Vittorio Mezzogiorno è Davide Licata nella Piovra 5 e 6
Da quando il commissario Calabresi era caduto sotto casa crivellato di colpi a quando qualcuno si era addossato – a sé ed ai compagni di lotta – la responsabilità di quell’omicidio, erano trascorsi sedici anni. Gli anni che avevamo chiamato di piombo erano alle spalle, o quasi. Sconfitto il terrorismo, tuttavia, un nuovo nemico mortale ne aveva preso il posto nelle cronache insanguinate e nel nostro immaginario collettivo. Il crimine organizzato. Cosa Nostra. La Mafia.
Anni ancora più difficili, più carichi se possibile di piombo, erano in arrivo. Anni che gli sceneggiatori della nostra televisione avevano previsto, al pari dei più attenti analisti della nostra società. La sequenza dell’omicidio di Luigi Calabresi era scorsa più volte sui nostri schermi, riprodotta da fiction di successo che secondo qualcuno contribuivano ad infangare l’immagine del nostro paese, come una copertina di Der Spiegel (ricordate? gli spaghetti e la P38…..). Secondo altri, invece, la ritraevano a meraviglia. Esattamente com’era, niente di più, niente di meno.
La migliore di queste, a detta anche di un’opinione pubblica internazionale che l’aveva vista con la stessa partecipazione del pubblico italiano (sarebbe stata esportata in ben 80 nazioni, risultando a tutt’oggi ancora la produzione di maggior successo della nostra televisione), era La piovra.
Negli anni in cui le mani assassine del terrorismo si davano il cambio battendosi il cinque con quelle dei mafiosi, la serie era giunta alla quinta stagione. Il commissario eroe che era stato il protagonista delle prime quattro era caduto, vittima del tradimento, delle collusioni, delle omertà che avvelenavano ed avvelenano ancora la nostra vita nazionale, non solo nella Sicilia in cui per forza di cose la fiction era ambientata. Michele Placido aveva interpretato il commissario Corrado Cattani fino ad una morte drammatica che aveva commosso il pubblico, anche perché gli ricordava quelle reali di tanti valorosi e sfortunati servitori del nostro Stato: Calabresi, Cassarà, Dalla Chiesa e tanti altri.
Nella nuova serie, il posto del poliziotto che si batte da solo contro i nemici interni ed esterni e contro un sistema per definire il quale l’aggettivo piovra si era rivelato quantomai azzeccato, era stato preso da un altro bravissimo attore di quegli anni: Vittorio Mezzogiorno, destinato tra l’altro a sopravvivere di poco al suo personaggio, il commissario Davide Licata.
Era la fine del 1990 quando si concluse la prima delle due stagioni in cui Mezzogiorno-Licata condusse la sua battaglia quasi solitaria contro la Mafia. Nessuno immaginava ancora cosa stava per succedere nel paese, e che la realtà neanche due anni dopo avrebbe superato di gran lunga la fantasia. La voce di Amii Stewart sembrò addolcire per una volta la storica, incalzante, drammatica sigla della Piovra composta da Ennio Morricone, proprio quando giungeva al Cuore del Problema.
In realtà, nel cuore del problema raggiunto dall’Italia di lì a poco, non ci sarebbe stata dolcezza per nessuno. Solo un dolore che ancora oggi c’é da chiedersi come abbiamo fatto a superare.
Lascia un commento