Era nato nel Lower East Side di Manhattan, ma il suo destino non era quello di diventare un membro delle Gangs di New York, bensì il fuorilegge probabilmente più famoso del West.
Figlio di immigrati irlandesi, Katherine McCarty e Patrick Henry Bonney, rimase orfano di padre a sei anni a causa della Guerra Civile, e di madre a quattordici a causa della tubercolosi. Billy nonostante tutto sembrava aver fatto buon viso a cattivo gioco rispetto alla vita che gli era toccata in sorte. Laborioso e studioso, il direttore dell’hotel presso cui aveva trovato lavoro lo definiva «l’unico ragazzo che avesse mai lavorato per lui senza rubare nulla» e i suoi insegnanti dicevano che il giovane orfano «non era in alcuna maniera un problema per gli altri ragazzi, sempre desideroso di aiutare con piccoli lavoretti per la scuola».
Come detto, non era quello però il suo destino. Che prese le mosse da un errore giudiziario, o almeno da uno scherzo male interpretato. Accettò di custodire un pacco di abiti sottratti da un conoscente che voleva fare uno scherzo ad una lavanderia cinese. La Legge non gli credette, ed il 23 settembre 1875 William Bonney, il ragazzo fino ad allora modello, uscì dalla legalità per non farvi rientro mai più. Diventò un ragazzo in fuga, destinato un giorno ad essere identificato sulle taglie che circolavano tra sceriffi e bounty killers con il nome leggendario e temuto di Billy The Kid.
Bonney tentò ancora per un po’ di recuperare la retta via. Due anni dopo era in Arizona a trasportare legna dal campo dei tagliatori alla segheria. Ma il West era terra di prepotenza e di scarsa legalità a quell’epoca, e per difendersi dalle angherie di un certo Frank Cahill, che lo aveva insultato ed aggredito in pubblico gettandolo a terra, Billy fece ricorso per la prima volta nella sua vita alla colt, che a quanto pare maneggiava con perizia. Cahill restò a terra morto. Billy diventò il Kid.
Di nuovo in fuga, nel New Mexico si fece assumere come guardiano di mandrie dal facoltoso allevatore inglese John Tunstall. Ma il destino lo perseguitava, perché capitò nella Contea di Lincoln nel momento in cui esplodeva la famosa guerra del bestiame. Tunstall fu ucciso in una imboscata tesagli da una fazione avversa. Il Kid si unì al gruppo dei Regolatori, che andarono a vendicare il loro boss assassinato. La vendetta arrivò, ma coinvolse uno sceriffo federale incaricato di arrestare gli assassini e ucciso nella discussione che seguì alla loro cattura.
La banda dei Regolatori divenne dunque fuorilegge e fu progressivamente sterminata. Il Kid, insieme a pochi superstiti, rientrò a Lincoln dove resistette nella battaglia – durata cinque giorni – scatenata dalla fazione avversa che a quel punto aveva il sostegno degli uomini della Legge.
Unico sopravvissuto, riuscì a scappare in Texas, dove lo raggiunse l’amnistia con cui il governatore Wallace graziò tutti i superstiti della guerra del bestiame. La condizione era che Billy The Kid si sottoponesse ad un finto arresto, per poi essere liberato. La Legge non mantenne tuttavia la parola, e il fuorilegge dovette rassegnarsi a rimanere tale, trovando una via di fuga per conto proprio.
Da quel momento in poi William Bonney detto Billy The Kid visse come ladro di bestiame. Gli furono attribuiti 21 omicidi, anche se le ricostruzioni storiche gliene imputano realmente tra i 4 e i 9, e spesso dovuti a legittima difesa. Ad un certo momento, lavorando agli ordini di quel John Chisum che aveva ereditato la fazione di Tunstall, aveva fatto amicizia con un personaggio singolare quanto lui. Mezzo commerciante, mezzo pistolero, si chiamava Pat Garrett. Quando Chisum gettò la spugna e costui riuscì a farsi eleggere sceriffo della Contea di Lincoln, l’amicizia finì improvvisamente e Garrett divenne l’implacabile persecutore del Kid, non altrettanto pronto come lui a capire che i tempi erano cambiati.
Dopo una serie di imboscate, Garrett riuscì a catturarlo a Fort Sumner nel New Mexico. Malgrado Bonney fosse vittima di numerosi errori giudiziari, il tribunale lo condannò all’impiccagione ed il governatore Wallace si rifiutò stavolta di intervenire a graziarlo.
Con il probabile aiuto della popolazione locale, che lo riteneva un eroe, Billy riuscì di nuovo a fuggire uccidendo le guardie. A quel punto fu caccia all’uomo senza pietà. Il destino del fuorilegge più leggendario d’America si compì il 14 luglio 1881.
Ci sono varie versioni riguardo alla fine del Kid, che fu ucciso sicuramente (e più o meno a tradimento, con modalità non dissimili da quelle con cui Robert Ford avrebbe di lì a poco freddato l’altrettanto leggendario bandito Jesse James) dall’ex amico Pat Garrett sempre a Fort Sumner. Sul modo e sulle circostanze tutte le versioni divergono, ma concordano comunque nel conferire alla figura della vittima un alone positivo e nel negarlo nello stesso tempo all’uomo della legge. Billy The Kid è rimasto nella leggenda del West come un eroe, Pat Garrett piuttosto come un traditore opportunista e infido. Ancora nel 2010 il governatorato del New Mexico è stato investito della questione concernente la riabilitazione postuma del Kid, e ancora una volta il titolare di quell’ufficio ha respinto la richiesta. Ma la gente che abita da quel tempo quelle zone non ha bisogno di provvedimenti ufficiali, e conserva la sua interpretazione della vicenda. Interpretazione che è stata ripresa tra l’altro a piene mani dalla letteratura e dal cinema.
Il Kid è sepolto nel vecchio cimitero militare del Forte accanto agli ex compagni Tom O’Folliard e Charlie Bowdre. Una sola lapide è stata eretta più tardi sulle loro tombe, a dare un nome ai tre fuorilegge con accanto incisa la parola pals (compagni).
Questa è la storia. Il perché abbiamo scelto oggi di intitolarle il brano del giorno non ha bisogno di essere spiegato. Così come non ha bisogno di essere raccontata la storia del suo autore, Bob Dylan, o tantomeno quella del brano, scritto come colonna sonora del film di Sam Peckinpah.
Bussando alle porte del cielo la conoscono tutti, da quarant’anni. Così come da più di cento tutti sanno chi era Billy The Kid.
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