Diario Viola Fiorentina

Onor di capitano

La gioia e la commozione di German Pezzella

Da oggi, si gioca per salvarsi. L’obbiettivo stagionale della banda Commisso è quello. O forse lo è sempre stato. La settimana è trascorsa con una parodia di euforia per l’arrivo di Patrick Cutrone, ex promessa del Milan pagato – in prospettiva – abbastanza caro. Qualcuno vorrebbe provare a resuscitare entusiasmi di altri tempi, come quelli per l’arrivo di Mario Gomez. I più preferiscono chiedersi se questa Fiorentina non avesse piuttosto bisogno di ritocchi in altri ruoli e settori.

I più aspettano inoltre questo Fiorentina – Spal con comprensibile preoccupazione. La partita è diventata d’improvviso uno spareggio salvezza. Tra pari livello, vien fatto di aggiungere, visto che questa Fiorentina un gioco che abbia qualcosa di decente non è riuscita finora proprio ad esprimerlo. Anzi, per riequilibrarsi ha deciso di cambiare allenatore scegliendone uno che ha una lunga militanza in quei settori della classifica dove il gioco è di solito l’ultima delle preoccupazioni. Contano i punti, fatti come non ha importanza. Il paron Rocco diceva: o palla o gamba, se potete cercate di prendere la palla. Non siamo altrettanto certi delle indicazioni in proposito del mister #picchiapernoi Beppe Iachini.

Insomma, si parte per questo scontro mors tua vita mea con gli stessi presupposti del Fiorentina-Genoa che concluse la scorsa stagione. La piacevolezza del gioco, anche in questo caso, è più o meno la stessa. Anche la paura, che ormai è tornata ad essere una fedele compagna dei tifosi viola nelle stagioni che si susseguono. Cambiano i presidenti ed i patron, ma come nella proprietà commutativa che studiavamo a scuola è il prodotto che non cambia.

Semmai, se la Fiorentina di Commisso ha qualcosa di diverso da quella di Della Valle è la pochezza sostanziale di Federico Chiesa. Lo abbiamo detto più volte, questo numero 25 è un ectoplasma rispetto alla scorsa stagione, poca brillantezza, poca credibilità nei confronti degli arbitri, poco di tutto. Nell’unica occasione in cui potrebbe fare la differenza, il tiro cross buttato dentro da Boateng, è in netto fuorigioco. Nel secondo tempo un assist di Vlahovic lo trova leggermente avanzato e l’occasione è malamente sprecata. Dopodiché, fine delle trasmissioni, Iachini mette dentro Cutrone che sbaglia anche lui la sua occasione. Presto per giudicare il neo- cquisto, l’unica cosa che ci sentiamo di ribadire è che avremmo insistito su Vlahovic, avremmo valutato diversamente da quanto sta facendo la società il da farsi su Chiesa, avremmo rivolto le nostre attenzioni su altri settori del campo.

Un sempre più spento Federico Chiesa

Un sempre più spento Federico Chiesa

Non certo sul portiere, Dragowski salva il risultato clamorosamente nella ripresa su Valoti. Il pallonetto a cucchiaio sembra di quelli alla Totti, l’intervento del Drago è impercettibile (tanto che Doveri non concede il calcio d’angolo), ma c’é, quanto basta per evitare a Firenze un’altra giornata di veleno. Irriferibili le eresie pronunciate nell’occasione dal nostro concittadino mister Semplici.

In campo a questo punto la Fiorentina mette solo paura e confusione. L’uomo più pericoloso – ed anche in questo caso si tratta di una singolare continuità con la passata gestione – è sempre Marco Benassi, che cerca più volte di ripetere la prodezza di Bologna. Ma la salvezza della causa viola e la prima vittoria a cui assiste il patron Commisso da tempo immemorabile arriva grazie ad un altro dei soldatini viola.

German Pezzella non riesce ancora a capitanare un reparto difensivo inossidabile, da quando è mancato Davide Astori la difesa viola non si è più ritrovata, pur cambiando da un anno all’altro diversi effettivi. Ma l’argentino almeno una cosa ha ereditato da quel suo connazionale che faceva esaltare il Franchi appena pochi anni fa, Gonzalo Rodriguez: un colpo di testa che non perdona sui calci piazzati. Mancava da tempo, il momento giusto per ritornare di scena é l’82° minuto di questo scontro salvezza con una Spal che per lunghi tratti non si è dimostrata affatto inferiore o meno meritevole della Fiorentina. Sull’angolo battuto da Pulgar, German salta il doppio del suo marcatore, la mette dentro e poi va a dare sfogo alle lacrime sotto la Fiesole. Qualcuno alla maglia che indossa ci tiene ancora.

Finisce con l’assaggio di Cutrone, entrato per un Chiesa a cui anche oggi è meglio non mettere voti e che si mangia un gol altrettanto clamoroso del suo, come detto, ma almeno lo fa di tacco e lascia intravedere qualcosa.

L'abbraccio tra Commisso e Iachini negli spogliatoi

L’abbraccio tra Commisso e Iachini negli spogliatoi

Speriamo sia qualcosa di buono, perché la Fiorentina per portare in fondo questa stagione avrà bisogno anche dei fili d’erba girati per il verso giusto. Del resto, se aspettiamo che ci pensi lo zio d’America, questo zio d’America almeno, probabilmente andiamo incontro all’ennesima cocente delusione.

Mercoledi la Coppa Italia e l’Atalanta. Per quello che si è visto oggi, verrebbe voglia di rievocare una antica preghiera del tempo delle invasioni barbariche: guardaci o Signore dalla furia degli uomini di Gasperini.

Autore

Simone Borri

Simone Borri è nato a Firenze, è laureato in scienze politiche, indirizzo storico. Tra le sue passioni la Fiorentina, di cui è tifoso da sempre, la storia, la politica, la letteratura, il cinema.

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