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Per amore, solo per amore

Edoardo e Wallis il giorno del loro matrimonio, 3 giugno 1937, in Francia

Il 10 dicembre 1936 Edoardo VIII d’Inghilterra fece il suo gran rifiuto. Era diventato re del Regno Unito e dei Dominions d’Oltremare e Imperatore dell’India il 20 gennaio precedente, nell’attimo in cui suo padre Giorgio V aveva chiuso gli occhi per l’ultima volta. L’ultimo re sopravvissuto alla Belle Epoque, cugino dello Zar deposto e ucciso dalla Rivoluzione Russa e del Kaiser deposto e messo in fuga dalla sconfitta nella Grande Guerra, passava lo scettro al primo dei tempi moderni, talmente moderni da anticipare alcune caratteristiche di quelli contemporanei, con le teste coronate oggetto più di morbosità curiosità da rotocalco che di reale rispetto.

Sessant’anni prima di Carlo e Diana, Edoardo e Wallis furono i primi a scandalizzare e tenere avvinti alle loro vicissitudini amorose l’opinione pubblica di tutto il mondo cosiddetto civile. Stabilita la successione al trono, fu da subito chiaro che sarebbe stato assai difficile arrivare anche alla incoronazione dell’erede. Che infatti non ci fu.

Ritratto di famiglia Windsor: al centro con al barba bianca Edoardo VII (il figlio della regina Vittoria) e accanto a lui Giorgio V. Il bimbo seduto a terra è Edoardo VIII

Ritratto di famiglia Windsor: al centro con al barba bianca Edoardo VII (il figlio della regina Vittoria) e accanto a lui Giorgio V. Il bimbo seduto a terra è Edoardo VIII

Edward Albert Christian George Andrew Patrick David Windsor era perdutamente innamorato di Bessie Wallis Warfield coniugata Simpson. Americana, due volte divorziata, accreditata di una relazione clandestina con Galeazzo Ciano, il ministro degli esteri di Benito Mussolini, e di amichevoli rapporti con lo stato maggiore nazista tedesco (Ribbentrop le mandava periodicamente mazzi di rose rosse), la Simpson era un personaggio da jet set ante litteram, ma veniva giudicata dall’opinione pubblica inglese come una avventuriera. E pertanto indegna di ascendere al trono di San Giacomo come consorte di Edoardo, legittimo erede a quel trono.

Il quale Edoardo non fece però mistero di preferire l’amore alla corona, se fosse stato costretto a scegliere. L’Inghilterra si spaccò in due, ed era il momento peggiore per farlo. Nel 1936 la Germania stava portando avanti a spron battuto il riarmo, in spregio al trattato di Versailles del 1919. Ed era la Germania che obbediva ormai come un sol uomo al Fuhrer Adolf Hitler, che non faceva mistero delle sue mire: fare del mondo intero la Germania, così come una volta aveva aspirato a fare l’Inghilterra.

La Chiesa Anglicana era protestante per modo di dire, all’epoca. Non consentiva ai divorziati di risposarsi fintanto che gli ex coniugi erano in vita. A nessuno, nemmeno a colui che era supposto essere il suo capo: il re. I tempi di Enrico VIII, che decapitava i vescovi fedeli ad altri voleri che non fossero il suo, erano passati. Adesso era il re a dover scegliere. Edoardo VIII scelse l’abdicazione, malgrado eminenti personalità come il futuro eroe nazionale Winston Churchill fossero dalla sua parte.

1937, durante il loro viaggio a Berlino Edoardo e Wallis sono ricevuti dal Fuhrer Adolf Hitler

1937, durante il loro viaggio a Berlino Edoardo e Wallis sono ricevuti dal Fuhrer Adolf Hitler

Churchill era preoccupato dell’indebolimento della leadership inglese. Il fratello minore di Edoardo appariva poco carismatico, afflitto dalla celeberrima balbuzie, una jattura insomma per chi sperava che il leone britannico tornasse a ruggire prima che quello nazista lo rendesse inutile. Churchill sapeva anche delle pericolose tendenze al flirt con i tedeschi sia della Simpson sia del giovane re, che non faceva mistero di preferire un accordo piuttosto che una guerra con loro.

Non ci fu niente da fare, ed il 10 dicembre Edoardo VIII abdicò. La storia prese la direzione che abbiamo sotto gli occhi ancor oggi. Il fratello minore salì al trono con il nome di Giorgio VI, imparò a controllare la balbuzie e nell’ora più buia della sua nazione le rivolse un discorso che non ebbe nulla da invidiare a quelli del suo primo ministro Churchill. Insieme, fecero di quell’ora la più grande della storia inglese, e la più decisiva della storia dell’umanità. La figlia di Giorgio, Elisabetta la seconda del suo nome, è ancora sul trono, la sovrana più longeva della storia del suo paese e – a Dio piacendo – tra poco dell’intera storia mondiale.

Fratelli a confronto: a sinistra Giorgio VI, a destra Edoardo VIII

Edoardo a quel punto retrocesso a Duca di Windsor, non rimise piede sul suolo della sua patria se non nel 1952 per i funerali del fratello che aveva regnato al posto suo vincendo la seconda guerra mondiale. Ma non per l’incoronazione della nipote Elisabetta, che da quel momento e fino alla morte di lui nel 1972, a Parigi, non gli dimostrò altro che freddezza.

La Simpson sopravvisse quattordici anni all’uomo che rinunciò per lei a farsi re. Alla sua scomparsa, la regina le concesse di riposare per l’eternità accanto al suo uomo nella Royal Bury Ground del castello reale di Windsor.

Alla fine, la nipote che aveva condiviso così poco con quello zio allontanatosi dalla sua famiglia e dal suo paese quando era una bambina e con quella signora americana di cui a corte aveva sempre sentito parlare così male, si era ammorbidita. E aveva concesso loro in morte ciò che l’Inghilterra non aveva voluto concedere in vita.

Autore

Simone Borri

Simone Borri è nato a Firenze, è laureato in scienze politiche, indirizzo storico. Tra le sue passioni la Fiorentina, di cui è tifoso da sempre, la storia, la politica, la letteratura, il cinema.

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