(Dal nostro inviato) – Come di consueto dopo le firme sui contratti che portano al passaggio ufficiale dei giocatori da una società alla successiva, i neo acquisti sono presentati ai giornalisti nelle conferenze stampa.
Ancora una volta una cornice suggestiva, sulle colline di Firenze, la location nella splendida terrazza, dell’Hotel Il Salviatino, dove viene allestita la sala stampa, per presentare il difensore serbo Matija Nastasic, accompagnato dal direttore generale Jo Barone.
Il dirigente viola introduce la conferenza sottolineando come la scelta dei posti mette in risalto la bellezza di Firenze. Ha parlato poi del ritorno sugli spalti del pubblico, il Franchi riapre dopo mesi, lui spera possano esserci tanti tifosi per dare una spinta ulteriore alla squadra. Si parla di 15mila spettatori, ma si spera in un numero maggiore.
Ha aggiunto a tal proposito che tutte le società di calcio stanno lavorando per avere la capienza totale. Ringrazia il giocatore, che ha acquisito diverse esperienze all’estero, importanti per la sua nuova avventura in viola, e il procuratore Ramadani che ha permesso il trasferimento.
Il neo difensore, con un ottimo italiano (acquistato dalla Fiorentina nel 2010, arriva nella squadra gigliata nel luglio del 2011, appena diciottenne, colleziona 29 presenze e 2 goal, passa il 31 agosto 2012 al Manchester City, dal gennaio 2015 arriva allo Schalke 04, da dove viene rilevato dalla società viola lo scorso 21 agosto), ha ringraziato la società per l’opportunità di tornare a Firenze, ricorda con piacere la prima esperienza anche se molto giovane, dice di essere motivato e pronto nel dare una mano alla squadra.
Ha parlato del suo ruolo, con la linea alta in difesa non vede problemi, ha visto la gara contro la Roma, dove la squadra ha fatto una buona partita, il risultato negativo non è stato pari alla prestazione.
Sulla difesa dice che ha un modo diverso di stare in campo, ma dal tipo di gioco che il mister mette in pratica, tutti avranno modo di imparare e fare bene. Fisicamente non ha problemi, è a disposizione del mister, pronto per giocare nella gara di sabato (contro il Torino, al Franchi, ndr), anche se sarà necessario il supporto di tutti i giocatori per fare una bella stagione.
Sul prossimo avversario il Torino, non si è soffermato su un singolo giocatore, il centravanti Belotti, ma ritiene che si debba essere concentrati su tutta la squadra, preparando la gara al meglio. Ha seguito in questi anni la serie A, rispetto alla sua prima fase di permanenza in Italia ha notato vari cambiamenti, molte le squadre che adottano un calcio offensivo.
Le domande si sono poi spostate sul gruppo che ha trovato, sul rapporto con i compagni serbi, sul legame con la città. Queste le sue risposte: “nello spogliatoio ho trovato un bel gruppo, tutti sappiamo cosa rappresenta la squadra viola per la città, ho parlato con tutti i serbi, sono giocatori viola e sono contenti di restare alla Fiorentina, anche Vlahovic e Milenkovic sono concentrati al massimo per riportare la squadra il più alto possibile. Il mio legame con la città è sempre stato forte, volevo tornare e mi auguro di restare il più lungo possibile, sono sempre rimasto in contatto con vecchi amici e legato alla società.”
Un grazie per la fiducia anche al presidente Commisso che ha conosciuto, grande persona per il lavoro che sta facendo per portare in alto la società. Le ultime battute ancora sulla difesa viola attuale, i difensori – ha detto – sono giovani ma possono fare molto bene, la sua esperienza potrà essere di aiuto ai compagni, tutti possono dare un contributo dentro e fuori dal campo per portare a migliori risultati.
Infine la curiosità sul numero di maglia che sarà il 55. Ha ricordato che nella precedente esperienza a Firenze aveva il numero 15, nello Schalke il 5, con le due maglie occupate, ha scelto il 55, poi coincidenza ha voluto che in questa giornata festeggi 5 anni il suo bambino, insomma un numero di buon auspicio.
Si è chiusa la conferenza con le domande dei tifosi arrivate ai canali social, ha ricordato il primo goal contro il Cesena (4 marzo 2012, ndr), il grande professionista che ha visto in Vlahovic (che non conosceva), al pari di Jovetic dieci anni fa, i suoi inizi al calcio a sei anni, l’appello ai tifosi di tornare a tifare e sperare di festeggiare a fine partita.
Il difensore serbo, contento della squadra e della città, ha espresso la sua voglia di rimettersi in gioco, consapevole di quanto esigente è la piazza, del peso e del valore della maglia viola, che metterà massimo impegno ed esperienza acquisita negli anni a disposizione del gruppo.
Dopo questa lunga pausa durata nove anni, con un infortunio piuttosto serio, sarà come sempre il campo a dare il responso definitivo, ma soprattutto se questo viaggio andata e ritorno porterà vantaggi con un giocatore funzionale o le solite delusioni da minestre riscaldate.
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