L’espressione comprensibilmente contrariata del presidente della Fiorentina Women’s Sandro Mencucci
D’ora in avanti, per andare a giocare a Milano bisognerà portarsi non solo il pallone, ma anche l’arbitro. Non si è ancora spenta l’eco delle polemiche sulla direzione di gara di Inter – Fiorentina maschile da parte di Mazzoleni, quando scende in campo la squadra femminile nella seconda giornata e nel primo lunch match di campionato.
Al Centro Sportivo Vismara, dove ha sede anche il famoso Milan Lab, la Fiorentina Women’s tiene a battesimo le ambizioni della squadra rossonera femminile che da quest’anno si è unita al lotto delle partecipanti al campionato di calcio di serie A donne. Le ragazze di Antonio Cincotta sono reduci dall’impresa di Danimarca, che le ha qualificate tra le prime sedici d’Europa. Il calendario mette loro di fronte subito un altro avversario tosto, le ragazze allenate dalla ex campionessa Carolina Morace, che non nascondono le loro ambizioni. Nella prima giornata, le rossonere hanno risposto con un 6-0 sul campo della Pink Bari al 6-1 casalingo delle viola sull’Atalanta Mozzanica.
Purtroppo, dalla corsa del calcio femminile a conquistarsi una popolarità pari a quello maschile a quanto pare non è esclusa la tendenza ad emergere di difetti tipici di quest’ultimo, tra cui una certa tendenza agli arbitraggi casalinghi. Soprattutto, appunto, nel capoluogo lombardo.
Al secondo minuto infatti, il Milan è già in gol, con la capitana Sabatino che raccoglie un cross dal calcio d’angolo in posizione di netto fuorigioco. L’arbitro non vede ed il gol viene convalidato. L’episodio ha un contraccolpo psicologico sulle giocatrici viola che improvvisamente accusano tutto il peso della fatica per la disputa del terzo incontro importante in sette giorni, in una partita che si mette in salita e che il Milan prende in mano.
Al 16 il raddoppio della Giugliano, che vola via in contropiede sulla fascia sinistra e giunta in area viola fulmina la Ohrstrom con un rasoterra.
La Fiorentina avrà poca lucidità ed energie, ma ha buon sangue. Al 28° è Ilaria Mauro ad accorciare le distanze deviando in rete una palla alta. Il tempo però si chiude sul 3-1 per le padrone di casa, ancora la Sabatino che di testa su corner vìola la porta fiorentina.
Nella ripresa, dopo che la Adami ha sostituito una Kostova a corto di energie, ecco il secondo episodio dubbio a favore delle padrone di casa. La Clelland batte il portiere rossonero Korenciova, ma l’arbitro annulla per un fuorigioco che ai più appare inesistente.
Si continua sul 3-1 fino al 76°, quando è Alborghetti a segnare di testa una clamorosa autorete che rimette in partita le ragazze di Cincotta.
La Fiorentina ci crede fino all’ultimo dei quattro minuti di recupero concessi dall’arbitro, ma il risultato non cambia più ed il Milan si porta a casa tre punti che avrebbero potuto benissimo essere appannaggio di Firenze, per quello che si è visto e per gli episodi contestati.
A fine partita, il mister delle gigliate ha parlato giustamente anche di errori e responsabilità sul risultato delle sue ragazze, ma non ha usato mezzi termini nel definire l’arbitraggio «scadente», lamentando oltre agli episodi di cui abbiamo parlato sopra anche un intervento sulla mauro in area di rigore rossonera.
Critico e giustamente sarcastico anche il presidente Sandro Mencucci: «L’aria di Milano non porta bene ai colori viola, il primo gol era un fuorigioco millimetrico di tre metri. E’ chiaro che poi la partita è condizionata. Il calcio femminile sta incrementando la sua preparazione, per cui penso che tutti i protagonisti in campo debbano incrementarla allo stesso tempo». Ogni riferimento all’arbitraggio è assolutamente voluto.
Dopo l’Inter maschile, dunque, anche il Milan femminile avvelena l’avvio di stagione della Fiorentina. L’augurio a Mauro & c. è che sappiano gettarsi alle spalle subito questo episodio negativo. Al calcio italiano femminile invece è che sappia crescere senza prendere tutte le cattive abitudini di quello maschile. Altrimenti questo campionato di serie A donne è un bambino strozzato nella culla.
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