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New York, New York

Il 19 febbraio 1674 a Westminster venne firmato il trattato che concludeva la terza guerra anglo-olandese per il possesso delle colonie americane. Una delle sue conseguenze più significative fu il passaggio definitivo dell’insediamento di Nuova Amsterdam nelle mani della corona inglese.

La colonia era stata fondata nel 1613 dalla Compagnia delle Indie Occidentali delle Sette Province Unite, gli odierni Paesi Bassi. Inizialmente scoperta, nel 1524, dal navigatore fiorentino Giovanni da Verrazzano per conto di Francesco I re di Francia, era stata giudicata poco importante da quest’ultimo che l’aveva abbandonata. Nel 1609, l’esploratore inglese Henry Hudson aveva ripercorso la rotta di da Verrazzano, ma i colonizzatori olandesi erano arrivati prima dei suoi compatrioti.

L’isola alla foce del fiume che prese il nome da Hudson, che gli indiani Algonquins chiamavano Manhattan nella loro lingua, fu valorizzata proprio dagli olandesi che ne intuirono la posizione strategica, e la fortificarono contro i vicini coloni inglesi del New England. Di Nuova Amsterdam sopravvive la toponomastica originaria a Staten Island, l’isola dove il governo olandese aveva stabilito il suo quartier generale coloniale, e Wall Street, che ricorda il muro eretto dai coloni olandesi per difendersi dall’aggressione dei vicini inglesi. Il ponte da Verrazzano, che accomuna oggi la città con quella di Firenze che gli diede i natali, ricorda invece lo scopritore originario. Una tribù superstite degli abitanti originari del luogo, gli Algonchini, sopravvive a tutt’oggi nella riserva di Shinnecook, a Long Island.

Ritratto di Nieuw Amsterdam al tempo della conquista inglese

Dopo la conquista inglese, la città fu ribattezzata in onore dell’erede al trono Giacomo Stuart duca di York, che sarebbe stato incoronato nel 1685, dieci anni più tardi. Da allora, è conosciuta con il nome di New York.

La città, in epoca moderna è stata soprannominata la Grande Mela. A coniare questo nickname fu Edward S. Martin, nl suo libro The Wayfarer in New York (Il viaggiatore a New York) del 1909, una specie di guida turistica per forestieri. In essa, lo stato di New York è paragonato per la sua forma a un melo, con le radici nella valle del Mississippi e il frutto, appunto, nella città di New York.

In occasione del suo trecentesimo compleanno, il 7 febbraio 1985 la città scelse anche il proprio inno ufficiale. Da allora, la città che non dorme mai si sveglia ogni mattina con lei.

Contrariamente a quanto si crede, la canzone di maggior successo di Frank Sinatra non è di Frank Sinatra, ma di un’altra star di origine italiana. Liza Minnelli era figlia del mito, anzi, di due miti: Judy Garland (Il mago di Oz) e Vincente Minnelli (Un americano a Parigi). Diventò famosa a sua volta negli anni settanta, prima con Cabaret di Bob Fosse e poi con New York New York di Martin Scorsese, dove lei e Robert De Niro interpretavano una coppia di artisti in ascesa nella Grande Mela del dopoguerra.

La canzone omonima, scritta appositamente per il film, viene cantata nel finale da Liza/Francine la sera in cui dice addio all’ex marito Robert/Jimmy. Come la Francine del film, Liza da quel momento spicca il volo nella sua carriera e nella vita reale, divenendo una star del cinema americano di fama pari a quella dei genitori.

La canzone ebbe una spinta potente verso il successo definitivo dal fatto di essere interpretata dal mostro sacro Frank Sinatra, the voice, pochi anni dopo. Rimase poi nel repertorio di entrambi gli artisti, che da allora la eseguirono puntualmente in tutti i loro concerti, e qualche volta addirittura insieme.

Autore

Simone Borri

Simone Borri è nato a Firenze, è laureato in scienze politiche, indirizzo storico. Tra le sue passioni la Fiorentina, di cui è tifoso da sempre, la storia, la politica, la letteratura, il cinema.

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