Diario Viola Fiorentina

Lo spirito di grande squadra

Gruppo di giocatori viola (foto di Paolo Giuliani)

Dopo la splendida serata europea di Basilea, per la finale di Praga, si torna in campionato, con la terz’ultima gara della stagione. La Fiorentina, a poche ore dalla lunga sfida di giovedì, è di scena a Torino, contro i granata, appaiati a 49 punti in classifica, uno scontro per l’ottavo posto.

Sugli spalti presenti circa 300 tifosi viola, dato lo storico gemellaggio molti in altri settori. La dirigenza è rappresentata dal dg Jo Barone, dai direttori sportivi Burdisso e Pradè. Con la prima finale del prossimo mercoledì, mister Italiano adotta una rotazione totale, dieci giocatori diversi rispetto al mach precedente, out Bonaventura per squalifica, non convocati Amrabat e Gonzalez.

Gli undici di partenza con il modulo del 4-2-3-1, Cerofolini tra i pali, Venuti, Quarta, Igor, Terzic, Mandragora, Duncan, Sottil, Barak, Saponara, Kouamé. Prima fase di studio delle due squadre, i padroni di casa più propositivi, senza occasioni rilevanti, al 13esimo Cerofolini scivola in area, ma Quarta evita che il pallone arrivi a Sanabria. Al 25esimo gran tiro dell’ex di turno viola Mandragora alto sulla traversa. Al 35esimo Karamoh da contropiede si trova davanti il portiere gigliato, Cerofolini risponde con una parata, anche se il giocatore torinese in fuorigioco. Il Torino chiude la prima frazione di gioco in fase offensiva, si va all’intervallo a reti inviolate.

Nella ripresa il primo cambio tra gli ospiti, esce Sottil per Jovic, che si posiziona da prima punta con Kouamè sulla fascia. Proprio dalla coppia neo formata al 47esimo arriva la rete del vantaggio, azione che parte da Mandragora, cross perfetto dalla destra dell’ivoriano Kouamè, che trova lo stacco preciso di testa di Jovic, che manda il pallone in rete. Al 51esimo episodio dubbio in area su cross di Saponara, tocco di mano di Djidji, l’arbitro fa proseguire. Al 63esimo ancora una bella azione asse Kouame-Jovic in area, con il serbo che manca di poco il pallone.

Al 64esimo sostituzione per problemi fisici di Saponara, al suo posto l’ex Brekalo, subissato di fischi per il suo passato granata. Al 65esimo cross dalla sinistra di Buongiorno per Sanabria che in area salta Igor e batte Cerofolini, si pareggiano i conti. Al 73esimo doppio cambio, Bianco e Ikoné al posto di Mandragora ammonito e Kouamé. L’ex primavera classe 2002, si nota in un paio di azioni, ma rischia per un intervento su Vlasic, rimedia un cartellino giallo. L’ultima sostituzione esce Barak per Ranieri, che si posiziona nella difesa a 3 con Quarta e Igor, il modulo passa al 3-4-2-1. Nella fase finale le squadre aspettano i 4 minuti di recupero per dividere la posta in palio.

Un pari non spettacolare, come si poteva immaginare, che cambia di poco la classifica, si scende di una posizione, ma a ridosso dall’ottavo posto, occupato dal Monza. Una Fiorentina con le seconde linee, che poteva ottenere un risultato pieno, che ha dato buoni segnali contro un avversario ostico in campo con la migliore formazione, resta il dubbio di un rigore non dato, che avrebbe cambiato il corso della gara. Una prestazione buona, dove ognuno ha dato il proprio contributo, merito del tecnico che ha saputo dare fiducia e motivazioni anche a giocatori che hanno avuto poche opportunità di scendere in campo.

La difesa non demerita, buona la reazione del portiere Cerofolini alla sua terza gara, Quarta si nota per buoni interventi, da Igor qualche incertezza sul goal subito. A centrocampo Mandragora parte con buon ritmo, Duncan si nota con giocate e chiusure a metà campo, Barak a fasi alterne. Gli esterni Sottil, Brekalo e Saponara sottotono, Ikonè non porta la spinta al reparto offensivo, Kouamé oltre l’assist vincente per il goal viola, il più reattivo, una valida alternativa.

Il migliore della gara Luka Jovic, dopo le polemiche per il post social, e spesso impreciso sotto porta entra dalla panchina, finalmente torna al goal  (mancava dal 4 marzo contro il Milan, ndr), un buon momento dopo la sponda per il goal decisivo di Barak in Svizzera. Il serbo con 12 reti stagionali all’attivo, può essere il valore aggiunto per il reparto offensivo.

Si archivia in fretta il campionato, proiettati verso la prima finale, mercoledì 24 maggio all’Olimpico di Roma, la sfida per il titolo contro i nerazzurri dell’ Inter. Il conto alla rovescia già iniziato, la mobilitazione totale da settimane, esauriti i biglietti riservati alla tifoseria gigliata, più di venticinquemila cuori pulsanti al seguito, pullman organizzati dai club e dalle associazioni del tifo (Atf, Acccv), ma tanti mezzi propri, un appuntamento con la storia al quale non si può mancare.

Nel frattempo la società, a 48 ore dal fischio d’inizio, apre le porte ai tifosi per l’allenamento al Franchi, ennesimo occasione di vicinanza e unione per arrivare alla meta. Lo spirito di grande squadra accomuna e coinvolge società, dirigenti, tecnico, giocatori e tifosi, insieme per realizzare uno dei sogni, e finalmente alzare un trofeo che manca da più di un ventennio.

Autore

Patrizia Iannicelli

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