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La rivoluzione puritana e la morte del re

30 gennaio 1649. Su un patibolo appositamente eretto a Whitehall, la zona di Londra dove si trovano i palazzi del governo, viene decapitato il re Carlo I Stuart. Non è la prima volta che un sovrano perde la testa in quel modo, ma è la prima volta nella storia che ciò avviene per sentenza di un tribunale, che riconosce il sovrano colpevole di tradimento nei confronti del popolo.
Gli inglesi hanno ottenuto da tempo, con la Magna Charta, la limitazione dei poteri reali nei confronti della volontà popolare. Hanno anche stabilito, dai tempi di Enrico VIII e della di lui figlia la regina Elisabetta, che la religione del paese debba essere il protestantesimo, anche se nella versione particolare della Chiesa Anglicana.
Re Carlo I – figlio del primo sovrano Stuart, Giacomo I, succeduto all’ultima regina Tudor, la Grande Elisabetta, il quale aveva mantenuto in vigore il compromesso di fatto da lei stabilito: la religione ufficiale era protestante, ma i cattolici erano tollerati e non più perseguitati – aveva inteso rimettere in discussione la Chiesa Anglicana riportandola sotto il controllo di Roma. Aveva altresì inteso rimettere in discussione la grazia di Dio da cui secondo lui derivava la sua corona affrancandola da quella volontà della nazione che ne limitava il potere.
Dopo quasi un decennio di lotta con il Parlamento, il cattolicesimo reale provocò una radicalizzazione del protestantesimo popolare. I Puritani, radicali settari di stampo prevalentemente calvinista, si organizzarono in un esercito, gli Ironsides o Fianchi di ferro, che sotto la guida del carismatico Oliver Cromwell finirono per sconfiggere l’esercito reale. Imprigionato, il re inglese fu sottoposto a processo e condannato a morte.
Dopo la sua esecuzione, l’Inghilterra per undici anni e per la prima ed unica volta nella sua storia divenne una repubblica, governata dal Lord Protettore Oliver Cromwell e poi, dopo la sua morte nel 1658, da suo figlio Richard che dimostrò tuttavia di non possedere le doti paterne. Il Parlamento, nel 1660, decise la restaurazione della monarchia nella persona del figlio del Re giustiziato, che prese il nome di Carlo II.
Il 30 gennaio del 1661, nell’anniversario dell’esecuzione di Carlo I, il corpo di Cromwell fu riesumato a sua volta dall’Abbazia di Westminster e giustiziato simbolicamente a sua volta per essere poi gettato in una fossa comune.
Quella culminata nella morte di re Carlo non fu l’unica rivoluzione della storia inglese. Nel 1688 nuovamente il popolo sarebbe insorto contro un sovrano che intendeva restaurare la religione cattolica, Giacomo II, chiamando dall’Olanda Guglielmo d’Orange a prenderne la corona. Da allora, la monarchia in Inghilterra non è stata più messa in discussione.

Autore

Simone Borri

Simone Borri è nato a Firenze, è laureato in scienze politiche, indirizzo storico. Tra le sue passioni la Fiorentina, di cui è tifoso da sempre, la storia, la politica, la letteratura, il cinema.

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