SCARPERIA (FI) dal nostro inviato – Ancora una volta è giunto il Mugello, da molti definita la gara più bella dell’anno, la pista più bella del mondo addirittura. È una pista speciale, molto lunga, molto veloce e molto impegnativa.
Siamo arrivati a questa gara di campionato con un mercato piloti alquanto altalenante e con team ufficiali che fanno il bello e il cattivo tempo u’ora sì un’ora no, Honda (soprattutto) e Ducati escluse. Fatto sta che per molti questa gara significa molto. Soprattutto per due dei grandissimi.
Per Jorge Lorenzo significa tornare a vincere, con una moto diversissima da tutte le altre, in una pista dove attualmente è il secondo più vincente in assoluto, ed il più vincente negli ultimi anni. Magicamente la Ducati qui porta dei pezzi che da lui erano richiesti come l’acqua da un assetato nel deserto. Soprattutto un nuovo serbatoio, più ergonomico e più adatto al suo stile di guida. C’è voluto un anno e mezzo, ma già da venerdì sembra che Lorenzo sia rinato (eccezion fatta per un treno gomme difettoso). Sembra poter finalmente guidare senza stancarsi, portando la moto come lui sa fare, a martello, giro dopo giro.
Per Valentino Rossi far bene qua, davanti al suo pubblico di casa significa ringiovanire di dieci anni. Con una Yamaha in crisi nera, lui fa di tutto per metterci una pezza, dove Vinales ancora non riesce (a detta sua la Yamaha lavora più verso il compagno di squadra) lui sembra aver capito qualcosa di più di questa moto.
Arriva il giorno delle qualifiche ed è subito aria di record. Dopo che Iannone ha abbattuto il record della pista, subito ci pensano altri piloti ad abbassare ulteriormente il tempo. Tra tutti, due fanno un altro mestiere. Sono Rossi e Lorenzo. Riescono ad abbattere anche il nuovo record di Iannone girando in 1.46 basso al Mugello. A distanza di soli 35 millessimi l’uno dall’altro sono i due piloti su due ruote più veloci di sempre, ancora una volta.
Arriva domenica e con essa un segno premonitore di quella che sarà una giornata memorabile. Le frecce tricolori, essendo appena passata la festa della Repubblica passano raso terra sopra la pista, lasciando una scia bellissima sulla testa di tutti. Per concludere hanno eseguito una spettacolare manovra da lasciare a bocca aperta, un giro della morte in formazione serrata con la scia tricolore a seguirne i movimenti. Questo il loro augurio pre-gara. Un’esperienza più unica che rara.
Dopo poco, i piloti rimangono soli e scatta il verde. Lorenzo azzecca una delle sue solite partenze fulminee e dalla prima curva passa in testa. Ci rimarrà fino al traguardo, con un passo irraggiungibile da chiunque altro martellerà giro dopo giro, senza mai sbagliare niente, una gara perfetta per lui. Una rinascita e un giorno di gloria. Entra nel club dei pochissimi ad aver vinto in classe regina con moto diverse, tra cui una di queste, proprio una Ducati, quella moto tanto bella quanto difficile. Dopo Stoner, risulta anche essere il pilota più veloce ad aver vinto su una Ducati dopo esserci montato per la prima volta. Nonostante Dovizioso abbia vinto parecchie gare con essa, la sua prima vittoria non è arrivata prima di 5 anni, certo era una moto ancora acerba, ma questo resta un dato di fatto. Ancora una volta è Lorenzo’s Land, negli ultimi 4 anni, 3 volte su 4 ha potuto piantare la bandiera della vittoria in una delle curve della pista.
Dietro, lo stesso Dovizioso, sperando di ripetere il trionfo dell’anno scorso, cerca di inseguire Lorenzo dopo aver sorpassato Rossi, ma è tutto vano, oggi Lorenzo è carico come un caccia bombardiere, e ad ogni giro sgancia una missile sul tabellone dei tempi preciso al millisecondo. È una lotta per il secondo posto quindi, che Dovizioso ha svolto alla grande, a parte verso la fine, dove a seguito di una strenua lotta per il terzo posto, tra Rossi, Iannone e Petrucci, complice anche la caduta/non caduta di Marquez, Rossi stava pure riprendendo Dovizioso (o forse quest’ultimo non ne aveva più). Fatto sta che questi due, distaccati dal quarto e quinto, al traguardo ci sono arrivati attaccati, fortunatamente per Dovizioso la gara termina qui. Marquez che sicuramente avrebbe potuto lottare per il podio, se non qualcosa di più, stavolta si è autoescluso, complice una pista che a detta di tutti ha fornito poco grip alle gomme in quest’ultima gara. Resta primo nel mondiale, e fa riflettere se pensiamo al fatto che l’anno scorso ha vinto il mondiale, e in questa parte di stagione era sotto di più di 30 punti dal primo.
Il podio è un momento magico per il primo ed il terzo arrivato, ancor più che per il secondo. Entrambi dati per sconfitti, sono tornati più carichi di tutti gli altri messi insieme. Per Rossi significa tornare ragazzo, per Lorenzo significa, forse, che potrebbe ancora dire la sua in questo campionato se le modifiche portate alla sua moto si riveleranno efficienti anche altrove. Viene da pensare come mai alla Ducati non si siano messi in moto prima per portare questi componenti. In ogni caso se così dovesse essere avremmo di nuovo uno dei grandi a lottare per la vittoria. Per Rossi invece è un po’ più grigia la faccenda. La Yamaha è ancora in una fase di recupero, a tutto tondo. È migliorata ma lui stesso ha ammesso che al livello attuale è impossibile lottare per il campionato. Staremo a vedere, per oggi ci godiamo una gara che è stata fenomenale, e la rinascita di due leggende.
A concludere il tutto, nella conferenza post gara Lorenzo e Rossi sono anche stati partecipi di un siparietto comico, parlando e scherzando su una possibile gita a Venezia insieme, ciascuno in coppia, come buon augurio prima di ogni gara, concludendo con una stretta di mano tra avversari che si rispettano, ridendo e rilassati: «Bella gara», così conclude Rossi ancora ridacchiando. È stato un altro momento di vero sport che mancava da tempo, soprattutto tra due miti come loro, due dei famosi fantastici quattro (gli altri due sono Marquez e Pedrosa) che si sono ritrovati e che si sono scambiati un segno di rispetto. Il futuro della MotoGp è più incerto che mai, ma oggi, sia per i tifosi di loro due, sia per tutti gli altri, è stato scritto un pezzo della sua storia, quella storia che rimane dietro le quinte, ma che forse è ancora più importante, che puoi solo viverla a bordo pista o fartela raccontare da qualcuno che l’ha vissuta, e per questo non possiamo che ringraziare ancora una volta questi campioni.
Appuntamento tra due settimane a Barcellona.
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