Prato

Matteo Renzi e la Massoneria

Matteo Biffoni e Matteo Renzi (Elezioni 2014)

La Massoneria italiana, almeno per parte dell’opinione pubblica, ha un peccato originale costituito dallo scandalo P2. Per chi non lo ricordasse, il 17 marzo 1981 fu scoperta l’esistenza di una Loggia segreta, in cui l’aretino Licio Gelli aveva riunito esponenti del sistema politico-economico-militare italiano. Anche se era stata coinvolta una parte infinitesimale di iscritti, rispetto alle decine di migliaia di massoni italiani, da quel momento in poi il pregiudizio antimassonico è stato rinfocolato a più riprese.

Matteo Renzi ha provato ad approfittare, in maniera grossolana e scomposta, di questa notizia. Il politico fiorentino ha twittato “Il Movimento 5 Stelle ha riempito le liste di candidati scrocconi, truffatori e massoni? Serve una risposta chiara. Onestà”. Il segretario del PD, accostando i Liberi Muratori ad una banda di disonesti, ignora probabilmente di  esser candidato nella Regione con la più alta percentuale di Massoni per numero di abitanti, difatti è antica e radicata la tradizione della Massoneria in Toscana.

Forse, tutto sommato, Renzi non ignora il ruolo positivo della Massoneria, bensì scientemente prova a screditarla. Matteo Renzi, in netto calo di consensi, mena colpi in aria come un pugile suonato. Sembrano ormai lontani i tempi, ma invece era soltanto l’estate del 2015, in cui il Sindaco di Prato, il PD Matteo Biffoni si recava in visita alla Loggia Meoni e Mazzoni di Prato.

Autore

Andrea Sarti

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