Diario Viola Fiorentina

L’attesa prima dell’evento

(Nella foto, l’ultima rifinitura della squadra viola, nell’Agia Sophia)

La vittoria dell’ultima gara da calendario, fuori casa nei minuti di recupero, nello stadio Unipol Domus, contro il Cagliari, per la Fiorentina è la matematica certezza dell’ottavo posto, con la partecipazione per il terzo anno consecutivo alla Conference League.

Un successo con luci ed ombre dal punto di vista tecnico, la tifoseria assente, per il poco tempo a disposizione, concentrata ad organizzare la difficile trasferta, e risolvere le diverse problematiche per mezzi e costi per raggiungere Atene, sede della finale della competizione europea di questa stagione.

Enorme lavoro per le associazioni del tifo, che con impegno e massima disponibilità, hanno dovuto affrontare le tante difficoltà per reperire un numero incredibile di charter, per l’imponente richiesta di migliaia di tifosi, pronti a sacrifici economici e fisici per raggiungere la capitale greca.

I tagliandi riservati alle due società finaliste divisi in circa diecimila per ognuna, ma mentre per la squadra di casa Olympiacos era normale che venissero acquistati, per i viola niente faceva presagire, per i problemi logistici e costi esagerati dei mezzi di trasporto, un coinvolgimento cosi totale, da esaurire lo stesso numero.

Diverse le città di partenza dei charter del tifo organizzato, da Firenze a Bologna, da Forlì a Roma, con migliaia e migliaia partiti in autonomia, dagli aeroporti di tutta Italia, Verona, Bergamo, con scali in mezza Europa, in Svizzera e Francoforte, a Barcellona e Tirana, ma anche con pullman fino a Brindisi, per proseguire in traghetto con ore interminabili.

Un vero esodo del popolo viola, consapevole di dare un supporto importante, con la speranza di poter assistere alla vittoria di un trofeo internazionale, lontano epoche remote.

L’attesa spasmodica aleggia in tutta la città, polverizzati in pochi giorni i biglietti per il Franchi, con costo simbolico di 5 euro, la carica dei trentamila sugli spalti, anche il Viola Park esaurito in ogni singolo posto, diversi maxi schermi in altrettante zone.

Atene pronta ad accogliere la marea di ospiti, ma con il problema dell’acerrima rivalità dell’Olympiacos con l’ AEK Atene, ( ma anche con la terza squadra il Panathinaikos), padrona di casa dello stadio Agia Sophia, nel quartiere Nea Filadelphia, scelto per la finale.

A tal proposito il giorno della gara, non solo in una zona allargata dello stadio ma in tutta la città, per evitare scontri e tafferugli tra le tre squadre ateniesi, un cospicuo numero di poliziotti, più di seimila, ma anche squadre della Digos di Firenze, in massima allerta, controllano per garantire che tutto avvenga nella massima sicurezza.

Intanto la squadra viola alla vigilia della gara è nel magnifico impianto per la rifinitura, i ragazzi a rapporto con mister Italiano, e poi l’allenamento, tra il riscaldamento con la corsetta, esercizi di stretching e torello. Squadra divisa in 2 gruppi, con passaggi e tiri in porta, infine calci piazzati.

Nel pomeriggio il tecnico gigliato insieme ai giocatori Biraghi e Bonaventura, nella consueta conferenza stampa, rispondono ai giornalisti presenti, come la nostra testata.

I primi tifosi arrivano già lunedì, ma il cospicuo numero è nella capitale il giorno della gara, il 29 mercoledì, le strade parlano fiorentino, predomina il colore viola tra sciarpe e maglie.

Come già avvenuto lo scorso anno a Praga, tutta la città, dall’aeroporto alle strade circostanti lo stadio, è tappezzata con striscioni che indicano la finale con data e Coppa.

In una zona non lontana dal centro, Thissio, raggiungibile in metro (come per gli altri spostamenti), il trofeo in dimensioni gigantesche, mentre la Coppa originale, si trova in Piaza Kotzia, dove è allestito il Fan Festival, una sorta di villaggio per intrattenere le due tifoserie.

Riproduzione gigantesca del trofeo in palio

Stand con diversi giochi, la gigantografia della Fiorentina, non manca l’official shop con i gadget originali, sciarpe, maglie, cappellini, spille, magneti, ma soprattutto la coppa posizionata poche ore prima, dall’ex difensore greco Traianos Dellas, tra le due maglie delle finaliste, dove ogni tifoso con pazienza serafica, aspetta il proprio turno, per una foto ricordo.

Il punto di ritrovo adibito ai tifosi viola, la Fan Zone, ad Oaka, a nord della città accanto allo stadio Olimpico, scelta non ottimale, uno spiazzo completamente al sole, abbandonato dai sostenitori dopo qualche ora.

La mattina della gara, tappe d’obbligo, in Piaza Kotzia si formano lunghe code, solo per toccare con mano l’ambita Coppa, nel caos generale, la temperatura sui 29 gradi.

Nel nugolo di gente, appare il presidente Rocco Commisso con la moglie Catherine e il direttore Alessandro Ferrari, grande entusiasmo, per un abbraccio ed una foto, il coinvolgimento e l’emozione, da una parte e dall’altra, il presidente non si sottrae neanche alle interviste.

Tanti i gruppi di diverse età, famiglie con ragazzi e bambini, club storici, e gente arrivata da ogni parte d’Italia e da fuori penisola, parrucche viola, ma anche la simpatia con capelli e barba colorati, un tripudio di voci, una festa totale.

L’attesa spasmodica, la tensione palpabile, ma ci sono grandi aspettative e speranze di portare a casa il trofeo, la squadra ha acquisito maggiore esperienza, un avversario di rispetto ma alla portata, un appuntamento troppo importante, impossibile rinunciare a questa serata, i commenti unanimi, quando il sole è ancora alto ed il fischio d’inizio lontano, fissato alle 22.00 locali.

 

 

 

Autore

Patrizia Iannicelli

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