Arriva la letterina di Moscovici, e non è proprio come quella di Babbo Natale. Sembra più la risposta della Befana (il che, essendo tecnicamente l’Unione Europea sostantivo femminile, grammaticalmente parlando sembra anche più appropriato): regali e dolciumi per tutti, perfino per la derelitta Grecia, carbone per l’Italia.
A corredo, a verbale chiuso, il commento dello stesso Moscovici: noi non subiamo ricatti. Ve lo immaginate Totò Riina e Bernardo Provenzano (o i Casamonica, per stare all’attualità) che dicono allo Stato: noi non subiamo prepotenze?
Gli organi di informazione il cui cuore (o forse sarebbe meglio dire il cui portafoglio) batte a sinistra raccontano in questi giorni la favola di Natale secondo cui il nostro governo (tra l’altro, fascista, prevaricatore e illegittimamente non rappresentativo del popolo italiano) sta per cadere, Mattarella è già pronto a sostituirlo (a questo ci crediamo anche noi, che a sinistra non abbiamo nulla, men che meno il cervello), Monti guarda caso si riaffaccia sempre più spesso in pubblico, siamo isolati in Europa come attesta l’ostracismo dei produttori di cannabis olandesi e dei cioccolatai austriaci (due economie tra l’altro notoriamente trainanti in Europa).
La storia, in realtà, è un altra. Il governo italiano, nella storia della repubblica (prima, seconda e terza) non è mai stato così forte, mantiene il suo 60% di consensi (a scendere, semmai, è la percentuale di vendite di certi giornali), mantiene soprattutto la rotta contrattualizzata all’interno ed all’estero. Mattarella fa le sue esternazioni, Monti le sue comparsate, Calabresi & c. i loro dibattiti su vecchi e nuovi fascismi (chissà se per fare il pieno a questi happening devono distribuire tessere omaggio come certe società calcistiche di nostra conoscenza…). Ma il governo va a dritto, consapevole di avere una compagine e soprattutto dei programmi che bucano molto di più lo schermo dell’opinione pubblica italiana ed europea di quanto non possa fare l’opposizione, ormai identificata tristemente con un PD che ha più candidati alla segreteria che elettori, e più giornalisti ed editorialisti in quota che lettori.
Perfino le magistrature d’assalto hanno cambiato bersaglio. incrociano sempre nel canale di Sicilia, ma adesso non indagano più il cattivo Salvini che sequestra le persone, bensì le ONG che le trasportano in condizioni che manco fossero rifiuti tossici e nocivi.
E’ un ancien regime che balla ormai al ritmo dell’orchestrina del Titanic. Il guitto Moscovici ad ogni conferenza stampa se ne esce con aforismi da Bagaglino che ormai strappano soltanto sorrisini forzati. Sanno tutti che la lettera importante è quella che arriverà a maggio prossimo, e sarà una lettera di sfratto per i lobbisti europei che nelle ultime due legislature hanno reso l’aria irrespirabile e la vita invivibile per buona parte del mezzo miliardo di persone che abitano il Vecchio Continente essendoci nate, non portate dai barconi di Soros e dei sudicioni senza frontiere.
Il governo italiano va a dritto, malgrado le imboscate di certi nostalgici del movimentismo sessantottino che albergano ancora nella sua componente che i buontemponi del giornalismo italiano come Travaglio pretendebbero collocata più a sinistra: il Movimento 5 Stelle. I vari De Falco che votano contro il governo ed il partito che li ha portati in Parlamento valgono quanto gli Schettino che li hanno fatti eleggere (e meno male che l’ex comandante quando vota ci risparmia almeno l’intercalare «cazzo!»….). Il Movimento è maturato molto negli ultimi cinque mesi, da quando è passato da forza di blog a forza di governo, e c’é da credere che alla fine riuscirà a liberarsi dei movimentisti alla Mario Capanna come Roberto Fico e tutti i nostalgici della Mucca Carolina e delle marce antifasciste organizzate come gli scioperi della CGIL. Nella tarda mattinata del venerdi, per cominciare prima il fine settimana.
Il governo italiano, che rispetti il contratto o meno, è talmente forte in questo momento da potersi permettere anche di dare inizio alla campagna elettorale della primavera prossima senza inficiare la propria azione congiunta e contrattualizzata. La questione del trattamento rifiuti in Campania è – non a caso – di quelle che dividono le due componenti più che mantenerle unite, e sembra fatta apposta per porsi di fronte ai rispettivi elettorati e potersi contare. Tanto il conto alla fine lo paga comunque il PD, qualunque dei due capelloni, Zingaretti e Minniti, la spunti per la segreteria. O commissariato liquidatore che dir si voglia.
Nel frattempo, lassù qualcuno ci aiuta, comprando i BOT ed i BTP nei momenti in cui all’Europa a due velocità (Merkel – Macron – Juncker, o quello che ne rimane, da una parte, i popoli dall’altra) riprende la tentazione di ripetere il giochino che abbatté nel 2011 il legittimo governo italiano. Viene da pensare che l’Amministrazione Trump nutra per quella italiana qualcosa di più del sentimento di simpatia che traspare ad ogni occasione pubblica. E non è la sola. Sostenere l’Italia attuale rientra tra gli interessi delle due superpotenze che circondano questa Europa ormai sempre più simile ad una arcigna Befana che distribuisce carbone (quando potrebbe avere più a buon mercato gas e petrolio) e che da tempo – crediamo – hanno preso a rimpiangere quel Muro della cui caduta abbiamo festeggiato la ricorrenza pochi giorni fa.
Non sapremo mai, con ogni probabilità, se il bizantino Mattarella avrebbe saputo ripetere la magia dello stalinista Napolitano nel far sparire un governo legittimo mettendo al suo posto qualche professore di economia applicata (alla gestione delle proprie finanze, soprattutto). Ce ne faremo una ragione, se la farà soprattutto il professor Monti, le cui pensioni sono più blindate di qualsiasi legge Fornero.
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