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La notte di San Nicola

E’ il giorno, anzi, la notte tanto attesa da molti bambini nel Nord Europa e anche in alcune parti del Nord Italia. San Nicola, o San Niccolò. La notte che porta i doni. Non il 25 dicembre, secondo la convenzione cristiana poi laicizzata ed internazionalmente adottata, ma il 5. Secondo una mitologia che affonda le radici nella notte dei tempi.

Si è soliti dire che Babbo Natale ha soppiantato Gesù bambino e la Befana, che assolvevano alla stessa funzione quando i bambini erano i nostri genitori e i nostri nonni. Si è soliti dire che Babbo Natale è un altro frutto del secolo americano, e della civiltà dei consumi che esso ha introdotto e sviluppato travolgendo le nostre tradizioni più antiche.

Si è soliti dimenticare che tutto ciò che cresce e si sviluppa nel Nuovo Mondo in realtà proviene dalla Vecchia Europa, imbarcato a suo tempo sulle navi dei Padri Pellegrini. Babbo Natale era sul Mayflower, come le zucche di Halloween e tante altre cose di cui abbiamo dimenticato la primogenitura.

Babbo Natale, Santa Claus come è ritornato a noi da oltre oceano, è appunto il prodotto di un mito nordico e poi protocristiano. Santa Claus sta per San Niclaus, San Nicola o San Niccolò. Era, a quanto pare a leggere le vite dei Santi, una specie di Padre Pio medioevale, veneratissimo e accreditato di capacità miracolose speciali. La sua importanza divenne tale da costringere la Chiesa a venerarlo in modo altrettanto speciale. Ed a sovrapporlo, secondo l’efficace strategia di marketing adottata all’epoca, ad una divinità preesistente.

Illustrazione datata 1881 di Thomas Nast (considerato il Padre del Fumetto Americano), che ha contribuito a creare la moderna immagine di Babbo Natale.

Illustrazione datata 1881 di Thomas Nast (considerato il Padre del Fumetto Americano), che ha contribuito a creare la moderna immagine di Babbo Natale.

Il dio Saturno era venerato dagli antichi Romani in concomitanza con il Solstizio d’Inverno, come il dio dell’Abbondanza, dei doni attesi e ricevuti. I saturnali duravano giorni e giorni, e si svolgevano in grandi banchetti durante i quali ci si scambiava doni. La Chiesa che succedette all’Impero attenuò la componente orgiastico-degenerativa di queste festività sostituendole la celebrazione più sobria del santo che era capace di tutto, se opportunamente invocato.

La letterina a Babbo Natale dei nostri bambini è dunque discendente di quelle antiche preghiere con cui l’uomo medioevale chiedeva a San Nicola il dono di sopravvivere in qualche modo ad un altro anno in un tempo ed in luoghi in cui la vita era assai più complicata di adesso. E San Nicola esaudiva, tanto da giungere fino a noi nella versione del Nord Europa convertito al Cristianesimo e poi trasmigrato nel Nuovo Mondo nella versione dei protestanti. Nella mitologia germanica, Odino padre degli dei era un vecchio barbuto che giungeva presso le case la notte del solstizio a riempire le calzature lasciate appese dai bambini di regali e dolciumi, e portandosi via latte e biscotti preparati come offerta votiva e biada per il suo cavallo volante ad un certo punto sostituito da una slitta trainata da renne.

Come si vede, all’appressarsi di un nuovo solstizio la cui data varia secondo i calendari della storia umana, non c’è nulla di nuovo sotto il sole. E stanotte i bambini a cavallo dell’Atlantico attendono nuovamente il ritorno di San Nicola.

Autore

Simone Borri

Simone Borri è nato a Firenze, è laureato in scienze politiche, indirizzo storico. Tra le sue passioni la Fiorentina, di cui è tifoso da sempre, la storia, la politica, la letteratura, il cinema.

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