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Storia delle Olimpiadi 1952: Helsinki

Per ospitare le Olimpiadi del 1952, Helsinki aveva dovuto superare la concorrenza di diverse città americane. Malgrado altrove, su altri campi, si combattesse già senza esclusione di colpi la Guerra Fredda ed in Corea addirittura una guerra guerreggiata, la XV^ edizione dei Giochi poté andare in archivio senza scosse, ed essere considerata realmente come la prima dell’era moderna.

In Finlandia, le nazioni partecipanti salirono a 69, per effetto della riammissione degli sconfitti dell’ultima guerra mondiale e dell’aumento delle nazioni indipendenti, soprattutto nel subcontinente indiano ed in Medio Oriente.

Zeno Colò

Zeno Colò

La cerimonia di apertura, il 19 luglio, culminò con l’entrata nello stadio dell’ultimo tedoforo, il leggendario finlandese volante Paavo Nurmi. Per la prima volta dopo quarant’anni, complice anche la neutralità della sede rispetto ai due blocchi della Nato e del Patto di Varsavia, si ripresentò ai Giochi la squadra dell’Unione Sovietica, nella quale stava per concludersi la dittatura feroce di Stalin. Il villaggio olimpico era organizzato in modo da tenere separati gli atleti dell’Est da quelli dell’Ovest, anche se questi finirono per fraternizzare ogni volta che ne avevano la possibilità.

Al lancio del disco toccò ancora una volta un singolare primato in campo femminile. Se la polacca Halina Konopachka era stata la prima donna in assoluto a vincere un oro olimpico nel 1928 ad Amsterdam, nella stessa specialità Nina Romashkova fu la prima atleta russa sovietica in assoluto a vincere l’oro.

Edoardo Mangiarotti

Edoardo Mangiarotti

Furono anche le prime volte di Israele, nato nel 1948, e della Repubblica Popolare Cinese di Mao Tze Tung, nata nel 1949 e che sarebbe tornata ai Giochi solo nel 1984 a Los Angeles. La presenza della Cina comunista provocò la protesta ed il ritiro della Cina nazionalista di Taiwan, così come la presenza della Germania Ovest significò l’esclusione di quella dell’Est.

L’Italia finì ancora quinta nel medagliere, con gli exploit di Edoardo Mangiarotti, schermidore che proseguiva la tradizione di Nedo Nadi, e di Carlo Pedersoli, il compianto Bud Spencer del cinema recentemente scomparso, che a Helsinki fu il primo italiano a scendere sotto il minuto nei 100 stile libero. Ai Giochi Invernali tenutisi ad Oslo, era iniziata invece la leggenda del primo grande sciatore azzurro, Zeno Colò, che vinse il primo oro italiano nella discesa libera.

Carlo Pedersoli

Carlo Pedersoli

Furono ancora le Olimpiadi di Zatopek, oro nei 5.000, 10.000 e nella maratona. E quelle che videro la nascita della Grande Ungheria nel calcio, con la vittoria nel torneo olimpico a spese di una forte Jugoslavia. I paesi dell’Est europeo, a prescindere dai talenti a disposizione, mostrarono di aver appreso la lezione dell’Italia fascista e della Germania nazista facendo largo ricorso al remunerativo dilettantismo di stato. L’URSS in particolare finì al secondo posto del medagliere dietro gli USA, dando il via ad un duello a livello di superpotenze sportive che si sarebbe protratto per quasi quarant’anni.

La Guerra Fredda arriva alle Olimpiadi.

La Guerra Fredda arriva alle Olimpiadi.

Autore

Simone Borri

Simone Borri è nato a Firenze, è laureato in scienze politiche, indirizzo storico. Tra le sue passioni la Fiorentina, di cui è tifoso da sempre, la storia, la politica, la letteratura, il cinema.

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