E’ il giorno, anzi, la notte tanto attesa da molti bambini nel Nord Europa e anche in alcune parti del Nord Italia. San Nicola, o San Niccolò. La notte che porta i doni. Non il 25 dicembre, secondo la convenzione cristiana poi laicizzata ed internazionalmente adottata, ma il 5. Secondo una mitologia che affonda le radici nella notte dei tempi.
Si è soliti dire che Babbo Natale ha soppiantato Gesù bambino e la Befana, che assolvevano alla stessa funzione quando i bambini erano i nostri genitori e i nostri nonni. Si è soliti dire che Babbo Natale è un altro frutto del secolo americano, e della civiltà dei consumi che esso ha introdotto e sviluppato travolgendo le nostre tradizioni più antiche.
Si è soliti dimenticare che tutto ciò che cresce e si sviluppa nel Nuovo Mondo in realtà proviene dalla Vecchia Europa, imbarcato a suo tempo sulle navi dei Padri Pellegrini. Babbo Natale era sul Mayflower, come le zucche di Halloween e tante altre cose di cui abbiamo dimenticato la primogenitura.
Babbo Natale, Santa Claus come è ritornato a noi da oltre oceano, è appunto il prodotto di un mito nordico e poi protocristiano. Santa Claus sta per San Niclaus, San Nicola o San Niccolò. Era, a quanto pare a leggere le vite dei Santi, una specie di Padre Pio medioevale, veneratissimo e accreditato di capacità miracolose speciali. La sua importanza divenne tale da costringere la Chiesa a venerarlo in modo altrettanto speciale. Ed a sovrapporlo, secondo l’efficace strategia di marketing adottata all’epoca, ad una divinità preesistente.
Il dio Saturno era venerato dagli antichi Romani in concomitanza con il Solstizio d’Inverno, come il dio dell’Abbondanza, dei doni attesi e ricevuti. I saturnali duravano giorni e giorni, e si svolgevano in grandi banchetti durante i quali ci si scambiava doni. La Chiesa che succedette all’Impero attenuò la componente orgiastico-degenerativa di queste festività sostituendole la celebrazione più sobria del santo che era capace di tutto, se opportunamente invocato.
La letterina a Babbo Natale dei nostri bambini è dunque discendente di quelle antiche preghiere con cui l’uomo medioevale chiedeva a San Nicola il dono di sopravvivere in qualche modo ad un altro anno in un tempo ed in luoghi in cui la vita era assai più complicata di adesso. E San Nicola esaudiva, tanto da giungere fino a noi nella versione del Nord Europa convertito al Cristianesimo e poi trasmigrato nel Nuovo Mondo nella versione dei protestanti. Nella mitologia germanica, Odino padre degli dei era un vecchio barbuto che giungeva presso le case la notte del solstizio a riempire le calzature lasciate appese dai bambini di regali e dolciumi, e portandosi via latte e biscotti preparati come offerta votiva e biada per il suo cavallo volante ad un certo punto sostituito da una slitta trainata da renne.
Come si vede, all’appressarsi di un nuovo solstizio la cui data varia secondo i calendari della storia umana, non c’è nulla di nuovo sotto il sole. E stanotte i bambini a cavallo dell’Atlantico attendono nuovamente il ritorno di San Nicola.
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