UDINE – Archiviata la magica serata che ha portato la Fiorentina alla semifinale di Coppa Italia, torna il campionato con la terza giornata del girone di ritorno. I ragazzi di Pioli affrontano al Dacia Arena di Udine, l’Udinese. Prima della gara tanta emozione e un lungo applauso da tutto lo stadio, al capitano viola Davide Astori, definito dallo speaker il Capitano d’Italia, scomparso prematuramente undici mesi fa, prima della gara contro i friulani.
I viola partono con il solito modulo del 4-3-3, Lafont tra i pali, Laurini, Milenkovic, Pezzella (cap.), Biraghi, Gerson, Edimilson, Veretout, Chiesa, Muriel, Mirallas. Nei primi minuti i padroni di casa sembrano più determinati a creare qualche azione, ma la difesa viola corre pochi rischi. Al dodicesimo De Paul vicino al vantaggio, pallone che termina di poco fuori.Un minuto dopo, al tredicesimo, il coro che di consueto si alza al Franchi, in memoria di Astori, ancora un lungo applauso da tutto lo stadio.
In questa prima fase meglio l’Udinese, il trio offensivo viola Chiesa, Muriel, Mirallas non trova spazi. Un contropiede dei bianconeri viene fermato da Milenkovic, giallo pesante per il serbo che diffidato salterà la prossima gara in casa contro il Napoli. La gara è poco spettacolare, Muriel ci prova di testa con il portiere che blocca, le giocate di Chiesa fermate dalla difesa. La prima vera azione da goal un colpo di testa di Pezzella, l’estremo difensore Musso di istinto respinge il pallone.
Il gioco è lento e prevedibile da ambo le squadre, nervi tesi tra i giocatori, interruzioni e falli, brutto quello di Mandragola su Pezzella che forse avrebbe meritato non solo l’ammonizione. Dopo un minuto di recupero termina il primo tempo. Nella seconda frazione di gioco mister Pioli effettua il primo cambio, Simeone al posto di Mirallas. La gara sembra più movimentata, anche se i viola sbagliano in fase di attacco.
Incredibile errore quello che porta al goal dei padroni di casa, Veretout non aggancia e innesca il contropiede dei friulani, Pussetto serve Stryger Larsen sulla destra, l’esterno tutto solo in area batte Lafont. Primo goal in campionato per il friulano classe 1991. Il secondo cambio per i viola è Pjaca al posto di Gerson. L’Udinese in contropiede approfitta della poca lucidità e concretezza degli avversari, ma nel momento di maggiore sofferenza dei viola, al ventesimo arriva il gran goal di Edimilson. Il nazionale svizzero da 20 metri trova l’angolo alla destra di Musso. Prima rete e tredicesimo giocatore viola ad andare in goal.
La Fiorentina quasi rinfrancata dal pari gestisce meglio la palla e fa vedere le cose migliori. Il più propositivo e pericoloso Chiesa, con una doppia occasione, prima respinta dal portiere, dalla ribattuta il secondo tiro di poco fuori. Ancora il numero 25 nei minuti finali che manda alto il pallone. L’ultimo cambio, Ceccherini al posto di Laurini. Nei tre minuti di recupero l’ultima azione è proprio del neo entrato Ceccherini parato dal portiere in angolo. Subito dopo il triplice fischio finale che chiude la gara.
Un pari in rimonta in trasferta resta comunque un risultato positivo, anche se il valore tecnico dell’avversario decisamente inferiore e in cerca di punti salvezza. Come spesso abbiamo visto in altre gare, nel primo tempo la manovra di gioco lenta e prevedibile, pochi spunti offensivi arrivati dal solito Chiesa, qualche errore di troppo, prestazione sottotono di giocatori che in genere sbagliano poco, come Veretout in giornata negativa. Resta il rammarico dell’ennesima occasione sprecata, i viola hanno lasciato per strada punti pesanti proprio con avversari inferiori ( Cagliari, Frosinone, Bologna), che avrebbero dovuto portare a ben altri risultati.
Il protagonista della giornata il centrocampista svizzero Edimilson, in prestito dal West Ham, che trova un gran goal e un ‘ottima prestazione, in difesa Pezzella il migliore del reparto, Chiesa che ci prova da tutte le parti. Le note stonate arrivano da Gerson mai determinante, Pjaca ancora una prova deludente. L’ennesimo pareggio che impedisce di fare quel salto di qualità, tale da poter essere nelle zone alte di classifica, ma soprattutto evidenzia la mancanza di atteggiamento e di motivazioni vista in campo con avversari di prestigio. Dalla prossima sfida inizia il tour de force di febbraio, l’anticipo con il Napoli al Franchi, con la Spal in trasferta, Inter in casa e Atalanta in Coppa Italia, un mese decisivo da non sbagliare, che forse potrebbe valere l’intera stagione.
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