(Nella foto: Nico Gonzalez, di Paolo Giuliani)
Dopo aver ottenuto una vittoria prestigiosa in campionato a San Siro contro l’Inter, la Fiorentina torna in campo per l’andata della semifinale di Coppa Italia allo stadio Giovanni Zini di Cremona, contro la sorprendente Cremonese.
Grande esodo della tifoseria, che dall’apertura della vendita dei tagliandi in pochi minuti porta al sold out il settore ospiti, ma anche la maggior parte dei distinti e della tribuna. Un’atmosfera particolare che dalle prime luci coinvolge il popolo viola, con pullman organizzati dalle associazioni del tifo, ma anche con mezzi propri. L’autostrada si colora di viola, gli autogrill parlano toscano, si torna ai tempi di un passato glorioso, con l’orgoglio di rappresentare la propria città, la maglia del giglio. In totale più di 4.000 ospiti nei diversi settori, per un totale di 13.952 spettatori.
Davanti l’albergo dove alloggia la squadra viola, poche ore prima del match, un folto gruppo di tifosi incoraggia con cori e applausi, i giocatori non negano foto e abbracci. Lo stadio Zini comincia a riempirsi diverse ore prima, il sole splende anche se la temperatura a gara in corso è da clima invernale. Come annunciato dai social giorni prima, nel settore ospiti, per la prima volta fuori casa, si organizza una coreografia, la scritta centrale ACF, con bandierine bianco rosse e viola, dalla Curva opposta i grigio rossi rispondono con la loro, una splendida cornice, per una sfida sentita da ambo le parti.
La formazione viola parte con il modulo del 4-2-3-1, qualche novità tra i titolari, per il forfait di Saponara e Milenkovic per problemi fisici, in difesa centrali Igor e Quarta, a centrocampo Barak, davanti Cabral. Gli undici di partenza sono:Terracciano, Dodo, Quarta, Igor, Biraghi, Amrabat, Mandragora, Gonzalez, Barak, Ikonè, Cabral. La gara è interrotta per qualche minuto per alcuni fumogeni lanciati dalla curva dei tifosi viola alle spalle di Terracciano, che con calma li allontana, la stessa cosa avviene dalla parte opposta, i vigili del fuoco liberano il campo.
Si parte con la prima occasione degli ospiti, in area Ikonè e Barak bloccati dal portiere grigio rosso Sarr. Rispondono i padroni di casa con Tsajout con una conclusione di poco a lato. Poi inizia un assedio sotto la porta dei lombardi, con il brasiliano Cabral che prova a prendere la mira verso la porta. Al 20esimo da cross di Biraghi, colpo di testa del brasiliano che realizza il meritato vantaggio. Al 28esimo clamorosa occasione mancata di Gonzalez per il raddoppio. I viola controllano gli avversari senza pericoli. Si va all’intervallo dopo 3 minuti di recupero.
Nella ripresa i lombardi provano a riportare in pari il risultato, ottima parata di Terracciano su Dessers subentrato dalla panchina. Si prosegue con un ritmo più intenso dei gigliati con Cabral che prova la conclusione. Dalla parte opposta Bonaiuto inserito nella ripresa salta Igor e si trova davanti Terracciano che si esalta con una parata provvidenziale. I viola sembrano meno incisivi della prima frazione, anche per la maggiore pressione dei padroni di casa. Il primo cambio al 70esimo esce Barak per Bonaventura. Al 72esimo azione offensiva viola in area con un batti e ribatti, colpo di testa di Cabral, deviato dal portiere, dal successivo cross ancora il brasiliano tira a pochi passi dalla porta, sulla linea salva Aiwu.
Dopo il controllo Var, per fallo di mano, l’arbitro indica il rigore con la conseguente espulsione del difensore della Cremonese. Al 75esimo sul dischetto si porta Gonzalez, che anche se disturbato dal portiere, realizza il raddoppio. All’82esimo staffetta in attacco, esce Cabral per Jovic. I viola ancora in avanti con un tiro di Mandragora in corner, e con Igor che sfiora la rete. Nei minuti finali doppio cambio con Castrovilli e Brekalo al posto di Mandragora e Ikonè. Da uno schema su punizione l’attaccante Dessers sfiora il goal, ma Terracciano attento non si fa sorprendere. Dopo 4 minuti di recupero, inizia la festa dei viola, con il lancio delle maglie verso il settore ospiti, i cori dei tifosi che echeggiano tra migliaia di sciarpe e bandiere che continuano a sventolare.
Prosegue il momento positivo per i ragazzi di mister Italiano, che mettono in campo carattere e personalità, l’ennesima prova di maturità di squadra cinica concreta e attenta, che anche con la rotazione di diversi giocatori, non cambia assetto e mentalità. La Fiorentina data per favorevole alla vigilia, considerato il tasso tecnico dell’avversario (ultimo in classifica), poteva inciampare in distrazioni e insidie, ma ancora una volta ha dimostrato di poter sostenere le pressioni esterne. Prestazione corale che merita applausi per tutti, ma che evidenzia giocatori che riteniamo abbiano fatto la differenza.
La sicurezza della difesa con Terracciano superlativo in diverse occasioni, ennesima gara a porta inviolata (5 nelle ultime 6 gare, ndr), la velocità dell’esterno destro Dodo, sulla fascia imprendibile, ma in evidenzia anche nei dribbling, nei contrasti vinti, nelle azioni offensive. L’esterno argentino Gonzalez anche se meno brillante, crea pericoli in fase offensiva, realizza con freddezza il rigore, raddoppio fondamentale per il ritorno, sette goal dal dischetto su otto nella stagione, un bel modo di festeggiare il suo 25esimo compleanno, essendo nato il 6 aprile 1998.
Il miglior della gara, il match winner Arthur Cabral, l’ex Basilea denominato re Artù o Cabralone dai tifosi, beniamino indiscusso, con un goal che sblocca la gara e un rigore conquistato che poteva diventare una doppietta personale, splendida prova che ipoteca la tappa verso Roma. Il brasiliano conferma una condizione fisica ottimale con prestazioni di livello, un guerriero che lotta e si impone non solo nella fase offensiva, raggiunge un bottino di 13 reti stagionali, otto goal nelle ultime 11 gare, numeri che parlano di un centravanti di razza che sta dimostrando tutto il suo valore. La scia di risultati utili porta alla nona vittoria consecutiva, una dolce sinfonia per la Fiorentina e il suo popolo viola, un primo round verso la finale, per trasformare un sogno in una splendida realtà.
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