PRATO – Torna a casa dopo un lungo restauro la Madonna con Bambino in trono di Pietro Pezzati, che adesso può essere nuovamente ammirata nel piccolo Oratorio Santa Madre di Dio in via Roma, che faceva parte del complesso residenziale della famiglia Cipriani ceduto al Comune nel 1956. Per la piccola chiesa, destinata alla Parrocchia di Grignano, il pittore Pietro Pezzati nel 1876 dipinse la bella Madonna con Bambino, che richiama nell’impostazione antiche composizioni quattrocentesche.
Il lavoro di ripristino dell’opera è stato possibile grazie ad una collaborazione fra il Comune di Prato e il Diözesanmuseum di Freising, in Germania: il museo bavarese ha accettato di sostenere la spesa del restauro in cambio del prestito – l’anno scorso, per la mostra Verdammte Lust! Kirche. Körper. Kunst – del dipinto Noli me tangere di Battistello Caracciolo, che fa parte della collezione permanente del Museo di Palazzo Pretorio.
«Il restauro di un’opera d’arte, che adesso torna a disposizione di tutti i pratesi, è sempre una buona notizia – commenta Rita Iacopino, direttrice del Museo di Palazzo Pretorio -. Ancora di più se questo avviene grazie ad uno scambio culturale, che conferma l’importanza della rete di rapporti che il Museo di Palazzo Pretorio ha stretto in questi anni con i principali musei nazionali e internazionali. Perché l’arte non ha confini e deve essere a disposizione di tutti».
Il lavoro di restauro, avviato nel marzo del 2023 dallo Studio di restauro Mariotti e Cappelli, è stato lungo e meticoloso: il dipinto si presentava in un pessimo stato di conservazione, e il supporto tessile era caratterizzato da fori e piccole lacerazioni; addirittura, conficcata nella parte superiore del telaio ligneo è stata rinvenuta una scheggia di una bomba esplosa in prossimità dell’Oratorio durante la seconda guerra mondiale e arrivata, forse attraverso le finestre, fino al dipinto. Non solo: l’azzurro del manto della Vergine mostrava segni di degrado significativo, il colore era fortemente crettato ed era prossimo al distacco definitivo.
A più riprese sono stati necessari delicati interventi per la rimozione dello spesso strato di sporco depositatosi sulla superficie, un insieme di nero fumo, particellato e protettivi ossidati. L’opera è stata quindi protetta con velinature per poter affrontare il trasporto nel laboratorio ed è stata sottoposta al consolidamento degli strati pittorici, ottenendo così oltre all’adesione anche il distendersi delle parti di colore più sollevate.
Le lacerazioni e i fori sono stati risanati e successivamente il supporto tessile è stato trattato con un materiale composito ottenuto da una particolare specie di alghe che dovrebbe assicurare protezione anche negli anni a venire. Per mezzo di strisce di tela incollate perimetralmente è stato ritensionato sul telaio originale e dopo un’impegnativa pulitura delle superficie pittorica è iniziata la fase del recupero delle leggibilità dell’opera. Sono state stuccate le innumerevoli lacune di colore e preparazione, stuccature che sono state ritoccate cromaticamente con tecniche ad imitazione e tecniche riconoscibili.
La bellissima cornice in oro zecchino era in uno stato di conservazione ancora peggiore rispetto alla tela; ha richiesto anch’essa una serie di operazioni piuttosto complicate quali la rimozione dello sporco e di una ridipintura in finto oro, la fermatura e l’incollaggio di quasi tutte le decorazioni aggettanti nonché la ricostruzione per mezzo di stampi delle numerose parti mancanti.
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