Homepage Ombre Rosse

Morire per Kiev o morire di caldo?

Ai tempi in cui la coscienza civile degli italiani la indirizzava gente come Indro Montanelli, per votare per la maggioranza di governo era sufficiente turarsi il naso. Adesso non basta più, bisogna tenere anche la bocca chiusa.

Le mascherine non ingannino, c’é sempre la DC al governo, con i suoi referenti bancari irrinunciabili. Mattarella ha preso il posto di Mattarella, Draghi quello dei Cuccia e dei Ciampi. Si riconoscono per antica abitudine, basta guardarli negli occhi. Hanno sempre quella luce sinistra che al cittadino lascia ben poca speranza.

Che si saranno detti il democristiano ed il banchiere senza Dio nell’ultimo incontro di stamattina? Ah, sì, che l’Italia deve mantenere i suoi impegni internazionali. Anche quando non si sa o non ci si ricorda più quali siano e chi li ha stabiliti. O significano appiattirsi sull’alleato americano, anche quando questo commette sciocchezze inaudite. Tipo farci litigare con il nostro principale partner energetico, la Russia che – le avessimo rotto meno le scatole quand’era il momento – adesso il gas ce lo fornirebbe ad un prezzo sicuramente più conveniente di quello che rischia di lasciarci all’inferno quest’estate ed al gelo il prossimo inverno.

Anche quando, se proprio la vogliamo tutta a quella miriade di bandiere appese ai balconi, significa far finta di appassionarsi alla causa di un paese, l’Ucraina, che da quando esiste è stato una spina nel fianco per tutti i suoi vicini, a cominciare dai notoriamente poco pazienti ed ancor meno comprensivi russi. La storicamente filo-nazista Ucraina, dovremmo andare a morire per lei a sentire herr Draghi, così come qualcuno tanto tempo fa si chiedeva (magari con un filino di ragione in più) se non fosse il caso di morire per Danzica.

Non cadrà quest’estate il governo Draghi, anche se non lo sopporta più nessuno, forse nemmeno il Mattarella che se l’é tirato fuori dal cilindro nel turbine dell’era Covid. Governo malaticcio per paese decisamente malato. No, Draghi non cadrà, anche se vorrebbe usare i soldi degli italiani per le armi da spedire a Kiev piuttosto che per i condizionatori. Gli anziani scampati alla pandemia intanto possono anche morire di caldo torrido, la missione bontà il governo italiano l’ha chiusa da tempo.

Non cadrà l’uomo della BCE, anche se perfino i 5 Stelle sono fortemente tentati di scegliere – per una volta – la dignità in luogo della poltrona. L’amor proprio invece della sopravvivenza a tutti i costi.

Certo, se va a casa Draghi ci si ritroverebbe Conte. No, grazie, abbiamo già dato. Oltre che a turarsi il naso e tenere la bocca chiusa ci vorrebbe anche di mettersi una mano sugli occhi. Cominciano a diventare troppe, ne abbiamo due sole.

A votare c’é ancora tempo. Speriamo esca fuori qualche alternativa. E che Vladimir Putin non finisca per incavolarsi sul serio, ed il gas ce lo dia alla fine con la fiamma ossidrica.

Autore

Simone Borri

Simone Borri è nato a Firenze, è laureato in scienze politiche, indirizzo storico. Tra le sue passioni la Fiorentina, di cui è tifoso da sempre, la storia, la politica, la letteratura, il cinema.

Lascia un commento