VERONA – Nel lunch match della 21° giornata, i ragazzi di Pioli affrontano al Bentegodi di Verona il Chievo. Le condizioni meteo non sono ottimali, con pioggia mista a neve, ma la gara non è a rischio. Pochi spettatori sugli spalti, poco meno di diecimila, circa 700 i supporter nel settore ospite. La formazione di partenza con il modulo del 4-3-3, fermi per squalifica Biraghi ed Edimilson, Milenkovic assente dell’ultima ora per problemi fisici. In completo azzurro in onore del quartiere di S. Croce, Lafont tra i pali, Laurini, Pezzella (cap.), Hugo, Hancko, Norgaard, Benassi, Veretout, Muriel, Simeone, Chiesa.
Al quarto minuto da una punizione battuta da Veretout la palla arriva al limite dell’area verso Hancko che serve Muriel che con un diagonale dalla sinistra batte Sorrentino. I viola in vantaggio. I padroni di casa accusato il colpo, si portano in avanti, una ripartenza viene fermata da Vitor Hugo, ma al quattordicesimo Stepinski al limite dell’area trova il palo.
Un minuto dopo da una rimessa di Lafont che non si intende con Vitor Hugo, arriva il pari di Giaccherini, il trequartista entra in area e con un destro batte Lafont. L’arbitro Chiffi si avvale del Var per verificare se Pellissier tocca la linea dell’area prima che la palla sia fuori dalla stessa area, come da regolamento. Dopo una lunga visione l’arbitro annulla il goal, ma che errore la difesa viola.
In questa fase la gara ha momenti di confusione, l’arbitro fischia diversi falli a centrocampo, da una punizione Pellissier libero in area, viene ostacolato da Pezzella, diverse le proteste dei giocatori che chiedono il rigore, ma l’arbitro lascia correre. Al ventiseiesimo raddoppio viola, da un passaggio di Simeone, Benassi con un gran destro, porta a due le reti viola.
La Fiorentina in avanti in contropiede, ma i clivensi al trentottesimo accorciano le distanze con Stepinski, lasciato solo in area tra Pezzella e Hugo. Dopo cinque minuti di recupero si va all’intervallo. Nella seconda frazione di gioco primo cambio tra i gigliati, esce Norgaard per Gerson. Poi diverse occasioni sprecate dai viola, da Simeone che manca il passaggio verso Chiesa, l’esterno riprende poi un pallone che deviato finisce in corner, poi è la volta di Muriel che in area manda di poco fuori.
Al cinquantanovesimo Benassi sulla porta ferma con un braccio un tiro di Leris, cartellino rosso per il centrocampista e rigore per il Chievo. Viola ancora in inferiorità numerica per la seconda domenica consecutiva. Pellissier sul dischetto riporta in pari il risultato. Mister Pioli effettua il secondo cambio Dabo al posto di Simeone.
Poi inizia lo show del classe ’97 Chiesa, guadagna un fallo tra un paio di difensori, libera un sinistro che si ferma sulla traversa, dopo un’azione ci prova ancora di un sinistro ma non trova lo specchio della porta. Gli avversari rispondono con Stepinski in area che viene anticipato da Gerson a portiere battuto, Lafont subito dopo salva in angolo su Depaoli, Laurini manda in corner un tiro di Pellissier.
Al settantaduesimo passaggio di Dabo che lancia Chiesa, l’esterno batte Sorrentino e realizza la terza rete. Ancora la visione del Var per verificare la posizione di Chiesa, la tecnologia conferma il vantaggio. L’ultimo cambio esce Laurini per Ceccherini.
Nei minuti finali succede di tutto, da un corner Muriel colpisce un palo, dalla parte opposta braccio di Gerson in area e rigore per il Chievo, ennesimo episodio al Var che conferma il penalty. Dagli undici metri ancora Pellissier ma Lafont intuisce l’angolo e salva porta e risultato.
All’ottantaseiesimo assist di Gerson per Chiesa e quarto goal che manda in delirio panchina e tifosi. Il talento viola esulta con le mani verso il cielo con il numero tredici. La partita sembra ormai chiusa ma dopo tre minuti Djordjevic in area su un cross dalla destra porta a tre le reti dei padroni di casa. Ancora minuti interminabili, cinque di recupero, più due ulteriori, una vera battaglia fino al triplice fischio finale che decreta la vittoria viola.
La Fiorentina ritrova il successo dopo tre gare, ma quanta sofferenza ed errori con l’ultima in classifica. I numeri parlano di sette goal, due rigori, tre pali, un’espulsione. Anche in questo caso come contro la Sampdoria, sotto accusa il reparto difensivo ( poche giornate fa compatto e affidabile) e il centrocampo. Da dimenticare la giornata negativa del capitano che regala due dei tre goal agli avversari, il passaggio del portiere avventato che si riscatta in seguito con un paio di parate e soprattutto con il rigore respinto, la prova di Hugo ancora in difficoltà, e peccato per Benassi, il capocannoniere della squadra, che prima segna e poi commette una grossa ingenuità lasciando la squadra con un uomo in meno. Da decifrare Norgaard che non ha convinto.
Le note liete arrivano dal reparto offensivo con il goal di Muriel, le doti del colombiano si conoscono, ma tre goal in due gare sono un ottimo impatto e soprattutto evidenziano una buona intesa con la squadra in così poco tempo. Poi l’assoluto protagonista e autentico trascinatore Federico Chiesa, una continua crescita la sua, come ormai si vede gara dopo gara, un lottatore in ogni parte del campo, capace di nascondere i limiti della squadra, di sopperire agli sbagli dei compagni, di risolvere da solo una gara, incubo degli avversari, invidia di club importanti. Un ragazzo che merita i cori dei tifosi viola: «Chiesagol, Chiesagol!» che vengono dedicati solo a quelli che sanno dare forti emozioni e fanno sognare. La prima doppietta della sua carriera in serie A, dopo quella di Coppa Italia contro il Torino, la giusta ricompensa per un’altra ottima prestazione.
Una vittoria importante che fa morale per come arrivata e porta un nuovo slancio estimoli per la corsa in Europa, anche per la classifica corta che racchiude diverse squadre. Una strada in chiave europea resta ancora la Coppa Italia, difficile ma percorribile, mercoledì al Franchi quarto di finale contro la Roma, avversario di ben altro spessore da affrontare con la giusta mentalità e determinazione. Una semifinale da conquistare per la squadra più giovane del campionato che potrebbe farla diventare grande nei risultati.
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