Ombre Rosse

La magistratura incrimina, il governo ringrazia

DISCLAIMER: Il presente articolo non contiene offese o sottostime di stampo regionalista o razzista, anzi. Se avessimo voluto insultare la Sicilia (a cui l’Italia deve molto, a cominciare dalla lingua stessa fino ai modi più raffinati di usarla), non avremmo scomodato due dei suoi scrittori tra i più grandi di tutti i tempi.
E dunque, dopo l’avviso di garanzia a Conte e Di Maio per la telenovela Diciotti, la tentazione sarebbe quella di parlare di una parte della magistratura ormai messasi fuorilegge. E di sicuro dalle parti di Catania (e non solo) succede anche questo.
Ma c’è di più. O d’altro. Siamo in Sicilia, e allora impariamo a ragionare come ci ha insegnato Leonardo Sciascia. La linea retta non è mai la più breve tra due punti.
I giudici siciliani hanno fornito un bell’assist al Movimento 5 Stelle, che si stava cacciando in una situazione senza via d’uscita. E che adesso dovrà votare il No per Salvini per salvare anche i suoi, oltre al governo da cui dipende la sua stessa vita.
Credo che Conte e Di Maio siano contenti, e stiano brindando a questi apparentemente ridicoli, sciagurati, pretestuosi avvisi di garanzia. Parafrasando Giuseppe Tomasi di Lampedusa, perché tutto cambi deve sembrare che non cambi nulla.
E i Gattopardi siciliani, in toga e non, anche quando si rimettono a cuccia devono far finta di ruggire possenti. Salvando almeno una faccia che la sinistra che hanno a lungo di fatto fiancheggiato non ha più da tempo.

Autore

Simone Borri

Simone Borri è nato a Firenze, è laureato in scienze politiche, indirizzo storico. Tra le sue passioni la Fiorentina, di cui è tifoso da sempre, la storia, la politica, la letteratura, il cinema.

Lascia un commento