Fiorentina

La Fortuna arride alle audaci

Che carattere, che polmoni, che classe. Al primo turno della Champion’s League femminile ritroviamo le ragazze viola come le avevamo lasciate alla fine della stagione scorsa. Una stagione che le aveva messe a dura prova, impegnate su tre fronti e decimate dagli infortuni (stabilirsi nel calcio che conta, anche a livello femminile, non è uno scherzo, ne sa qualcosa la Juventus campione d’Italia che ieri sera ha visto le streghe contro le danesi del Brøndby agguantando un pareggio all’ultimo tuffo che comunque complica fin da subito la stagione europea delle bianconere). Una stagione che alla fine si era raddrizzata, con la vittoria in Coppa Italia e nello spareggio per la partecipazione a questa Uefa Women Champion’s League.

Un anno dopo, l’urna dice ancora Fortuna. Il destino, o il sorteggio, a volte è beffardo e insistente, ed offre in questo caso alle danesi (che in campionato contendono il titolo al suddetto Brøndby) l’opportunità di una rivincita.

Scrivevamo l’anno scorso in sede di presentazione che, sebbene a questi livelli siano tutte forti, il Fortuna non rappresenti un sorteggio fortunatissimo. In Danimarca il calcio femminile è una cosa seria almeno dagli anni sessanta. A Hjørring, ridente cittadina della penisola dello Jutland danese da cui una volta partivano le navi vichinghe per compiere le loro terribili razzie, esiste una squadra donne del 1966, allorché le mogli dei giocatori maschi, che la domenica si annoiavano, decisero di mettere su una squadra femminile. Che poi nel corso degli anni ha fatto incetta di titoli nel suo paese e che nelle precedenti partecipazioni alla Coppa, prima di incontrare la Fiorentina, non era mai uscita prima degli ottavi di finale.

Prima di incontrare la Fiorentina, appunto, che la sbatté fuori l’anno scorso con un eurogol della Vigilucci, il raddoppio della Mauro e una difesa all’ultimo sangue in Danimarca. E che si appresta a farlo anche quest’anno, perché il 2-0 di ieri sera, anche se nel calcio e nello sport non c’é mai nulla di certo, appare difficilmente ribaltabile da parte delle vichinghe. Soprattutto contro questa Fiorentina.

Rispetto alla squadra dell’anno scorso, le superstiti tra le titolari sono quattro: Ohrstrom, Guagni, Bonetti e Mauro. La Parisi allora era convalescente da un infortunio, le altre di ieri sera, Agard, Tortelli, Philtjens, Breitner, Kostova e Clelland, sono tutte debuttanti assolute in maglia viola. Sulla panchina è rimasto solo, si fa per dire, il coach Antonio Cincotta, spirito e testa da football americano applicato al calcio italiano, mentre il mister Sauro Fattori da quest’anno si occupa del settore giovanile delle ragazze viola.

Il debutto è quello che si poteva solo sognare, anche se ormai non è più lecito nutrire dubbi sulla forza e sulla classe di queste ragazze. Giocare a calcio con grande tecnica in mezzo ad un centrocampo congestionato dalla fisicità e dalla rabbia agonistica delle avversarie danesi è tanta roba. Come tanta roba è la corsa di queste ragazze, che ancora al 90° avrebbero fiato e lucidità per cercare il terzo gol con contropiedi che assomigliano proprio alle razzie vichinghe degli antenati delle nostre avversarie.

E poi, quando hai in squadra una Ilaria Mauro, diventa tutto più semplice. I paragoni nello sport servono solo a riempire le pagine dei giornali o per giocare. Eppure, per una volta, viene voglia di unirsi al gioco cercando di immaginarsi dove e quando si è visto un gol così bello come il primo, e viene in mente – nessuno si senta oltraggiato – Omar Gabriel Batistuta. Oppure dove e quando si è visto un centravanti in timing rapinoso perfetto sul break della Bonetti, e viene in mente – sempre senza oltraggio – Luca Toni.

Una grande centravanti per una grande squadra, alla quale nella ripresa si ricongiungono altre pedine essenziali come la Caccamo, la Vigilucci, la Adami. La Fiorentina ha una rosa ottima ed equilibrata, che le servirà sicuramente perché come abbiamo visto l’anno scorso la stagione è lunga e irta di insidie. Su tutte, ieri sera, per quanto sia difficile stabilire preferenze in un collettivo come questo, una Ohrstrom ed una Guagni stratosferiche, al centro di una difesa sempre attenta che non ha mai fatto rimpiangere la Linari. Ma è giusto specificare che il voto positivo, il BRAVA a caratteri cubitali stavolta è di squadra.

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Finisce con una conferenza stampa in cui Antonio Cincotta cerca di misurare le parole tenendo a freno la legittima soddisfazione, e così fa Ilaria Mauro accanto a lui, che ringrazia prima di tutto la Fiorentina per aver concesso per l’occasione lo stadio dei maschi.

Un solo appunto, cara Ilaria, ed è un appunto affettuoso e orgoglioso. Vi siete guadagnate da tempo il diritto a chiamarvi semplicemente Fiorentina, anche voi. La Fiorentina siete voi, e quello stadio, l’Artemio Franchi che ci auguriamo sempre più gremito man mano che le vostre imprese continueranno, è anche vostro.

Autore

Simone Borri

Simone Borri è nato a Firenze, è laureato in scienze politiche, indirizzo storico. Tra le sue passioni la Fiorentina, di cui è tifoso da sempre, la storia, la politica, la letteratura, il cinema.

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