Anniversario della Strage di Lampedusa, 3 ottobre 2013. Morirono in oltre 500 (stime ufficiali non esistono, la compagnia di bandiera Scafisti s.r.l. non fornisce registri di carico). All’aeroporto di Lampedusa di bare ne furono allineate 280, e furono più che sufficienti per straziare il cuore a tutti e per indicare quale sarebbe stata la strada degli anni successivi. Percorsa dalle stesse imperterrite forze politiche che comandavano allora, beneficiando della stessa indifferenza ed ipocrisia da parte delle stesse istituzioni europee.
Sono passati sei anni, e per l’occasione riprendiamo a malincuore in mano le righe che scrivemmo allora, sapendo che l’arrabbiatura è inevitabile. «Una volta celebrati i funerali di Stato, la cerimonia con cui la nazione italiana tributerà l’ultimo omaggio a persone che credevano di venire qui da noi a trovare la soluzione ai loro problemi e invece hanno incontrato una fine orribile (che impedirà loro tra l’altro di scoprire amaramente che qui al massimo di problemi venivano a trovarne altri, di diverso tipo), una volta scontate tutte le strumentalizzazioni che la politica nazionale ed europea sta operando cinicamente a carico di questa sciagura e dell’inevitabile strascico emotivo lasciato tra la popolazione, bisognerà finalmente guardarci negli occhi e parlarci molto chiaramente, noi italiani, perché a prescindere da questa ultima tragedia le cose sono arrivate ad un punto oltre il quale non si può più andare avanti».
Questo è quello che scrivemmo. Ci siamo guardati poi eccome negli occhi, in questi anni, e abbiamo deciso ad un certo punto di darci un governo che invertisse la rotta, e ponesse fine a questi assassinii di massa con la compiacenza di ONG, partiti politici nostrani e opinione pubblica spesso disattenta. Quel governo è durato 14 mesi, durante i quali gli sbarchi sono stati ridotti ai minimi termini, e le morti – per quanto ci risulta – a zero.
E’ andata come tutti sanno. Da un mese c’é un altro governo, che ha richiamato in servizio per volontà di poteri forti nostrani ed esteri quel partito che assisteva impotente o connivente alle stragi degli anni 2013 e seguenti. Risultato: nell’ultimo mese gli sbarchi sono ripresi alla grande, 162% secondo le stime del Viminale desalvinizzato. Per la stima dei morti, ancora non sappiamo dire. I 57 dispersi dell’altro giorno sono un tragico e consistente inizio, e per battere il record di sei anni fa c’é tutto il tempo che questo governo ed i suoi sponsor vorrebbero avere a disposizione.
L’Unione Europea chiama la pagliacciata di oggi Giornata Internazionale dei Migranti. Chi la vuole festeggiare si faccia un bell’esame di coscienza, se ne ha una. I porti di nuovo aperti nella attuale situazione sono una istigazione a delinquere ed al suicidio. E non c’é Vangelo o Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo che possano sostenere il contrario.
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