High-Tech

Le Finestre sul futuro

Il 20 novembre 1985 l’informatica aprì finalmente le proprie porte all’uomo comune. La Microsoft Corporation fondata dieci anni prima da Bill Gates e Paul Allen mise in commercio Windows 1.0, il sistema operativo che avrebbe rivoluzionato il mondo dei personal computer, rendendoli veramente personal, alla portata di utilizzo da parte di qualsiasi persona.

Fino ad allora, i computer prodotti dalla International Business Machines Corporation (IBM) – o comunque IBM compatibili perché prodotti da società apparentemente concorrenti ma che avevano comunque accettato linguaggi macchina e sistemi operativi elaborati da o per conto del colosso di Endicott – avevano funzionato sulla base del sistema operativo MS – DOS (disk operating system), anch’esso prodotto dall’astro nascente di Seattle e dal suo compagno di scuola Allen.

Il DOS aveva però un difetto: era complicato da usare, e offriva all’utente un’interfaccia poco accattivante, a meno di non possedere in qualche modo nozioni di programmazione o comunque di gestione avanzata del sistema e degli applicativi che vi giravano al di sotto.

Dopo un anno di sperimentazioni e test iniziati nell’ottobre 1984 con le versioni developer, alpha e beta test riservate agli sviluppatori, il nuovo sistema operativo fu messo in commercio appunto il 20 novembre del 1985. Fu battezzato Windows, Finestre, perché oltre a presentare un’interfaccia più user friendly ed a semplificare l’impostazione di molti comandi sintetizzando per conto dell’utente il linguaggio macchina con semplici clic sulle icone presenti nelle finestre, consentiva finalmente il multitasking, la possibilità cioé di far eseguire al personal computer più di una operazione in contemporanea.

Per l’esattezza si trattò della release (sinonimo di versione, nel linguaggio informatico diventato col tempo di uso comune) 1.0.1, poiché la 1.0 uscita nel luglio precedente aveva dovuto essere ritirata dal commercio a causa di alcuni bugs, difetti di programmazione e funzionamento.

Da quel momento, i computer affrontarono e vinsero la loro battaglia iniziale ma decisiva per entrare in breve tempo nelle nostre case e nelle nostre vite, e diventarne gli insostituibili controllori. La IBM e la Microsoft sbaragliarono definitivamente la concorrenza delle ditte e dei sistemi alternativi, come Commodore, e misero in seria difficoltà rivali altrettanto promettenti come la Apple.

Il PC, che doveva avere una configurazione minima (i cosiddetti requisiti di sistema) comprendente un processore x86, un sistema operativo di avvio MS-DOS 2.0 (la cui prima release era stata del 1982), 256 KB RAM, dischetto a doppia faccia o hard disk, consentiva in quella prima versione di eseguire in ambiente Windows tutta una serie di programmi, o applicativi come si dice adesso, come Calcolatrice, Calendario, Schedario, Clipboard viewer, Orologio, Pannello di controllo, Blocco note, Microsoft Paint, Reversi, Terminale, Write, oltre al prompt dei comandi che permetteva agli aficionados di continuare a lavorare in DOS.

Nei trent’anni successivi, Windows avrebbe progressivamente raffinato e potenziato la sua interfaccia e le sue funzionalità, fino all’ultima ed attuale release denominata Windows 11, che rende sempre più simili e intercambiabili tra loro gli hardware su cui è installata come PC, tablets e cellulari e che a quanto trapela da Seattle potrebbe essere l’ultima versione di una gloriosa ma ormai obsoleta per quanto felice e storica intuizione della Microsoft. In attesa di Polaris e Andromeda, le nuove rivoluzioni del sistema operativo che dovrebbero essere il prossimo salto nel futuro.

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Autore

Simone Borri

Simone Borri è nato a Firenze, è laureato in scienze politiche, indirizzo storico. Tra le sue passioni la Fiorentina, di cui è tifoso da sempre, la storia, la politica, la letteratura, il cinema.

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