Non c’é pace per Palazzo Strozzi, che di tutte le spostature proprie di una intellighenzia cittadina che si rapporta alla cultura soltanto per farle del male è diventato la vittima prediletta. Non bastavano i gommoni del presunto artista Weiwei (non è il nome di una marca di smartphone) alle finestre del disgraziato Palazzo di proprietà una volta dei mecenati che insieme ad altre famiglie fecero grande l’arte a Firenze, e Firenze stessa. No, la Fondazione rilancia: ecco il Luna Park con scivolo.
Estrapolando dai comunicati diffusi alla stampa locale e da quanto si può leggere sul web, ecco quanto aspetta i visitatori che si recassero nei prossimi mesi ad ammirare lo storico edificio, uno dei più prestigiosi di Firenze: «Giù per lo scivolo, come in un acquapark. Ma con un intento serissimo. Nasce come un vero e proprio esperimento scientifico – e a sottolinearlo è il titolo stesso, The Florence experiment – la nuova mostra-installazione site-specific, frutto della collaborazione fra l’artista tedesco Carsten Höller e il neurobiologo vegetale Stefano Mancuso, che inaugura il 19 aprile a Palazzo Strozzi, dove resterà aperta al pubblico fino al 26 agosto.
Obiettivo dell’iniziativa, studiare l’interazione tra esseri umani e piante attraverso due monumentali scivoli alti venti metri ciascuno installati nel cortile rinascimentale dell’edificio, e un laboratorio con due schermi cinematografici ospitato negli spazi della Strozzina e collegato alla facciata. Le emozioni di eccitazione, sorpresa, divertimento, timore vissute dai partecipanti, che effettueranno la discesa portando con sé una piantina, saranno messe a confronto con la crescita e le reazioni delle piante stesse, di differenti varietà e tipologie, in modo da studiare l’empatia fra organismi vegetali ed esseri umani»
Con tutto il rispetto per gli autori dei testi, possibile non fermarsi un attimo e rendersi conto di cosa si sta scrivendo? Possibile non rendersi conto che siamo nel cortile di Palazzo Strozzi, patrimonio dell’umanità, culla della nostra civiltà? Che questi esperimenti forse sarebbe meglio andare a farli altrove, per esempio in qualche piana fuori dai centri abitati dove almeno la gente passa a velocità sostenuta andando a destinazione in macchina e non riporta verosimilmente traumi visivi?
Il padre nobile di simili iniziative, tralasciando aggettivi qualificativi, è la Pyramid con cui il presidente francese Mitterand dispose che fosse adornato il cortile del Louvre negli anni ottanta. L’artefatto di Ieoh Ming Pei impedì per sempre alla razza umana di poter usufruire della vista del cortile del museo così come l’aveva immaginato Luigi XIV il Re Sole, ma almeno fornì il destro al Codice Da Vinci di ambientarvi qualcosa di forse – per la sensibilità moderna – altrettanto appassionante. A Palazzo Strozzi invece cosa vogliamo ambientare, il Ritorno di Godzilla?
Chiudiamo con le istruzioni per l’uso, che a volte valgono più di mille commenti: «Per accedere agli scivoli, sarà necessario rispettare un regolamento predisposto per l’occasione da Palazzo Strozzi. L’attività è vietata, per ragioni di sicurezza, ai bambini sotto ai 6 anni (fino ai 14 è comunque richiesta la presenza di un accompagnatore), a persone con mobilità ridotta, più alte di 1,95 metri o più pesanti di 120 chilogrammi, a chi abbia assunto alcol o droghe o a chi soffra di una serie di patologie indicate nelle condizioni di utilizzo riportate anche sul sito www.palazzostrozzi.org. Sarà inoltre vietato assumere posizioni differenti da quella indicata come corretta; portare con sé qualsiasi oggetto se non contenuto nelle tasche dei propri abiti, eccetto le piante che verranno consegnate dallo staff e che dovranno essere inserite in un’apposita cintura; usare telefoni cellulari e cercare di salire sugli scivoli dalla parte terminale».
Vietato portarsi dietro il cervello. Potrebbe causare malesseri.
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