragazzi di Italiano (la cui conferma pare che sarà l’unico colpo di mercato nella sessione invernale). Sotto, c’é la zona retrocessione, e continuando con il trend attuale (il pareggio con la Lazio sembra più un risultato estemporaneo, di quelli che una volta facevano impazzire le schedine del Totocalcio) l’ipotesi è meno peregrina di quanto sembri.

Ecco dunque che, smentite stizzite a parte, lo scenario di una vendita entro l’anno appare fortemente fondato. Oltre che, risultati alla mano, forse decisamente auspicabile.

Autore

Simone Borri

Simone Borri è nato a Firenze, è laureato in scienze politiche, indirizzo storico. Tra le sue passioni la Fiorentina, di cui è tifoso da sempre, la storia, la politica, la letteratura, il cinema.

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