(Nella foto la squadra festeggia Moise Kean, di Andrea Martini)
La dodicesima giornata di campionato, chiude il secondo tour de force di gare ravvicinate della squadra viola, che dal 20 ottobre, ha affrontato in due settimane tra competizioni nazionale ed europea, sette gare.
Tra le mura del Franchi arriva l’Hellas Verona, una delle squadre con la quale la tifoseria gigliata divide un gemellaggio decennale, dove sciarpe, bandiere, striscioni viola e gialloblù si intrecciano nei vari settori, con i cori di sostegno che rimbalzano da una parte all’altra delle curve.
In questo clima di festa, il Franchi verso il tutto esaurito, gli spettatori totali sugli spalti risultano 22.495.
Nella tribuna i dirigenti viola come di consueto, con il direttore generale Alessandro Ferrari e lo staff tecnico, anche la figlia del compianto Joe Barone e il C.T della Nazionale Luciano Spalletti.
Negli undici di partenza, scende in campo la migliore formazione, dopo lo stop in Europa, il tecnico si affida al gruppo di base, per proseguire nella scia positiva, prima della sosta per gli impegni delle nazionali.
Il modulo resta del 4-2-3-1, torna tra i pali De Gea, in difesa sulle fasce Dodo e Gosens rispettivamente a destra e sinistra, centrali Ranieri e Comuzzo, in mediana Bove ed Adli, in avanti Colpani a destra, Sottil a sinistra, Beltran trequartista, Kean guida l’attacco.
Dopo 4 minuti da contropiede Beltran si proietta in avanti verso la porta avversaria, assist perfetto per Kean che con il destro batte il portiere Montipò sul primo palo, e realizza la rete del vantaggio.
Gli scaligeri rispondono con un colpo di testa ravvicinato di Tegstedt, che il portiere spagnolo De Gea manda in corner.
Al 17esimo arriva il pari degli ospiti, da una palla persa a centrocampo, Serdar recupera e da fuori area riporta in parità il risultato.
La gara piacevole prosegue, un tiro di Adli allontanato dal portiere gialloblù, si ferma il gioco per un infortunio subito da Comuzzo, dopo le cure in campo, il centrale continua al suo posto.
Alla mezz’ora altra occasione dei padroni di casa, azione manovrata con tiro di Beltran che esce fuori dallo specchio della porta.
Le ultime azioni prima dell’intervallo sono viola, con un tiro di Colpani su punizione che il portiere Montipò respinge in corner, e su cross di Kean, Beltran si vede respingere il tiro ancora in angolo. Dopo due minuti di recupero termina il primo tempo.
Nella ripresa ancora i viola in avanti, Colpani si accentra e calcia un sinistro da fuori area che termina di poco fuori.
Al 59esimo da corner battuto da Adli sul primo palo, Kean anticipa il difensore Coppola e in acrobazia manda il pallone in rete, grande entusiasmo dell’attaccante che festeggia sotto il settore Ferrovia, occupata dalla Curva Fiesole, con la solita esultanza del balletto, ma prosegue la sua gioia con un pensiero ed una dedica per il compagno Ikonè assente per un lutto familiare, imitando i gesti del francese.
Il vantaggio porta nuova energia e diverse occasioni, si gioca ad una porta sola. La prima su cross di Comuzzo, un destro di Beltran bloccato dal portiere, la più eclatante al 72esimo con Sottil che da posizione ottimale manda alto sulla traversa.
Al 75esimo primo doppio cambio per i viola, lasciano il campo Adli e Beltran per Richardson e Kouame. Pochi minuti dopo all’81esimo sostituiti anche gli esterni, fuori Sottil e Colpani per Parisi e Kayode.
All’83esimo altra occasione incredibile, Kouame recupera palla salta il portiere Montipò e passa indietro a Kean, che a porta vuota manda alto sulla traversa. L’ultimo cambio all’87esimo l’ingresso di Mandragora al posto di Bove.
Nel secondo minuto dei quattro di recupero, De Gea lancia Kean sulla trequarti che arriva in area di rigore, destro preciso sul secondo palo e terza rete, con il Franchi che impazzisce nel tripudio totale.
Dopo il triplice fischio, l’entusiasmo generale, la squadra in un solo abbraccio sotto la curva, festeggia un periodo straordinario, la sesta vittoria consecutiva, con il momentaneo primo posto in classifica.
Tornano cori ormai archiviati da anni (immagina se fosse sempre domenica, con la trasferta libera, la Fiorentina fosse prima in classifica, fantasie che volano libere, fantasie che a volte fan ridere, fantasie che credono alle favole…), una felicità che neanche i più ottimisti avrebbero presagito, coinvolgente, indescrivibile.
Una squadra che gioca da squadra, assemblata, in tutti i suoi componenti, dove i reparti sono un’unica orchestra (come scritto qualche articolo fa ), con le note di ogni giocatore che creano una dolce melodia, insieme compatti, anche se poi i top player fanno la differenza.
Una prova più che ottimale dei reparti e dei singoli, la difesa imperforabile, terza in campionato per goal subiti, la rete del pari un tiro dalla distanza, citiamo su tutti il portiere spagnolo De Gea una sicurezza, protagonista per il lancio che porta alla terza rete di Kean, ed il giovane Pietro Comuzzo, il 2005 della Primavera si conferma un pilastro come carattere e doti tecniche, grande soddisfazione per la prima convocazione nella Nazionale maggiore.
Ottima prestazione di Adli a centrocampo che esce tra gli applausi del Franchi, in avanti Colpani ormai negli automatismi della squadra, cresce di gara in gara.
Al tecnico Palladino, vanno tanti meriti, oltre aver trovato le giuste posizioni in campo per le caratteristiche personali dei giocatori, un plauso per aver recuperato una risorsa come Beltran (investimento oneroso della società), l’argentino offre l’assist per la prima rete, partecipa alle fasi offensive impegnando il portiere avversario, dialoga con i compagni, un’altra prestazione di livello.
Il match winner, con la sua prima tripletta in carriera, premiato come MVP, Man of the Mach della giornata della serie A, l’attaccante Moise Kean.
Il classe 2000, con 8 reti in campionato, 3 in Europa, 1 in Nazionale ha doti tecniche da attaccante di razza, la sua presenza in campo fondamentale, porta la squadra in avanti, costringe a doppie marcature gli avversari, bomber con il fiuto del goal, finalmente un centravanti vero.
La fiducia che gli ha riposto il mister (nel post gara ha confermato di averlo cercato anche nella sua precedente esperienza nel Monza, ndr), e del popolo viola che ha trovato il suo beniamino, il giusto mixer, che lo portano agli onori di cronaca, un giocatore che aveva bisogno di esprimere il proprio talento.
A tal proposito, un applauso al direttore sportivo Daniele Pradè che ha riportato in auge, un ragazzo nato da predestinato all’inizio della carriera, iniziata da giovanissimo, ma ai margini dopo le ultime esperienze, una bella rivincita su coloro che parlavano dell’ennesima scommessa.
Una domenica di metà autunno, il sole splende sul campo verde, le maglie viola cullate dal vento, un finale gioioso che coinvolge una passione senza tempo, un quadro d’autore da ammirare e preservare il più a lungo possibile.
Nella patria del Rinascimento una giornata da ricordare, la Fiorentina vola in alta quota, Firenze città del giglio sogna.
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